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Vaccinazione Covid: pazienti affetti da demenza siano inclusi nelle categorie fragili aventi diritto alla priorità

Appello di Società Scientifiche, Associazione di pazienti e Cittadinanzattiva all’Istituto Superiore di Sanità, all’Agenzia Italiana del Farmaco e all’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali

Roma, 23 Marzo 2021

L’Associazione Autonoma Aderente alla SIN per le Demenze (SINDEM), la Società Italiana di Neurologia (SIN), la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), la Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie (SIMG), l’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (AIMA) e Cittadinanzattiva hanno inviato una richiesta ufficiale all’Istituto Superiore di Sanità, all’Agenzia Italiana del Farmaco e all’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali per richiamare la loro attenzione su un’importante questione di prevenzione alla luce dell’aggiornamento del Piano vaccinale avvenuto nei giorni scorsi.

In virtù delle tante segnalazioni da parte di clinici, familiari e caregiver, le società scientifiche, l’AIMA e Cittadinanzattiva richiedono l’inclusione delle persone affette da demenza tra le categorie fragili aventi diritto alla priorità per il vaccino COVID-19, indipendentemente dall’età anagrafica o dal grado di malattia.

Purtroppo, nell’elenco delle patologie afferenti alla categoria 1 dedicata all’elevata fragilità, non sono contemplate le demenze quando proprio le persone affette da queste gravi patologie sono facili target per il virus: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, circa un terzo delle donne e quasi un quinto degli uomini morti per Covid-19 avevano una storia di demenza.

È necessario, quindi, non cadere nell’errore di ritenere che le vaccinazioni degli over 80, dei ricoverati in Rsa, dei disabili gravi ai sensi della Legge 104/1992, esaurisca la platea ancora vastissima delle persone con demenza, di fatto escluse dalla priorità di vaccinazione, e per le quali quindi di richiede l’inserimento in tabella 1.

Le persone con demenza non sono in grado di tollerare l’uso di dispositivi di protezione individuale, né li comprendono; faticano a sopportare l’isolamento sociale, il cambio di abitudini, le mutate relazioni. Da qui la fatica centuplicata dei caregiver, il peggioramento generalizzato dei pazienti, l’aumentato pericolo di contagio e l’obbligo ad una prigionia stretta.

La vaccinazione è una necessità per i pazienti e i loro caregiver, confortati in questo dalle parole pronunciate a Bergamo dal Premier Draghi: “Non accadrà più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette.”

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