La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica del sistema immunitario che può avere un andamento a singhiozzo. Quali sono i fattori di rischio genetici e non che scatenano i sintomi? Ne parliamo con Gabriella Fabbrocini, direttrice della clinica di Dermatologia dell’Università “Federico II” di Napoli.
PSORIASI E FATTORI DI RISCHIO GENETICI
La psoriasi è una malattia cronica della pelle autoimmune che colpisce circa il 2% della popolazione mondiale. Il sistema immunitario attacca la pelle, causando l’infiammazione e la produzione di cellule cutanee in eccesso. Si manifesta con chiazze rossastre e squamose sulla pelle e può causare disagio e imbarazzo.
Pur essendo una patologia di origine multifattoriale, sono numerosi gli studi che hanno dimostrato un forte legame tra la psoriasi e i fattori di rischio genetici.
Purtroppo, è vero che se si nasce da genitori che già ne soffrono si avrà un rischio più elevato di sviluppare la malattia nel corso della vita. Tuttavia, questo rischio è influenzato anche dallo stile di vita e dall’ambiente circostante.
Quando si ha un genitore ammalato di psoriasi, il rischio è più basso rispetto a quando entrambi i genitori sono affetti dalla patologia, dove il rischio può arrivare fino al 20-30%. Ciò sottolinea l’importanza di individuare precocemente determinati segnali per avviare le procedure preventive.
Ci sono dei geni colpevoli, i cosiddetti “geni della psoriasi“, tra cui il gene HLA-C27, ma ne esistono anche altri identificati attraverso metodologie molecolari molto sofisticate che consentono di analizzare completamente il nostro DNA.
Tuttavia, è importante sottolineare che l’espressione di quel gene non si correla necessariamente alla presenza della malattia.
ALTRI FATTORI DI RISCHIO
È necessaria la presenza di altri fattori, tra cui la soppressione di una o più citochine come la citochina interleuchina 17, oltre alla presenza di stili di vita scorretti come il fumo, l’obesità e l’inquinamento.
Infatti, molti fattori ambientali possono influenzare l’insorgenza della malattia, come la cattiva esposizione solare, il fumo attivo e passivo, l’esposizione a sostanze particolarmente irritanti e l’obesità.
Inoltre, la psoriasi è strettamente legata all’infiammazione cutanea, stimolata dal sistema immunitario che va stimolato ulteriormente da alcune citochine.
Per prevenire la malattia e ridurre l’incidenza, è necessario adottare uno stile di vita corretto, che includa un’alimentazione ricca di sostanze antiossidanti, un giusto equilibrio tra carboidrati e proteine e l’assunzione di acidi grassi insaturi. Inoltre, è importante evitare il fumo, controllare l’iperglicemia e il disordine lipidico e mantenere una buona attività fisica.
DIAGNOSI DELLA PSORIASI
La psoriasi è una patologia dermatologica cronica che può interessare diverse parti del corpo, come gomiti, ginocchia, torace, glutei, naso, cuoio capelluto e mani e piedi.
I sintomi includono la comparsa di placche rosse con scaglie biancastre sulla pelle, ma la malattia può anche coinvolgere le articolazioni con una rigidità mattutina, dolorabilità e perdita di movimento.
La diagnosi della psoriasi di solito viene effettuata attraverso un esame clinico da parte di un medico dermatologo, il quale può rilevare le caratteristiche delle placche sulla pelle e valutare eventuali sintomi alle articolazioni.
Tuttavia, in alcuni casi, può essere necessario eseguire un esame ecografico per rilevare anche piccole alterazioni, soprattutto in caso di sospetto di psoriasi alle mani e ai piedi.
È importante notare che la psoriasi può essere esacerbata da fattori esterni, come lo stress, ma non è causata solo da questi fattori. Infatti, la genetica sembra svolgere un ruolo importante nello sviluppo della malattia. Tuttavia, la gestione dello stress può comunque aiutare a migliorare la qualità della vita e contribuire alla cura della patologia cutanea.
PSORIASI: TERAPIA
Negli ultimi anni, si è assistito ad un notevole sviluppo delle terapie disponibili per la cura della psoriasi, grazie alla farmacologia personalizzata e alle nuove terapie biologiche.
Le terapie tradizionali, come i presidi topici a base di calcio o di derivati della vitamina D, sono ancora valide e fondamentali soprattutto nelle fasi iniziali della malattia. Inoltre, esistono anche terapie più avanzate come la fototerapia, che utilizza cabine con soluzioni dagli ultravioletti sempre più specifiche e meno dannose.
Quando queste terapie tradizionali non bastano più, si può passare agli ormoni biologici, farmaci che hanno cambiato la storia naturale della psoriasi. Tra questi, ci sono gli anti-TNF alfa. Tuttavia, è importante sottolineare che questi farmaci biologici hanno delle controindicazioni e devono essere somministrati solo dopo una valutazione completa del paziente.
È POSSIBILE GUARIRE DALLA MALATTIA?
La risposta è no. Intervalli di remissione lunghi sono un obiettivo realistico per molti pazienti con psoriasi. In effetti, molti pazienti possono sperimentare periodi di remissione completa, anche se la guarigione completa non è attualmente possibile.
I bambini e gli adolescenti che sviluppano la psoriasi ricevono spesso trattamenti topici e, in alcuni casi, farmaci. I pazienti con forme limitate di psoriasi possono trarre beneficio dall’esposizione al sole, che può aiutare a ridurre l’infiammazione e la formazione di placche sulla pelle.
Per i pazienti con forme più gravi di psoriasi, in cui i trattamenti topici non sono efficaci, ci sono opzioni di trattamento sistemico come farmaci tradizionali o biologici.
I trattamenti biologici sono un’opzione relativamente nuova che sono efficaci nel trattamento di pazienti che non hanno risposto ai trattamenti tradizionali.
In ogni caso, l’idratazione regolare e l’uso di detergenti delicati possono aiutare a mantenere la salute della pelle. Gli stili di vita sani, come l’evitare lo stress e una dieta equilibrata, possono anche aiutare a prevenire i sintomi della psoriasi.
[…] La psoriasi è, infatti, una malattia cronica, multifattoriale, autoimmune e infiammatoria la cui origine dipende da fattori genetici, ambientali e comportamentali. Alcuni fattori sono soggetti a cambiamenti repentini, soprattutto quelli comportamentali. L’idea di migliorare il decorso della malattia, grazie all’alimentazione, è sempre stato al centro di ricerche e approfondimenti. L’idea generale degli studiosi è che un regime alimentare sano, tiene a bada le infiammazioni croniche. L’alimentazione è anche utile per controllare le comorbilità che possono accompagnare la patologia, come: diabete, obesità, ipertensione e problemi cardiaci. […]
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