Home » Manovre per rianimare: il massaggio cardiaco nel bambino
Ogni cinque anni circa, l’International Liason Commitee on Resuscitation pubblica le linee guida sulle fasi della rianimazione, sia per il personale medico che per i non soccorritori. Queste sono diffuse in Europa dall’European Resuscitation Council e successivamente tradotte e diffuse in Italia dall’Italian Resuscitation Council e dall’American Heart Association. Vediamo di cosa si tratta.

di Melania Sorbera

Per il riconoscimento dell’arresto cardio-circolatorio nel bambino, le linee guida prevedono una sequenza di valutazioni e azioni, detta “ABC“, che guidano il soccorritore, occasionale o sanitario che sia, nel prestare assistenza.

Le ultime linee guida, parliamo sempre di protocollo pediatrico, sono state leggermente semplificate e prevedono anche che le persone addestrate al “Basic Life Support” nella sua versione per adulti, pur non avendo una specifica conoscenza di quella pediatrica, possano e debbano utilizzare la sequenza a loro nota anche su un bambino. Coloro che, invece, desiderano imparare la versione specifica pediatrica dovrebbero ricordare che è preferibile modificare la sequenza standard aggiungendo 5 ventilazioni iniziali. Vediamo in dettaglio in cosa consistono queste manovre di emergenza.

Nel bambino si utilizza tipicamente una mano sola; se la corporatura del paziente lo consente, si può utilizzare anche la tecnica classica a due mani, generalmente meno faticosa di quella a una mano. Se la rianimazione si prolunga e nel caso fosse presente un’altra persona, è sempre meglio effettuare la rianimazione in due, allo scopo di mantenere una perfusione cerebrale ottimale.

Nel neonato e nell’infante si utilizzano due dita, avendo cura di mantenere sempre ferma e in posizione la testa. Le dita possono essere quelle di una stessa mano oppure i due pollici: in questo caso, ci si farà aiutare per il posizionamento della testa.

Il massaggio cardiaco sui bambini va eseguito premendo sulla metà inferiore dello sterno e comprimendo il torace di circa 1/3, ad una frequenza tra le 100 e le 120 compressioni al minuto. La parte difficile è trovare il punto di compressione esatto. Nel neonato bisogna apporre il dito indice di una mano sullo sterno, appena al di sotto della linea che congiunge i capezzoli; il medio e l’anulare della stessa mano poste al di sotto dell’indice si troveranno nella posizione per il massaggio.

Nel bambino bisogna fare scivolare l’indice e il medio di una mano lungo il margine costale inferiore fino a incontrare lo sterno. Porre due dita, l’indice e il medio, nella parte bassa dello sterno in modo che il dito media sia a contatto con la giunzione sterno-costale prima individuata; la posizione per il massaggio si trova appoggiando il palmo dell’altra mano sullo sterno subito al di sopra delle due dita.

In entrambe le tecniche di compressione: a due dita o utilizzando le mani, lo sterno si deve abbassare con la compressione di 1-1,5 cm nel neonato e 2 cm circa del lattante. Nel bambino, ci si inginocchia a fianco dell’infortunato e si individua la zona su cui applicare le mani sovrapposte o il tallone della mano, esercitando una pressione verso il basso tale da abbassare il torace di 2-4cm. Le braccia dovrebbero essere perpendicolari rispetto al torace.

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