Ricerca condotta dal Fatebenefratelli di Brescia sulla fragilità cognitiva e sugli innumerevoli benefici che l’ozono terapia apporta nella prevenzione e nella cura del deterioramento delle capacità intellettive
30 Marzo 2021
Curare la fragilità cognitiva con l’ozonoterapia è possibile. Un team di ricercatori italiano ha osservato che l’uso dell’ossigeno-ozono apporta numerosi benefici a livello cognitivo per tutti quei pazienti che, a causa dell’avanzare dell’età, vengono colpiti da deterioramento delle capacità intellettive.
Lo studio, condotto dal team di ricerca dell’IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, è stato pubblicato sulla rivista Mechanisms of Ageing and Development edita da Elsevier, con il titolo “Molecular mechanisms in cognitive frailty: potential therapeutic targets for oxygen-ozone treatment”. Il team di ricerca è composto interamente da medici italiani: Catia Scassellati dell’Unità di Psichiatria Biologica dell’IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, Antonio Carlo Galoforo, docente del Master in Ozonoterapia dell’Università di Pavia, e Miriam Ciani, Roberta Zanardini, Cristian Bonvicini e Cristina Geroldi, del Laboratorio di marcatori molecolari, Unità Alzheimer dell’IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia.
“Il nostro lavoro – spiega Antonio Carlo Galoforo, membro del direttivo SIOOT – rappresenta un’innovazione assoluta perché si tratta del primo studio finanziato e supportato dal Ministero della Salute, che nel 2016 ha accettato i dati preliminari forniti dal Fatebenefratelli di Brescia e ha approvato un progetto finalizzato a testare l’efficacia dell’ossigeno ozono terapia nella cura della fragilità cognitiva. Il Fatebenefratelli, istituto di fama internazionale per quanto riguarda la ricerca sull’Alzheimer e sulle malattie neurodegenerative, si è rivelato il luogo ideale nel quale condurre lo studio”.
La fragilità cognitiva, da cui è affetto un numero sempre crescente di anziani, è un campanello di allarme per il possibile sviluppo di forme di demenza e di malattie neurodegenerative, per questo occorre intervenire tempestivamente. Ad oggi, tutti i trattamenti disponibili presentano problemi relativi al costo elevato e all’efficacia non sempre garantita.
Gli autori dello studio propongono una cura non farmacologica, a basso costo e soprattutto senza effetti collaterali: l’ossigeno-ozono terapia SIOOT. Quest’ultima rappresenta un’alternativa valida e non invasiva che, in maniera economica ed efficiente, potrebbe modulare i processi immunitari, infiammatori, ossidanti, metabolici, endocrini, microbiotici e rigenerativi compromessi nella fragilità cognitiva.
“Questa ricerca apre un percorso innovativo per le applicazioni dell’ozonoterapia – spiega il medico – Per la prima volta l’ossigeno-ozono è messo in relazione con il microbiota intestinale, che ha un rapporto diretto nel processo di degenerazione delle facoltà cognitive. Lo studio muove dalla constatazione che l’Italia è un paese pieno di anziani, si fanno sempre meno figli mentre la popolazione invecchia. Il nostro obiettivo, come medici ricercatori, è quello di assicurare la qualità delle vita agli anziani, affetti da una serie di patologie cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative. Se la centralina funziona bene, anche tutto il resto funzionerà, perciò è importante agire con la terapia di ossigeno-ozono in una fase precoce di declino cognitivo, quando è ancora possibile intervenire prima che sviluppi una potenziale patologia neurodegenerativa”.
I benefici dell’ozono si riscontrano soprattutto in relazione all’attivazione del sistema immunitario, a una migliore risposta dell’organismo alle infezioni, alla sovraregolazione dell’attività enzimatica antiossidante cellulare, al miglioramento del rilascio dei fattori di crescita piastrinici e della circolazione sanguigna, con una conseguente maggiore ossigenazione dei tessuti e a un incremento dei processi metabolici.
L’ossigeno-ozono terapia è utilizzata in medicina per il trattamento di diverse patologie, tutte legate da comuni denominatori: malattie causate da virus, batteri, funghi, insufficienze circolatorie, microcircolatorie o immunomodulate. Gli autori dello studio individuano nell’ossigeno-ozono terapia una valida metodica per il trattamento della fragilità cognitiva, “per la sua nota e ampiamente dimostrata capacità di cura in un ampio spettro di malattie: cardiovascolari, metaboliche, respiratorie, neurodegenerative e digestive”.
La strada da fare è ancora lunga ma “gli ottimi risultati ottenuti da questo studio possono portare ad altre ricerche sul tema delle malattie neurodegenerative – conclude Galoforo – Le potenzialità dell’ossigeno-ozono sono ampie ed è necessario avvalersene sia come terapia che come strumento di prevenzione per migliorare la qualità della vita dei pazienti”.
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