Le best practices a livello regionale sono fondamentali per migliorare le reti oncologiche e centri oncologici che progressivamente si stanno formando.
E’ importante comunicare ai cittadini i risultati raggiunti dalle reti oncologiche al fine di aggiornarli sui progressi medici raggiunti.
Supportare un modello di governance innovativo ed efficiente che porti indubbi vantaggi ai pazienti. Questo l’obiettivo del Progetto ‘Oncorete Sharing and Innovation System’, serie di Convegni regionali, organizzati da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Bristol-Myers Squibb e che oggi fa tappa in Piemonte.
Le best practices a livello regionale sono fondamentali per migliorare le reti oncologiche e centri oncologici che progressivamente si stanno formando. Allo stesso modo è importante comunicare ai cittadini i risultati raggiunti dalle reti oncologiche al fine di aggiornarli sui progressi medici raggiunti.
“La Rete Oncologica Piemonte, che è stata in questi anni un punto di forza della nostra Sanità Regionale, ha oggi necessità ora di fare un salto in avanti, verso l’innovazione in medicina e modelli organizzativi che permettano di dialogare con l’estrema competitività e attrattività di altri sistemi regionali, una situazione sfidante che deve indurre a passare da una gestione clinica a un modello che guardi sempre di più all’innovazione e alla ricerca. La sfida è quella di una Politica regionale che stimoli ad esempio l’innovazione tecnologica e un maggior sviluppo dell’HTA, l’utilizzo di reti telematiche per superare le distanze tra gli operatori nella condivisione e discussione dei casi, la spinta per sviluppare al meglio sia l’oncologia di precisione, i PDTA e il sistema di funzionamento Hub Spoke tra i vari centri”, ha detto Alessandro Stecco, Presidente IV Commissione Sanità, Assistenza, Servizi Sociali, Politiche degli Anziani, Regione Piemonte.
“La rete oncologica del Piemonte e Valle d’Aosta si caratterizza per una presa in carico tempestiva dei pazienti presso i Centri Accoglienza e Servizi dove un medico, un infermiere e un amministrativo esperti nei percorsi oncologici provvedono alla esecuzione di tutti gli esami di diagnosi e stadiazione previsti, con la possibilità in presenza di particolari fragilità anche di un intervento dello psico-oncologo e dell’assistente sociale, per la qualità dell’assistenza garantita dai gruppi interprofessionali di cura, l’insieme degli specialisti che devono definire la strategia terapeutica migliore prevista dai percorsi diagnostico terapeutico assistenziali redatti per ciascun tipo di tumore e costantemente monitorati con appositi indicatori, per l’individuazione di centri di riferimento per le diverse patologie neoplastiche in base all’esperienza degli operatori, alle tecnologie presenti, al volume di attività, al modello organizzativo. La rete si distingue anche per la capacità di portare avanti studi di popolazione con il coinvolgimento di tutte le urologie nel protocollo Start di sorveglianza attiva per il carcinoma della prostata e di tutte le chirurgie per l’adozione del protocollo Eras per gli interventi del carcinoma del colon retto e per progetti innovativi nel campo della prevenzione con la diffusione del codice europeo contro il cancro, nel sostegno alle famiglie fragili, nella promozione delle cure palliative, nell’affermazione della bussola dei valori, un riferimento per tutti gli operatori. Tutti i documenti prodotti dai numerosi gruppi di lavoro che si riuniscono regolarmente presso la sede centrale della rete sono reperibili sul sito www.reteoncologica.it, dove sono illustrati anche i servizi a disposizione dei malati e dei loro familiari e le attività di tutte le associazioni di volontariato in ambito oncologico”, ha spiegato Oscar Bertetto, Direttore Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta.
ONCORETE SHARING AND INNOVATION SYSTEM
Le reti oncologiche regionali rappresentano il modello organizzativo ottimale per implementare, razionalizzare, innovare e completare la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione fisica e psicologica dei pazienti colpiti da tumore. Progressivamente le reti regionali stanno riorganizzandosi verso un modello Hub&Spoke al fine di concentrare le patologie ove lo skill numerico rappresenta un miglioramento della qualità e dell’efficacia del servizio offerto, nonché per ottimizzare l’introduzione dell’innovazione e della sperimentazione di base, traslazionale e clinica. Tale riorganizzazione assicurerà la sostenibilità del sistema, la capillarità e allo stesso tempo la concentrazione dell’offerta, la connessione con la componente socio assistenziale e con la medicina generale, cardini importanti per assicurare la presa in carico globale del paziente. Per raggiungere tali obiettivi è necessario aumentare il livello di comunicazione tra operatori, pazienti ed istituzioni all’interno della rete utilizzando la continua evoluzione della tecnologia nel rispetto delle norme sulla privacy. Nello stesso tempo risulta importante comunicare ai cittadini i risultati raggiunti dalle reti oncologiche al fine di aggiornarli sui progressi medici e sociali raggiunti, nonché per rafforzare la loro fiducia nei confronti della Sanità regionale sia per contrastare atteggiamenti antiscientifici sia per eliminare o ridurre la mobilità passiva. Inoltre mettere a fattore comune le best practices terapeutico/ assistenziali, non è solo importante all’interno della rete regionale di appartenenza, ma risulta altresì rilevante a livello nazionale nell’ambito di coordinamenti tra reti oncologiche e centri oncologici che progressivamente si stanno formando. Per tale motivo nasce Oncorete, come rete nazionale delle reti oncologiche regionali al fine di implementare l’alleanza contro il cancro e favorire il raggiungimento degli obiettivi di cui sopra.
I DATI
Il Piemonte registra 30.000 nuovi casi di tumore ogni anno, 16.000 uomini e 16000 donne, ma nel 40% dei casi sarebbero evitabili se si seguissero stili di vita sani. E’ quanto emerge dal volume ‘I numeri del cancro in Italia 2019‘, realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) con l’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM).
Mortalità:
• In Piemonte nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile) sono stati 14.391 i decessi attribuibili a tumori maligni (8.000 uomini e 6.391 donne). Nella Regione la neoplasia che ha fatto registrare il maggior numero di decessi è quella del polmone (2.818), seguita da colon-retto (1.614), mammella (1.081), stomaco (669) e prostata (620).
• Nel 2015 in Italia sono stati 178.232 i decessi attribuibili a tumore (99.050 uomini e 79.182 donne), tra i circa 600.000 decessi verificatisi in quell’anno. Si può affermare che, mediamente, ogni giorno oltre 485 persone muoiono in Italia a causa di una neoplasia. Il tumore che ha fatto registrare nel 2015 il maggior numero di decessi è quello al polmone (33.836), seguito da colonretto (18.935), mammella (12.381), pancreas (11.463) e fegato (9.675).
• Per la totalità dei tumori, si osservano valori inferiori di circa il 5-10% sia al Centro sia al Sud/Isole, più marcati tra le donne, rispetto al Nord.
Sopravvivenza:
• In Piemonte la sopravvivenza a 5 anni raggiunge il 63% fra le donne e il 53% fra gli uomini. I cinque tumori che fanno registrare nella Regione le percentuali più alte di sopravvivenza sono quelli della prostata (92%), tiroide (91%), melanoma (90%), mammella (88%), linfoma di Hodgkin (81%).
• Complessivamente in Italia la sopravvivenza a 5 anni nelle donne raggiunge il 63%, migliore rispetto a quella degli uomini (54%), in gran parte determinata dal tumore del seno, la neoplasia più frequente fra le italiane, caratterizzata da una buona prognosi. I cinque tumori che fanno registrare in Italia le percentuali più alte di sopravvivenza sono quelli della tiroide (93%), prostata (91%), testicolo (91%), mammella (87%) e melanoma (87%).
• Al Nord si registrano valori più elevati di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi rispetto alle Regioni del Sud. In particolare nelle prime tre posizioni si collocano Emilia-Romagna, Toscana (56% uomini e 65% donne in entrambe le Regioni) e Veneto (55% e 64%). In coda invece il Sud, con Sicilia (52% uomini e 60% donne), Sardegna (49% e 60%) e Campania (50% e 59%). Al Nord si registrano tassi migliori sia per il totale dei tumori nei due sessi che per le neoplasie oggetto di programmi di screening organizzato (mammella femminile, colon-retto e cervice uterina).
Prevalenza:
• Si stima che in Piemonte vivano circa 280.000 persone con la diagnosi di tumore.
• In Italia sono quasi 3 milioni e quattrocentomila (3.368.569) i cittadini che vivono dopo una diagnosi di tumore (anno 2018), che rappresentano il 6% dell’intera popolazione italiana (uno su 19). Un milione e mezzo sono maschi (1.531.157), pari al 45% del totale e al 5% della popolazione maschile, e 1.837.412 femmine (55% dei casi prevalenti e 6% della popolazione femminile).
• In Italia le persone con una diagnosi di tumore da oltre 5 anni, che rappresentano il 60% del totale dei pazienti prevalenti e il 2,7% della popolazione italiana, sono circa due milioni (anno 2018).
• Vengono definite già guarite le persone con una pregressa diagnosi di tumore che hanno un’attesa di vita, misurata attraverso modelli statistici, paragonabile a quella delle persone non affette da tumore; in Italia nel 2010 erano 704.648, pari al 27% di tutti i prevalenti e all’1,2% degli italiani, e, nel 2018, 909.514, pari all’1,5% degli italiani.
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