Home » Preservazione della fertilità: IVI da sempre al fianco delle donne con patologie oncologiche

Nel 2019 sono stati diagnosticati più di 53.000 tumori alla mammella. Il cancro al seno rappresenta il 30% della totalità dei tumori diagnosticati alle donne.

Dal 2007 ad oggi, oltre 1.300 donne con patologie tumorali si sono rivolte a IVI per preservare la loro fertilità.  


Roma, 7 Ottobre 2020

Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno, patologia che costituisce circa il 30% della totalità delle patologie tumorali diagnosticate alla popolazione femminile e che nel 2019, in Italia, ha colpito circa 53.200 donne. La prevenzione è un’arma fondamentale per combattere la malattia, e mai come quest’anno, in cui il lockdown ha costretto molte persone a rimandare numerose visite di controllo, è doveroso ricordare l’importanza di effettuare controlli di routine e screening oncologici.

Fortunatamente, la medicina ha fatto passi da gigante e registra continui progressi: oggi l’87% delle donne riesce a sconfiggere il tumore al seno. Le terapie oncologiche, che permettono alle donne di sopravvivere e lasciarsi la malattia alle spalle, possono però minare la fertilità, compromettendo le possibilità di avere figli. È per questo che IVI suggerisce a tutte le donne cui è stata diagnosticata una patologia oncologica di sottoporsi quanto prima al trattamento di preservazione della fertilità. Dal 2007 a oggi, oltre 1.300 pazienti colpite dal tumore (nel 35% dei casi cancro alla mammella) si sono rivolte a IVI per sottoporsi a questo tipo di trattamenti. Oggi la tecnica più diffusa è la vitrificazione degli ovociti, che garantisce tassi di successo analoghi all’utilizzo di ovociti freschi: attraverso la vitrificazione, gli ovociti vengono conservati mediante un raffreddamento ultrarapido che evita la formazione di cristalli di ghiaccio, proteggendo così gli ovuli per il tempo necessario.

In passato – afferma la dottoressa Daniela Galliano, ginecologa esperta in Medicina della Riproduzione e Direttrice del Centro IVI di Roma – una diagnosi di tumore escludeva ogni probabilità di una gravidanza futura, dato che le potenti terapie utilizzate per debellare la malattia rischiano di compromettere la normale funzionalità dell’apparato riproduttivo femminile. Oggi, invece, anche le pazienti cui viene diagnosticata una patologia oncologica non sono costrette a rinunciare al loro desiderio di maternità perché, anche dopo terapie così invasive, possono ottenere una gravidanza grazie alle tecniche di preservazione della fertilità.” “Si tratta di trattamenti ancora poco conosciuti, soprattutto in Italia, Paese in cui si fa fatica a parlare di infertilità. Tuttavia – ha continuato la Dottoressa Gallianoa livello globale il ricorso a queste tecniche in caso di terapie oncologiche si sta diffondendo sempre di più. IVI dal 2007 promuove un programma gratuito di preservazione della fertilità chiamato “Madre dopo il cancro, Padre dopo il cancro”: finora 1.372 donne con patologie oncologiche, di cui 484 con tumore al seno, hanno scelto di rivolgersi ai nostri centri per sottoporsi a questi trattamenti. La vitrificazione di ovociti ha permesso la nascita di 35 bambini sani: ognuno di loro rappresenta un motivo per non perdere la speranza. Altre 22 gravidanze sono state comunque possibili in pazienti che, dopo aver sconfitto il cancro, hanno fatto ricorso alla fecondazione eterologa.

Noi di IVI – ha concluso la Dottoressa Galliano siamo molto sensibili al tema. Specialmente ad ottobre, mese della prevenzione, vogliamo essere ancora più vicini a tutte le donne e ricordare loro l’importanza della prevenzione, come primo atto d’amore verso sé stessi e i propri cari”.

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