Nel 2020 l’Aifa, Agenzia italiana per il farmaco, ha autorizzato 13 centri italiani alla sperimentazione dell’enoxaparina sodica su pazienti, in stadio moderato grave, che hanno contratto il Covid-19 per valutarne gli effetti.
di Melania Sorbera
Sono stati presentati e poi approvati da Aifa 7 studi italiani sull’uso dell’eparina con o senza associazione di altri farmaci ma di questi solo il INHIXACOVID19 è arrivato al termine dell’arruolamento dei pazienti previsti, 300 in tutto. I risultati rivelano che l’impiego tempestivo di enoxaparina, una particolare varietà di eparina, a basso peso molecolare, somministrata ad una dose intermedia, rispetto alla dose di profilassi, può abbreviare la durata dell’ospedalizzazione di oltre il 20% migliorando i sintomi in più del 65% dei casi.
In quale fase deve essere trattato il paziente? “Più la patologia diventa critica e grave e più le complicazioni si sviluppano quindi arrivare troppo avanti nella terapia può risultare un ostacolo troppo grande da superare“, spiega Andrea Stella, già Ordinario di Chirurgia Vascolare all’Università di Bologna. “Durante lo studio abbiamo trattato pazienti ospedalizzati in uno stadio moderato severo. Esistono tre tipologie di dosi da somministrare: la dose di profilassi è una dose bassa, la dose intermedia e quella terapeutica. La dose intermedia sta in mezzo. Quella terapeutica serve per scoagulare il sangue, di solito si fa nei pazienti che hanno già una trombosi in atto. Noi abbiamo somministrato una dose intermedia in base a due caratteristiche: il peso corporeo e i test coagulativi del paziente. Nell’82,7% dei casi 80 milligrammi, il doppio della dose profilassi“.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, a gennaio 2020, aveva raccomandato di prevenire il tromboembolismo venoso nei pazienti con virus SARS-CoV-2 somministrando eparina, preferibilmente a basso peso molecolare. Perché l’enoxaparina è interessante? “Perché è anticoagulante, è antinfiammatoria e perché ha un’azione antivirale – aggiunge il professore Stella – un’azione dimostrata dal meccanismo di ingresso dell’eparina sulla cellula attraverso il sito dell’eparansolfato. La similitudine molecolare spiega l’azione teorica dell’eparina nei confronti del virus“. Tutti i centri italiani hanno ricevuto il biosimilare del farmaco per via sottocutanea, in mono-somministrazione giornaliera.
Quali sono i dati emersi dallo studio? “Suggeriscono che i pazienti che hanno fatto una dose intermedia di enoxaparina hanno avuto una riduzione significativa, dal punto di vista statistico, della lunghezza del ricovero e un miglioramento del quadro clinico, tra la prima visita e la terza. Una riduzione del 65% rispetto a coloro che hanno fatto la dose profilassi, del 52%. In futuro si spera che vengano fatti degli studi ampliati randomizzati e numericamente più importanti“.
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