Home » Previsto accorpamento dei reparti all’ospedale, il tribunale dei diritti del malato dice “no”.

L’associazione, insieme a Cittadinanza Attiva, respinge l’ipotesi ad oggi trapelata di una “fusione” tra alcuni settori.


L’accorpamento dei reparti all’ospedale di Licata, in particolare il possibile unione di Chirurgia e Ortopedia, insieme a Medicina e Fisiatria lungodegenza, ha suscitato il dissenso del Tribunale per i diritti dei malati. In una nota congiunta firmata dall’organizzazione insieme a Cittadinanza Attiva, si esprime un chiaro rifiuto nei confronti di questa decisione.

“Esprimiamo il nostro deciso dissenso – affermano Vincenzo Scuderi e Maria Grazia Cimino – poiché ancora una volta gli organi decisionali di Girgenti, soprattutto quelli legati alla sanità, sembrano trascurare o addirittura mortificare la nostra città. Questo accorpamento, che svilisce e trascura il nostro territorio, è solo l’ennesimo esempio di un atteggiamento che continua da anni. È arrivato il momento di dire basta a questa storia che si ripete ciclicamente da troppo tempo”.

Le associazioni respingono con fermezza la decisione di accorpamento, ritenendola ingiustificata. Questo parere è supportato dal fatto che il pronto soccorso di Licata costantemente evidenzia sovraffollamento, con un numero di utenti che nel 2021 ha raggiunto quota 22-24.000, costringendo i pazienti a rimanere in attesa per diversi giorni prima di poter essere trasferiti nei reparti specifici.

Nel reparto di Chirurgia, per esempio, arrivano pazienti provenienti da altre città e province, mentre in Ortopedia giungono anche da Canicattì, dato che quest’ultimo ospedale non dispone di tale reparto. Anche il reparto di Medicina è costantemente affollato durante tutto l’anno, e non sarebbe giustificabile, né accettabile, né concepibile accorparlo.

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