Avviato il dibattito per promuovere un protocollo d’intesa a tutela del benessere psicologico, tra la presidente dell’Ordine degli psicologi della Regione Siciliana e il presidente di Anci Sicilia nonché sindaco del Comune di Palermo.
Palermo, 30 settembre 2021
Prevenire il disagio, anche quello psicologico, è meglio che curarlo. Per farlo però è necessario che le istituzioni “facciano comunità” puntando a una vera integrazione sociosanitaria che metta sempre più al centro la persona. Si è svolto a Palazzo delle Aquile l’incontro tra la presidente dell’Ordine degli psicologi della Regione Siciliana, Gaetana D’Agostino, e il presidente di Anci Sicilia nonché sindaco del Comune di Palermo, Leoluca Orlando.
Durante il confronto si è parlato di nuove possibili strade da seguire per progettare percorsi condivisi che mirino al benessere dell’individuo grazie alla sinergia tra le istituzioni, in maniera tale da intervenire in maniera incisiva sulle politiche sociali per diminuire ogni forma di disagio e trovare una risposta adeguata alle necessità dei singoli. Sullo sfondo il protocollo d’intesa già siglato dal Consiglio nazionale ordine psicologi e dall’Associazione nazionale comuni italiani.
“Il raggiungimento del benessere di una comunità – spiega la presidente D’Agostino – deve prevedere inevitabilmente politiche attive e d’intervento sul territorio. Per questo è necessario un capillare lavoro delle istituzioni capace di realizzare reti in grado di portare significativi contributi per concretizzare quei processi di integrazione che sono la base per interventi che tengano conto della persona nel suo complesso. L’Ordine degli psicologi della Regione Siciliana intende garantire il massimo impegno per favorire questo percorso“.
“Per garantire il benessere delle nostre comunità e per prevenire condizioni di disagio – dichiara Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia e sindaco di Palermo – è certamente necessario un continuo e costante dialogo fra i vari livelli istituzionali finalizzato ad un incremento ed a un corretto utilizzo delle risorse e delle competenze già disponibili nel nostro sistema sociosanitario. Questo percorso dovrà essere accompagnato da un investimento nella formazione dei professionisti e da un sistema di monitoraggio e valutazione che permetta l’individuazione e la presa in carico dei soggetti più vulnerabili“.
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