Presentati al Congresso della European Association for the Study of the Liver a Milano i progetti e gli studi degli epatologi italiani. Si rafforza il modello italiano di formazione per lo studio del fegato. La prevenzione parte dalla scuola con comportamenti e stile di vita corretti
Grande successo per le iniziative dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato – AISF presentate a livello continentale in occasione del Congresso europeo della European Association for the Study of the Liver – EASL che si è svolto a Milano, dove hanno partecipato circa 7mila specialisti provenienti da tutto il mondo. Formazione, advocacy, ricerca scientifica sono stati i tre grandi ambiti a cui sono stati dedicati gli sforzi degli epatologi italiani, presenti in circa 700 al consesso europeo; le iniziative presentate hanno riscosso profonda approvazione dagli altri Paesi, i quali hanno identificato nell’Italia un modello da seguire, con iniziative replicabili anche nei propri confini.
LA SALUTE DEL FEGATO PORTATA SUI BANCHI DI SCUOLA
A catalizzare l’attenzione è stato anzitutto “Love Your Liver”, il progetto di formazione con cui gli epatologi italiani hanno portato nelle scuole la consapevolezza della salute del fegato e delle misure di prevenzione che è opportuno prendere sin dall’età più giovanile. A presentarlo in apertura la Prof.ssa Vincenza Calvaruso, Segretario Nazionale AISF, e il Prof. Francesco Paolo Russo, External Affairs Councillor di EASL.
“Con il progetto Love Your Liver un team di epatologi AISF si è recato in quattro scuole medie di altrettante città, Milano, Roma, Padova, Palermo, per stimolare i più giovani alla prevenzione – ha spiegato la Prof.ssa Vincenza Calvaruso, Segretario AISF – Abbiamo illustrato l’importanza del fegato quale centralina metabolica del nostro organismo e posto in luce tutti i rischi a cui è esposto in caso di comportamenti non adeguati, con il fine di generare una completa consapevolezza di fronte alla crescita di fenomeni come disfunzioni metaboliche, abuso di alcol, fegato grasso e relative complicanze. È importante che sin da giovani si acquisisca coscienza dell’importanza di una corretta alimentazione e degli effetti nocivi del consumo alcol, in preoccupante aumento. Oltre alla parte teorica, abbiamo proposto una serie di attività interattive, accogliendo le vivaci domande degli studenti e facendo vedere il fegato attraverso una vera e propria ecografia fatta in classe. Infine, abbiamo coinvolto gli alunni nella costruzione di poster informativi. La diversificazione delle attività ha colpito molto i colleghi stranieri: dall’Arabia Saudita al Canada, sono stati diversi i Paesi che hanno chiesto ulteriori informazioni per poterlo proporre nelle loro scuole”.
ADVOCACY E RICERCA SCIENTIFICA AL CENTRO DELL’ATTIVITA’ DI AISF
La best practice italiana si è sviluppata in diverse direzioni, dalle attività svolte in collaborazione con le istituzioni, le associazioni dei pazienti e altri enti, alla ricerca scientifica, che è sempre molto prolifica.
“In tema di advocacy, abbiamo condiviso a livello europeo le iniziative realizzate con l’associazione dei pazienti per favorire gli screening dell’Epatite C, l’appello per l’inserimento nei LEA dei test epatici ancora non disponibili, i rapporti tenuti con le istituzioni per la tutela dei paziente con epatopatia, il lavoro di redazione di un libro bianco sulle malattie epatiche a cui stiamo finendo di lavorare – ha sottolineato la Prof.ssa Vincenza Calvaruso –. Particolarmente ricco è stato poi il contributo scientifico, con numerosi studi inediti presentati nelle sessioni che si sono susseguite nei quattro giorni di Congresso EASL. Tra gli approfondimenti proposti, uno studio di un gruppo di Modena ha portato i risultati di miglioramento della sarcopenia nel paziente con TIPS; un lavoro multicentrico con Bologna capofila ha illustrato la risoluzione dei casi di ascite nei pazienti che usano albumina a lungo termine. Sono stati esposti anche i risultati di uno studio condotto dal gruppo di Palermo relativi ai trattamenti con le nuove terapie per l’epatocarcinoma, che impattano significativamente sulla sopravvivenza del paziente. Sono stati poi analizzati i modelli di microeliminazione dell’Epatite C, dove l’Italia nonostante tante difficoltà si conferma un modello e mantiene il suo obiettivo di eliminazione dell’infezione entro il 2030”.
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