Roma, 24 Marzo 2020
Anche e soprattutto in questi tempi drammatici segnati dal Covid-19, occorre essere in grado di distinguere realtà da fantasia, azioni urgenti e corrette da fumosi palliativi, sperimentazioni scientifiche da pozioni miracolose, lavoro quotidiano da proclami autoreferenziali.
Come professionisti sanitari, anche noi oggi, fisioterapisti siamo in prima linea nel trattamento costante dei pazienti e ci vediamo costretti a segnalare messaggi equivoci, scientificamente non appropriati, assistenzialmente non opportuni ed eticamente scorretti. Ci riferiamo ai segnali che giungono ai cittadini da una parte del mondo degli osteopati, che nei giorni scorsi hanno fatto circolare messaggi ambigui, come purtroppo spesso possiamo registrare.
Di che si tratta? Di messaggi pubblici e di forte diffusione sociale come questi: gli osteopati suddetti hanno detto di poter aiutare i pazienti a guarire dal corona virus perché si muore non per il virus ma per il torace bloccato; questi osteopati pertanto “sbloccando miracolosamente il torace possono essere utili nel contrastare il coronavirus”; per non parlare di quei osteopati che assicurano di essere in grado “di guarire dalla febbre”, che in queste settimane preoccupa tutti gli italiani come primo sintomo del coronavirus. Le altre amenità legate a come questa pseudoscienza si vuole presentare in questo periodo di reale-emergenza le risparmiamo ai lettori.
Perché lanciamo proprio oggi – come nel passato, ma con voce più forte – questo grido d’allarme?
Ci permettiamo di fare, brevemente, un po’ di storia. Era il 1851, anno nel quale veniva pubblicato un capolavoro della letteratura americana, di Herman Melville, il romanzo Moby Dick; epoca nella quale si pensava fossero finiti i tempi bui. Tempi nei quali serviva il grasso delle balene cacciate dai balenieri per poter illuminare le oscure stradine dei villaggi statunitensi.
A tali periodi risalgono gli accadimenti della nostra storia. Era il 1870 quando Andrew Taylor Still, che aveva perso nel frattempo la moglie e 3 figli, stanco della medicina dell’epoca (che per inciso si ricorda essere oppio, whisky, sanguisughe, e spesso sedicenti “interventi” che venivano erogati da barbieri tuttofare), decise di trovare un nuovo metodo “alternativo” (già agli albori c’era qualcosa che non andava…) attingendo qua e là fra sciamani indiani, comunità cinesi (arruolati per costruire le ferrovie) ed altri soggetti che predicavano una non meglio definita spiritualità (idee spiritualiste, che a detta dello stesso Still, “mantennero un posto di rilievo e duraturo nel suo pensiero” – Trowbridge, Carol. Andrew Taylor Still, 1828-1917. Truman State University Press, 1991).
Ecco cosa troviamo, quando ci soffermiamo sulle radici dell’osteopatia: una pseudoscienza che dalla fine dell’Ottocento al XXI secolo, oggi anno 2020, nonostante gli avanzamenti di conoscenza e le innumerevoli scoperte scientifiche, ancora si tramanda come una religione. Il fatto che si discuta ancora sull’osteopatia quale “scienza” medica, delinea dei contorni a tratti grotteschi nonché preoccupanti. La sedicente “filosofia” osteopatica mira attraverso “assoluti” principi (dogmi secolari non soggetti al senso critico scientifico, autodeterminati e mai supportati da alcuna prova scientifica), come “la regola dell’arteria”, il “principio di autoguarigione” e “la memoria del trauma”, a risolvere disturbi come asma, colite, dismenorrea, infertilità, asimmetrie del cranio e se non bastasse ad oggi anche virus e febbre.
Pensiamo che tutto questo sia degradante e irrispettoso nei confronti di migliaia di ricercatori e studiosi della Scienza Medica che, giornalmente, si adoperano per trovare soluzioni reali ai bisogni di Salute dei cittadini i quali, ignari, si affidano poi in situazioni di necessità (o di pressione psicologica, come nel momento attuale) alle più disparate pseudo-cure. È preoccupante riscontrare come il cittadino di fronte a certi messaggi privi di reali fondamenti scientifici sia completamente abbandonato, e come non abbia accesso alle informazioni necessarie per poter acquisire conoscenze, per poter comprendere e scegliere liberamente, in caso di necessità, a quali cure affidarsi. È preoccupante l’ingerente onda mediatica, sapientemente usata ad hoc, che periodicamente sponsorizza e mitizza questa figura “capace” di sentire energie, mettere a posto segmenti ossei, risolvere le “tensioni”.
Come si giudica l’operato dell’osteopata che non è SANITARIO, ma che afferma di trattare pazienti? Secondo quali raccomandazioni, linee guida o buone prassi clinico-assistenziali dovrebbero essere valutati gli osteopati dato che ad oggi non esiste nulla di tutto ciò a supporto di questa pseudoscienza? Sarebbe interessante sollecitare la domanda “a che titolo oggi intervengono sulla salute delle persone con tecniche di non dimostrata efficacia (o, meglio, talvolta di acclarata inefficacia) basate su teorie che in 150 anni non sono mai state ne dimostrate ne tantomeno accertate e fondate su strategie valutative che risultano non affidabili ne validate”?
Il cittadino non ha forse diritto di sapere che l’osteopata al quale magari si è rivolto fino ad oggi, che non fosse preliminarmente fisioterapista o medico, ha operato sulla sua salute senza alcuna competenza riconosciuta dallo Stato Italiano? Che il titolo di osteopata ad oggi non è abilitante a operare su qualsiasi tipo di paziente, non essendo una delle Professioni Sanitarie Istituite ma solo identificata? Che la pratica dell’Osteopata si basa su dogmi e prevede l’attuazione di procedure non supportate da prove di efficacia? Per quanto ancora dovremo nascondere sotto la sabbia la testa ed accettare che si stia cercando da più parti di trovare il modo per proteggere dall’accusa di abusivismo di professione sanitaria qualche migliaio di persone, in virtù di un presunto “riconoscimento sociale”, probabilmente costruito ad arte attraverso massicce campagne pubblicitarie o quantomeno basato su un consistente effetto placebo?
Tutte queste sono le domande che ci poniamo anche in questo periodo di emergenza sanitaria di fronte al tentativo di “infilare” una pseudo professione-sanitaria all’interno della più importante emergenza che il nostro Paese sta affrontando dalla Seconda Guerra Mondiale. La speculazione, le inesattezze e l’utilizzo contorto delle parole utilizzate dagli osteopati sono tali che non si deve e non si può più tacere. Oggi più che mai.
FILIPPO MASELLI, PT, MSc, OMPT, PhD Student in Neuroscience
Presidente Nazionale del Gruppo di Terapia Manuale e Fisioterapia Muscoloscheletrica Italiano, Gruppo di Interesse Specialistico e Scientifico
AIFI– Associazione Italiana Fisioterapisti
FIRAS MOURAD, PT, MSc student, OMPT, PhD
VIcepresidente Nazionale del Gruppo di Terapia Manuale e Fisioterapia Muscoloscheletrica Italiano, Gruppo di Interesse Specialistico e Scientifico
AIFI–Associazione Italiana Fisioterapisti
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