Un trattamento dialitico efficace e non traumatico per il paziente richiede un accesso vascolare che garantisca un buon flusso ematico per alimentare la circolazione extracorporea e possibilmente senza complicanze.
Varese, 5 novembre 2021
L’accesso vascolare è uno dei passaggi più delicati per chi deve sottoporsi a dialisi.
Un trattamento dialitico efficace e non traumatico per il paziente richiede un accesso vascolare che garantisca un buon flusso ematico per alimentare la circolazione extracorporea e possibilmente senza complicanze.
“La cura dell’accesso vascolare, sia che esso sia stato costruito con i vasi nativi, sia mediante l’impianto di una protesi o tramite un catetere venoso centrale, è un elemento imprescindibile per evitare le infezioni, la chiusura per trombosi oppure, nei casi di puntura difficile, per evitare la formazione di ematomi e pseudoaneurismi – spiega il Dott. Giuseppe Rombolà, Direttore della Nefrologie e Dialisi di Varese – Se l’accesso vascolare non è eseguito con la cura necessaria, il rischio è molto alto: una cattiva depurazione dell’organismo, fino alle complicanze più gravi che portano poi a dover rimuovere l’accesso vascolare stesso quando costituito da una protesi“.
Da qui l’importanza del corso “Monitoraggio ecografico per gli accessi vascolari per dialisi” che hanno frequentato i medici e gli infermieri del team multidisciplinare dedicato appunto alla valutazione degli accessi vascolari nativi e protesici del dializzato.
“Il fatto che i nefrologi e, ancor di più, gli infermieri della dialisi sappiano utilizzare l’ecografia per valutare il corretto posizionamento dell’accesso venoso è tutt’altro che scontato e diffuso – commenta soddisfatto Rombolà – Grazie a questa nuova competenza, possiamo contare su un gruppo di infermieri capaci di effettuare un monitoraggio di primo livello che offre massime garanzie ai nostri pazienti“.
“Queste nuove competenze offrono agli infermieri la possibilità di assicurare il corretto posizionamento degli aghi anche in caso di accessi vascolari impegnativi, – tiene a sottolineare il Direttore della Direzione Aziendale delle Professioni SocioSanitarie, Rita Patrizia Tomasin – di agire in sicurezza nelle procedure di riposizionamento qualora fosse necessario, di ridurre al minimo i possibili eventi avversi e le potenziali urgenze correlate alla gestione dell’accesso vascolare“.
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