Le patologie da reflusso gastroesofageo hanno raggiunto percentuali considerevoli nei Paesi industrializzati, l’esofagite in Italia prevale con l’8,6% del totale ma quali sono le cause di questa infiammazione all’esofago? Come si cura il reflusso?
Di Melania Sorbera
Come per qualsiasi altro organo, l’infiammazione dell’esofago è più frequentemente secondaria a fattori infettivi, traumatici o chimici. Nel caso dell’esofago, l’impianto di germi nel lume costituisce un’evenienza piuttosto rara, cui generalmente predispongono altra patologie, quali neoplasie o ristagni di cibi. Altrettanto rara e comunque transitoria è l’esofagite che fa seguito all’ingestione accidentale di corpi estranei che, specie se acuminati, possono esercitare un trauma meccanico sulla parete che di conseguenza diviene sede di una reazione infiammatoria. Di gran lunga più frequente è invece l’esofagite da cause chimiche, ossia quella determinata essenzialmente dal contenuto acido dello stomaco che, in particolari condizioni, può rifluire verso l’esofago. Si parla in questo caso di esofagite peptica o da reflusso. Di solito il reflusso è associato a un’ernia diaframmatica o a un’ulcera duodenale. Nel primo caso, essendo fortemente dilatato l’orifizio per il quale l’esofago attraversa il diaframma, una porzione di stomaco finisce per infilarsi nella cavità toracica; per conseguenza, il contenuto dello stomaco rifluisce facilmente nell’esofago causandone spesso l’irritazione e successivamente, l’infiammazione. In presenza di ulcera duodenale, il contenuto fortemente acido dello stomaco tende parimenti a risalire nella parte inferiore dell’esofago, provocandone l’infiammazione.
L’esofagite peptica è una malattia grave? Sì, poiché può dare luogo a una perforazione dell’esofago, a emorragie, alla formazione di una stenosi, restringimento, con conseguente difficoltà di deglutizione.
Come si cura? Occorre eliminare la causa originaria dell’infiammazione: se si tratta di un’ernia diaframmatica, mediante un intervento chirurgico correttivo; in caso di ulcera duodenale, con un’opportuna terapia medica. La somministrazione di medicinali atti sia a prevenire eventuali spasmi, sia a neutralizzare l’eccessiva secrezione gastrica può essere molto utile; si impiegano a tal fine farmaci procinetici, antiacidi, antisecretori e protettori di parete.
E’ possibile intervenire chirurgicamente per correggere il reflusso esofageo? Sì, è possibile la ricostruzione della zona interessata ed è possibile la correzione dell’eventuale stenosi correlata, per via endoscopica, attraverso un intervento di chirurgia mininvasiva.
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