A Catania il 1° International Forensic Symposium
Dall’analisi delle fosse comuni in Ucraina allo svelamento dei massacri di Franco: gli specialisti impegnati nel riconoscimento delle vittime delle stragi di guerra si danno appuntamento a Catania, in occasione della prima edizione dell’International Forensic Symposium dal tema “The Archaeology and Anthropology of Forensic Human Remains”, organizzato dal professore Cristoforo Pomara, ordinario di Medicina Legale dell’Università di Catania, col patrocinio della Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni (SIMLA).
QUAL È IL RUOLO DI SIMLA?
“Il ruolo di SIMLA è di supporto, per favorire una specialistica medico legale tipica che è l’archeologia e la Forensic Anthropology. La Medicina Legale è una branca a 360 gradi dove ci sono delle competenze specifiche diversificate, dalla competenza in ambito assicurativo, all’invalidità civile, alla patologia forense ma sicuramente anche l’antropologia e l’archeologia forense, che è una branca affascinante in quanto ammantata di storia” spiega il Prof. Francesco Introna, Presidente SIMLA.
IL PROGETTO
“Questo è un progetto solidaristico, che in questo momento stiamo dividendo come SIMLA, con il forte contributo del Prof. Cristoforo Pomara. Noi abbiamo innanzitutto prospettato, anche in sede di Comunità Europea, la presenza di un nucleo di patologi forensi europei che possano rappresentare un nucleo di osservazione e di pace per documentare effettivamente se ci sono, e di che entità questi siano, i crimini di guerra che vengono descritti. Il Prof. Pomara ha aggiunto la possibilità di utilizzare tutti i laboratori della Medicina Legale, quindi dalla balistica all’antropologia, alla patologia forense, per poter analizzare indagini di laboratorio relativi ai crimini di guerra che si svolgono in Ucraina” continua il Prof. Introna.
L’OBIETTIVO DEL SYMPOSIUM
L’obiettivo del Symposium è soprattutto quello di far luce su alcuni aspetti della storia e anche di ricostruire episodi che sono di recente attualità, ma anche di dare un senso a quello che unisce la Medicina Legale all’archeologia e a tante altre discipline.
“Partendo dalla storia dell’archeologia, questo Symposium ci proietta nel futuro perché i relatori sono degli esperti di assoluto pregio che portano, nel loro bagaglio culturale ed esperienziale, tecniche frutto di tutte le nuove tecnologie” spiega il Prof. Cristoforo Pomara, ordinario di Medicina Legale dell’Università di Catania.
“C’è un filo conduttore fra tutti gli interventi che è quello della necessità del lavoro multidisciplinare dell’equipe – continua il Prof. Pomara – quindi l’antropologo si ferma quando trova un resto che ritiene non di interesse archeologico e, quindi, chiama il patologo forense, il quale interviene perché magari viene interessato dall’Autorità giudiziaria, ma si ferma perché comprende che c’è necessità di approfondire se si tratta di un resto antropologo forense, poi interviene il bioantropologo forense, poi interviene il genetista forense, e tutti insieme si lavora per la soluzione di casi che possono essere storici o non storici ma sono tutti accomunati da un filo etico che è fondamentale, cioè la restituzione della dignità della morte”.
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