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Omceo, Amato: “Va bene i neolaureati nei Pronto Soccorso, ma non è la soluzione”

Toti Amato, Presidente dell'Ordine dei Medici di Palermo

Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo commenta la decisione della Regione Siciliana di adottare i contratti ‘training on the job’ per impiegare nei Pronto Soccorso siciliani i neolaureati formati con appena 360 ore.


Palermo, 20 Settembre 2019

I contratti ‘training on the job’ che anche la Regione Siciliana vuole adottare per impiegare nei Pronto Soccorso siciliani i neolaureati formati con appena 360 ore presso il suo ente di formazione sanitaria Cefpas non è il modello formativo adeguato e non può essere in nessun modo una soluzione strutturale perché nelle aree d’emergenza in pochi minuti bisogna salvare spesso una vita e i giovani tirocinanti non hanno le giuste competenze“. E’ il commento del Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Palermo, Toti Amato.

Al di là delle posizioni favorevoli o meno dei singoli sindacati e associazioni – continua Amato nel mio ruolo di guida dell’istituzione ordinistica, garante della professione medica nell’interesse della salute dei cittadini e di tutti gli iscritti, soprattutto dei più giovani, ribadisco la stessa posizione della Federazione nazionale dei medici e le tante perplessità che ho già rappresentato all’Assessore della Salute Ruggero Razza: I contratti ‘training on the job’ possono essere adottati solo per tamponare nell’immediato la mancanza di 300 medici specialisti urgentisti. Per il futuro, servono interventi organici e una rete formativa in emergenza-urgenza qualificata e allargata sul territorio, che coinvolga le università e gli stessi ospedali dove potrebbero specializzarsi i giovani medici che frequentano gli ultimi anni di specialistica“.

La carenza di medici d’urgenza è un trend in ascesa – rimarca il Presidente dei medici siciliani – . Stabiliamo un tavolo e un calendario di lavori tra le istituzioni coinvolte nello sviluppo di una rete formativa che risponda ai bisogni di domani del sistema sanitario regionale, l’ordine offrirà tutta la collaborazione necessaria“.

Comprendiamo – prosegue Amatoche l’Assessore Razza debba agire velocemente per assicurare salute a tutti e coprire l’enorme sacca vuota di specialisti creata negli anni dalla mancanza di una stretegia e di una visione globale del sistema sanitario pubblico. Ma le criticità della soluzione individuata in tutte le regioni sono tante. I tironcinanti, per quanto affidati al tutoraggio dei dirigenti medici che operano nelle strutture ospedaliere, non possono avere le competenze necessarie per intervenire in situazioni difficili, che solo una formazione pluriennale e specifica può garantire. Non solo, non è detto che il paziente in condizioni critiche, trovandosi di fronte a un giovane medico, possa sentirsi ‘al sicuro“.

E poi c’è anche un aspetto assicurativo sulle responsabilità non indifferente – conclude il Presidente dell’Omceo – . I tirocinanti guadagnerebbero 22mila euro lordi all’anno con un contratto a tempo determinato di due. In un panorama generale, che vede tutti i medici nel mirino di pazienti insoddisfatti fagocitati dai avvocati senza scrupoli, dovrebbero sostenere anche i costi di una copertura assicurativa professionale. Un altro peso che non potrebbero reggere“.

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