Infilarsi la giacca, prendere un oggetto da uno scaffale in alto o semplicemente pettinarsi. Il dolore alla spalla può rendere anche i piccoli gesti quotidiani difficili e molte volte si rimanda la visita dall’ortopedico per paura di dover essere sottoposti ad un’operazione. Si rischia però così di arrivare al momento dell’intervento con le ossa in pessima condizione. Ne parliamo con il prof. Francesco Franceschi, ortopedico specialista in chirurgia della spalla.
PROTESI INVERSA DELLA SPALLA: PREVENZIONE E SOLUZIONI ORTOPEDICHE
Il dolore alla spalla può compromettere anche i gesti più semplici, come infilarsi la giacca o prendere oggetti da uno scaffale in alto. Spesso, per paura di un intervento chirurgico, si rimanda la visita dall’ortopedico, ma questa scelta può portare a un peggioramento delle condizioni ossee.
Il timore di un’operazione può spingere le persone a procrastinare la visita medica, ma ciò comporta rischi maggiori. Molti pazienti arrivano all’intervento con tendini danneggiati in modo irreparabile. Tuttavia, se il problema viene affrontato in modo tempestivo, esistono tecniche di chirurgia mininvasiva, come l‘artroscopia, che possono risolvere il problema con successo. Al contrario, l’attesa prolungata può portare alla necessità di una protesi della spalla, in particolare alla protesi inversa.
PROTESI INVERSA DELLA SPALLA: IN COSA CONSISTE QUESTA TECNICA?
La protesi inversa della spalla è una tecnica rivoluzionaria che ha trasformato il campo della chirurgia della spalla. Grazie ai progressi negli impianti protesici e alla navigazione computerizzata, è possibile ripristinare i movimenti e garantire al paziente una funzionalità simile a quella del braccio sano.
La navigazione permette di posizionare la protesi in modo preciso, rispettando la pianificazione preoperatoria basata su una scansione TC del paziente. Questo approccio consente all’ortopedico di individuare il punto ideale di impianto e massimizzare i risultati post-operatori.
La navigazione computerizzata si avvale di strumenti tecnologici accessibili, come un normale computer, per pianificare l’intervento. Prima di entrare in sala operatoria, il medico carica i dati del paziente e utilizza uno schermo per guidare l’applicazione della protesi. L’uso di questa tecnologia rende l’intervento preciso e, sorprendentemente, anche divertente per l’operatore, che lavora come se stesse usando una console di gioco.
PROTESI INVERSA DELLA SPALLA: LA CHIRURGIA ROBITIZZATA
Nel caso delle lesioni significative della cuffia dei rotatori, esiste anche l’opzione della chirurgia robotizzata, che consente una precisione millimetrica. Questo tipo di intervento è indicato quando la cuffia dei rotatori è danneggiata o completamente distaccata, compromettendo la funzionalità della spalla. La protesi inversa è particolarmente efficace in questi casi, poiché il muscolo deltoide assume il ruolo principale nell’azione biomeccanica, escludendo gli altri tendini consumati.
SONO INTERVENTI CHE POSSONO FARE TUTTI?
Sebbene ci sia un’età minima raccomandata per l’intervento (intorno ai 50-55 anni), ogni paziente merita un trattamento adeguato. Anche persone più giovani con lesioni gravi alla spalla, causate ad esempio da incidenti stradali, possono beneficiare di questa soluzione. L’obiettivo è ripristinare la funzionalità e migliorare la qualità della vita, indipendentemente dall’età.
Affrontare il dolore alla spalla richiede una consulenza medica tempestiva e un’attenta valutazione delle opzioni disponibili. La protesi inversa della spalla con navigazione computerizzata rappresenta un approccio innovativo che consente di ripristinare i movimenti e migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da gravi problemi alla spalla.
QUALI SONO I TEMPI DI RECUPERO DOPO L’INTERVENTO?
I tempi di recupero variano da persona a persona, ma già dopo un mese o un mese e mezzo, molti pazienti riescono a compiere diversi gesti della vita quotidiana, come sollevare il braccio, prendere una bottiglia o guidare l’auto. La riabilitazione completa solitamente avviene dopo circa tre mesi, anche se il processo di miglioramento e rifinitura può protrarsi fino a 4-5 mesi.
È POSSIBILE RIPRENDERE L’ATTIVITÀ SPORTIVA DOPO L’INTERVENTO?
Riguardo alla pratica di attività sportive dopo l’intervento, ci sono alcune considerazioni da fare. Mentre è possibile riprendere sport come il nuoto e il golf, che non richiedono l’uso intenso del braccio, è consigliabile evitare sport più impegnativi come il tennis. Nonostante ciò, il paziente potrà eseguire esercizi di palleggio con il braccio sotto il livello della spalla. Altre attività fisiche come la corsa non presentano restrizioni particolari.
È UN INTERVENTO RISCHIOSO?
Per quanto riguarda i rischi associati all’intervento di protesi alla spalla, come in ogni impianto protesico, esistono possibili complicanze come infezioni, problemi circolatori e rigidità articolare.
Tuttavia tali complicazioni sono rare. Grazie alla natura della procedura e alla sua standardizzazione, il rischio di contaminazione è ridotto al minimo. Problemi legati a emorragie e danni ai nervi sono estremamente rari.
Una delle caratteristiche positive della protesi alla spalla è che, a differenza delle protesi del ginocchio o dell’anca, la spalla non è soggetta alla forza di gravità durante il cammino. Di conseguenza, le protesi alla spalla sono sottoposte a un carico inferiore. Se ben impiantata, una protesi può durare per tutta la vita del paziente. Inoltre, grazie a recenti sviluppi tecnologici, è possibile colmare difetti ossei con trapianti ossei o utilizzare protesi personalizzate realizzate con stampanti 3D.
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