di Melania Sorbera
Sul perché il sonno sia così importante per il benessere e la salute dell’organismo sono state avanzata diverse teorie.
LA TEORIA DELL’OMEOSTASI PRIMARIA SINAPTICA
In base alla “teoria dell’omeostasi primaria sinaptica“, ad esempio, durante il sonno il cervello compie un’importante operazione di pulizia e riordino, tagliando una buona parte dei nuovi collegamenti tra i neuroni, creati durante il giorno, in conseguenza degli stimoli e apprendimenti ricevuti. Un’operazione indispensabile affinché il cervello funzioni senza confusione. E non raggiunga un livello di ingolfamento informativo. Un’operazione selettiva che risparmia il 20% delle sinapsi, memorie ritenute fondamentali, da non eliminare. La mattina dopo, tagliato quello che è meno importante, il cervello è di nuovo pronto ad apprendere.
Questa teoria è stata elaborata da 2 neuroscienziati italiani che lavorano al Wisconsin Center for Sleep and Consciousness, Giulio Tononi e Chiara Cirelli. A supporto di questa tesi è stata trovata anche una proteina, chiamata Homer1A, che compirebbe il lavoro di potatura delle sinapsi durante il sonno.
LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO
Secondo la “teoria dell’apprendimento“, invece, il sonno REM avrebbe un ruolo determinante per la maturazione del sistema nervoso centrale. Durante la fase REM, infatti, si assiste ad un incremento dell’attività cerebrale.
In studi sperimentali alcuni soggetti sottoposti a sessioni intensive di apprendimento hanno presentato un aumento significativo del sonno REM, espressione del processo di fissazione dei dati appresi nella memoria a lungo termine.
LA TEORIA DEL RECUPERO
Altra teoria è quella “del recupero“, secondo questa teoria il sonno avrebbe una funzione di recupero e di ristoro sull’organismo durante le fasi NREM, fase di sonno profondo caratterizzato da onde cerebrali molto lente ed ampie, svolgendo un ruolo di riprogrammazione genetica dei comportamenti innati e di fissazione della memoria durante le fasi REM.
LA TEORIA DELLA CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA
La “Teoria della conservazione dell’energia“, invece, assegna al sonno il ruolo di convogliatore dell’energia corporea. Durante il sonno si assiste, infatti, ad una riduzione sia dell’attività metabolica sia della temperatura del corpo del 10%.
LA TEORIA EVOLUTIVA
Secondo la “Teoria evolutiva“, il sonno si sarebbe sviluppato sulla base di influenze ambientali arcaiche, dovute al rapporto tra preda e predatori. Durante il sonno le prede sono più vulnerabili in quanto meno sensibili agli stimoli. L’essere umano essendo meno in pericolo può dormire più a lungo.
Per fare un esempio, l’animale che presenta la quantità di sonno REM maggiore, circa 200 minuti, è proprio quello a meno a rischio ambientale: il gatto domestico.
LA TEORIA DELLA PULIZIA
Secondo la “teoria della “pulizia” l’effetto ristoratore del sonno è legato almeno in parte ad un meccanismo di smaltimento dei prodotti di scarto del metabolismo. Durante il sonno, infatti, il cervello metterebbe in atto un sofisticato sistema di autopulizia, che permetterebbe di smaltire prodotti di scarto come la proteina beta-amiloide, una neurotossina che viene prodotta durante il giorno e se presente in elevate quantità è responsabile della malattia di Alzheimer.
Quante ore di sonno sono necessarie per permettere al cervello di svolgere le sue funzioni?
In passato era consuetudine considerare un sonno ristoratore quello di almeno 8 ore. Oggi si sa che le ore di riposo ideali variano da un individuo all’altro. In media la maggioranza delle persone trova ristoro in un sonno compreso fra le 7 e le 9 ore. Discostarsi un poco da questo parametro non è sinonimo di patologia.
Il giusto sonno poi va sincronizzato con il proprio orologio biologico: i ritmi di ormoni, temperatura corporea, frequenza cardiaca e pressione, devono “andare d’accordo” con quelli del sonno e del ciclo luce/buio.
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