Home » Malattie della valvola aortica: progetto TAVI. Al Policlinico di Palermo i primi 100 casi
“Progetto TAVI al Policlinico di Palermo: i primi 100 casi”: successo per la due giorni di formazione, 4 e 5 ottobre, al Marina Convention Center. Il futuro sarà l’integrazione tra centri hub e centri spoke.

Si è conclusa con successo la due giorni dedicata al progetto TAVI, un progetto che mira ad offrire a tutte le realtà ospedaliere di Palermo e dell’intera Sicilia le competenze necessarie per l’utilizzo di questa nuova metodica endovascolare per le malattie della valvola aortica. L’obiettivo dell’evento, tenutosi il 4 e 5 ottobre al Marina Convention Center con provider e segreteria organizzativa a cura di Biba Group, è stato quello di condividere l’esperienza, maturata in un anno di attività con la nascita di un centro hub a luglio del 2023, e caratterizzata da una consistente e variegata casistica.

La collaborazione tra le due unità operative del Policlinico di Palermo, cardiochirurgica ed emodinamica, ha permesso di trattare in sinergia la malattia della valvola aortica del paziente anziano con tecnologia all’avanguardia senza necessità di tagli chirurgici, ossia con la metodica TAVI. “Un progetto importante portato avanti grazie al supporto della direttrice generale Maria Grazia Furnari e del direttore sanitario Alberto Firenze. – commenta Vincenzo Argano, direttore UOC di Cardiochirurgia – Sono stati raggiunti traguardi significativi con dei risultati clinici eccellenti al pari di strutture sanitarie nazionali ed internazionali. Il futuro sarà l’integrazione progressiva e completa tra i centri hub, dove vengono effettuate le procedure TAVI, e i centri periferici”.

Le procedure TAVI, dal primo impianto di Alan Cribier nel 2002, hanno avuto uno sviluppo tecnologico significativo e si sono inserite nelle linee guida internazionali per il trattamento dei pazienti con età maggiore ai 75 anni o anche più giovani ma gravati da rischi chirurgici elevati. “La stenosi valvolare aortica – spiega Salvatore Evola, responsabile della UOS di Emodinamica – è una patologia in costante crescita: almeno un soggetto su otto oltre i 75 anni ne è portatore. Affligge la popolazione anziana con altissima prevalenza ed è in grado di impattare moltissimo in maniera negativa sulla qualità di vita oltre che diventare fatale dopo un certo limite. Al Policlinico si è messa su un’equipe multidisciplinare competente formata da cardiologi, cardiochirurghi, anestesisti, ecocardiografisti, per affrontare tutti insieme una patologia che ha diversi aspetti da valutare prima del trattamento TAVI ma che è l’unica che può salvare la vita a tutti quei soggetti che non possono essere sottoposti ad un intervento chirurgico”.

Sono numerosi gli studi condotti in questi anni che hanno portato ad un cambiamento di approccio per curare le malattie della valvola aortica, “questa nuova tecnica, la TAVI, sta prendendo il sopravvento anche in pazienti a più basso rischio e sempre più giovani, – spiega Calogera Pisano, professore associato dell’U.O.C. del Policlinico – ma comunque occorre sempre muoversi con cautela mirando all’evoluzione tecnologica delle protesi usate, anche per via percutanea, per ridurre al minimo i rischi di questo trattamento nei pazienti giovani”.

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