Roma, 27 Luglio 2020
Fragilità nei ragazzi e nei bambini e richiesta di supporto durante la pandemia e dopo il lockdown. Ne ha parlato Ernesto Caffo, Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile – Università di Modena e Reggio Emilia e Presidente di Telefono Azzurro durante l’evento online: “Covid-19: gli effetti della pandemia, dell’isolamento sociale e del lockdown sulla salute mentale degli italiani”, moderato dall’Onorevole Beatrice Lorenzin e organizzato dal Centro Studi Americani in partnership con Edra.
“E’ stata un’esperienza complessa quella che bambini e i ragazzi hanno vissuto e, per molti già in difficoltà, il lockdown ha portato grande sofferenza che sta emergendo ora e che si può tradurre in violenza verso i coetanei e disagio, abuso di alcolici o di altre sostanze“, ha detto Caffo.
Fondamentale, anche in questo caso, l’utilizzo di strumenti digitali.
“I ragazzi devono affrontare le paure e i problemi legati anche alla fragilità sociale ed economica che sta per arrivare nelle famiglie; dobbiamo parlare con loro del futuro e di come investire il proprio tempo e dobbiamo essere accanto interpretando i segnali di disagio prima che possano esplodere – ha aggiunto -. Sicuramente possiamo usare strumenti digitali per rassicurare i ragazzi sul futuro. Ci sono arrivate tante segnalazioni di adolescenti in questi mesi e sono emersi segnali critici. Dobbiamo dare aiuto e ascolto ai ragazzi, soprattutto quando vediamo fragilità familiare: il supporto della telemedicina è fondamentale”.
Il Professor Enrico Zanalda, Presidente della Società italiana Psichiatria, ha parlato dei pazienti psichiatrici: “L’uso degli strumenti da remoto è stato utilizzato in maniera utile con molti pazienti psichiatrici e si è continuato a lavorare da remoto durante il lockdown. I TSO e le situazioni gravi sono state trattate con ricovero, ma una parte di patologia è stata gestita diversamente a casa“.
“Sicuramente i pazienti psicotici e schizofreniici hanno patito meno il lockdown, perchè per loro rimanere in casa non è un peso. I pazienti fobici, nevrotici e con disturbi di ansia hanno avuto una recrudescenza importante e sofferto di più il periodo di isolamento. La paura della malattia è stata sentita da tutti ma vissuta in modo diverso a seconda della psicopatologia di ognuno. Alla fine del lockdown, con la riapertura servizi, c’è stato un ritorno ai ricoveri e l’esplosione di situazioni difficili“, ha concluso il Professore.
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