Di Valeria Maglia
Il cancro all’utero è la seconda causa di morte tra le donne in età riproduttiva che si ammalano di tumore. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità infatti nel 2020 questa malattia è stata diagnosticata a 604.000 donne nel mondo, più della metà delle quali (340.000) è morta.
Un dato che però va letto anche in base alle disuguaglianze mondiali e la mancanza di screening e trattamento.
Secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), organizzazione intergovernativa sotto l’egida dell’OMS, il cancro cervicale si può prevenire con la vaccinazione e lo screening per le lesioni precursori.
Per eliminare il cancro cervicale l’OMS ha fissato l’ obiettivo da raggiungere per tutti i paesi, un tasso di incidenza inferiore a quattro casi per 100.000 donne.
La strategia da adottare, secondo l’Organizzazione si basa su alcuni punti fermi a partire dalla vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV) del 90% delle ragazze prima dei 15 anni. Il secondo è quello di garantire che il 70% delle donne sia sottoposto a screening con un test ad alta prestazione prima dei 35 anni e poi di nuovo prima dei 45 anni. L’ultima raccomandazione è che il 90% delle donne con pre-cancro riceva un trattamento e il 90% delle donne con cancro invasivo riceva cure adeguate.
L’OMS ha anche invitato tutti i paesi a impegnarsi per migliorare l’accesso alla vaccinazione HPV salvavita e ad espandere lo screening, il trattamento e le cure palliative entro il 2030 per arrivare ad eliminare il cancro cervicale nel mondo.
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