Orfani di femminicidio: invisibili alle Istituzioni, come ribadito nell’evento organizzato dall’Associazione Giarrese Avvocati, presso il Tribunale di Catania.
GLI ORFANI DI FEMMINICIDIO
Li chiamano “orfani speciali“: ma di straordinario c’é solo l’intreccio tra trauma, solitudine, difficoltà economiche, mancanza di prospettive.
LO STATO ANCORA CARENTE
Comune denominatore: la mancanza di un modello di intervento dello Stato, multi-discipinare. E nonostante l’importante passo avanti della legge sui femminicidi, approvata quattro anni fa, con annessi supporti economici previsti, le carenze sono tuttora diffuse, da nord a sud.
L’EVENTO DI AGA – ASSOCIAZIONE GIARRESE AVVOCATI
Vuoti a cui si comincia a dare risposte, anche facendo tesoro della sofferenza di chi ci è passato prima, come racconta l’evento, organizzato da AGA – Associazione Giarrese Avvocati, moderato dall’avvocata Katia Germanà. Col patrocinio del: CoA, Centro antiviolenza Galatea, Il Giardino Segreto.
“Le vittime di femminicidio vengono chiamate invisibili ma, in realtà, non lo sono. Ciò che è emerso dal convegno è la ferrea volontà di smettere di etichettarli come orfani e vittime invisibili perché non sono affatto invisibili. Sono dei bambini con nome cognome e con identità. È fondamentale ribadire la necessità da parte dello Stato di prendere in carico tutte le vittime di femminicidio, soprattutto i figli perché sono loro le vittime di femminicidio in vita cioè sono bambini che hanno la necessità di un supporto a 360 gradi”.
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