La prossima tappa del cronoprogramma del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in sanità in Sicilia, come nelle altre regioni, è il 28 febbraio. Alcune cambiamenti sono già avvenuti, altri devono si spera avvengano. I sindaci e i rappresentanti politici lamentano la mancanza di dialogo con la Regione.
Di Melania Sorbera
Dopo averne già parlato a “Medex News” con la collega Valeria Maglia, continuiamo l’approfondimento dedicato ai fondi del PNRR in sanità a “Prima Pagina Salute“ con il deputato regionale della Lega all’Ars Giovanni Cafeo, il deputato regionale del M5Stelle all’Ars Giorgio Pasqua, componente della sommissione Sanità e Filippo Tripoli sindaco di Bagheria.
“Noi ci rendiamo conto che in tutte le province c’è un vero problema tra le asp, l’assessorato alla salute e i sindaci“, spiega l’onorevole Giorgio Pasqua del M5Stelle. Un problema di comunicazione. Alla commissione Salute del Parlamento siciliano “ci sono già delle modifiche apportate al documento iniziale“, documento “che ci avevano presentato due settimane fa dall’assessorato, dietro nostra insistenza“.
E’ stata apportata “qualche modifica per sistemare sul territorio le varie strutture“, aggiunge Pasqua ma non basta. Il finanziamento del PNRR: “Non è che risolverà tutti i guai della sanità“, dichiara l’onorevole Giovanni Cafeo della Lega. In commissione Salute “abbiamo capito che per realizzare il massimo risultato sul territorio sia in termini di ospedali di comunità, sia in termini di case di comunità, sia in termini di centri operativi territoriali, si è partiti dal patrimonio di proprietà dell’asp per adeguare il patrimonio immobiliare già esistente” alla spesa programmata. E’ meglio non destinare la maggior parte “di questi investimenti ai comuni metropolitani dove ci sono già diversi ospedali ma è più giusto” per compensare “cominciare a ripensare alla sanità con il giusto rapporto fra sanità territoriale e sanità ospedaliera” per migliorare la qualità dell’assistenza. “Ho presentato anche un’interrogazione“, spiega Cafeo, condivisa da tutti i deputati della provincia di Siracusa “e siamo riusciti ad avere, a discapito di Catania un ospedale di comunità in più sul territorio” nella zona montana. Invece di tre, dovrebbero essere quattro “e anche una casa di comunità in più, anche se su questo, dobbiamo ancora vigilare“.
A Bagheria, in provincia di Palermo si pronuncia il sindaco: “Non vi nascondo la preoccupazione per due ordine di motivi – spiega Filippo Tripoli – primo, penso che l’assessorato alla Salute dialoghi molto poco con le asp locali“. Prima di predisporre il PNRR in sanità, la Regione avrebbe dovuto interloquire con i rappresentanti delle strutture interessate e con gli enti locali. “Secondo – aggiunge il sindaco – la prima tranche dei fondi del PNRR, perché a quanto pare mi dicono che dovrebbero arrivare altre risorse, non è detto che corrisponda realmente alle esigenze dei cittadini e quindi dei territori. Stiamo cercando come sindaci di porre rimedio, anche se i tempi sono stretti“.
Bagheria è stata esclusa. “La regione non ha sul territorio strutture di proprietà” dedicate alla salute. “Però c’è una possibilità – dice il sindaco – la possibilità che se il Comune, ad esempio, riuscisse a predisporre, un protocollo d’intesa con enti del terzo settore che hanno strutture di proprietà e sono disponibili a darle ai Comuni per la realizzazione dell’ospedale di comunità o delle case di comunità, si potrebbe realizzare qualcosa. E’ chiaro che con i tempi ridotti e stretti il rischio è, che di fatto, alcuni territori si ritroveranno sguarniti e non avranno la possibilità di realizzare alcune strutture nel proprio territorio“.
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