Home » Malattia di Parkinson: il bilancio dopo il Covid-19

Dopo la malattia di Alzheimer, quella di Parkinson è la malattia neurodegenerativa più diffusa. E’ stata descritta per la prima volta da James Parkinson nel 1817 cosa è cambiato negli ultimi tempi nella diagnosi e nella terapia di questa malattia. In occasione della Giornata nazionale del Parkinson ne parliamo con Mario Zappia, presidente dell’Accademia Limpe Dismov la società scientifica che si occupa di Malattia di Parkinson e disturbi del movimento.


LA MALATTIA DI PARKINSON: QUANTO È IMPORTANTE LA DIAGNOSI PRECOCE?

La malattia di Parkinson è una patologia che si manifesta tipicamente con disturbi motori come il tremore, la lentezza di movimenti e la rigidità. Tuttavia, spesso questi sintomi non sono riconosciuti e possono essere scambiati per problemi ortopedici. Ciò può provocare dei ritardi nella diagnosi, il che rende ancora più importante avviare un percorso diagnostico corretto fin dalle fasi iniziali.

MALATTIA DI PARKINSON QUANDO SI MANIFESTA?

L’età media di esordio della malattia è intorno ai 60 anni e vi è una prevalenza di persone di sesso maschile. Tuttavia, il processo neurodegenerativo che porta alla malattia può durare molti anni prima che si manifestino i sintomi motori. Durante questa fase prodromica possono verificarsi sintomi non motori come disturbi del sonno, difficoltà a sentire gli odori, costipazione e sogni agitati.

MALATTIA DI PARKINSON:QUALI SONO LE CAUSE?

La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che ancora oggi presenta numerose incertezze riguardo alle sue cause. Solo una piccola percentuale di casi può essere associata a cause genetiche, mentre la maggioranza dei pazienti sembra essere influenzata da una combinazione di fattori ambientali e genetici di suscettibilità. Questi fattori possono essere rappresentati dall’esposizione a sostanze chimiche come pesticidi o dall’età avanzata.

MALATTIA DI PARKINSON: QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO E I FATTORI PROTETTIVI?

Durante la pandemia, in cui la convivenza con la malattia è diventata ancora più difficile, è stato importante conoscere i fattori di rischio e di protezione legati alla malattia di Parkinson. Tra i fattori di rischio ci sono l’uso di erbicidi in agricoltura e l’esposizione a sostanze chimiche, mentre tra i fattori protettivi troviamo l’attività fisica costante e una dieta mediterranea.

La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale, causando sintomi come tremori, rigidità e difficoltà nel movimento. Negli ultimi anni, ci sono state grandi novità terapeutiche nella lotta contro questa malattia, che hanno portato ad un cambiamento di approccio nella cura dei pazienti.

MALATTIA DI PARKINSON: QUALI SONO LE NOVITÀ TERAPEUTICHE?

Nonostante la progressione costante della malattia, oggi disponiamo di cure che consentono ai pazienti di avere un’aspettativa di vita simile a quella delle persone senza Parkinson. Attualmente, gli sforzi sono diretti a comprendere i meccanismi molecolari alla base della neurodegenerazione e a sviluppare farmaci in grado di agire sulle cause della malattia, invece che solo sui sintomi.

In particolare, si sta lavorando per aggredire le proteine responsabili della degenerazione neuronale, come l’alfa-sinucleina, attraverso l’uso di anticorpi e altre sostanze. Sebbene i risultati ottenuti finora non siano ancora del tutto soddisfacenti, siamo convinti che proseguendo su questa strada, riusciremo nel prossimo futuro a bloccare la neurodegenerazione alla base della malattia.

COME SI AIUTA UN PAZIENTE CON PARKINSON A VIVERE MEGLIO?

In primo luogo, la persona con Parkinson deve acquisire consapevolezza di se stessa e delle proprie capacità. È importante che il paziente impari a reagire alla malattia e a mettere in atto strategie per continuare una vita il più possibile normale, considerando anche la progressione della malattia.

Inoltre, la società deve essere vicina alle persone affette da Parkinson, fornendo loro assistenza sanitaria e servizi sociali adeguati. Molto spesso, infatti, il carico delle cure ricade sulla famiglia e sulle persone che stanno accanto al paziente, con conseguenze pesanti sia per il paziente che per i suoi caregiver.

COSA È ACCADUTO AI MALATI DI PARKINSON DURANTE LA PANDEMIA?

Durante la pandemia, in particolare, i malati di Parkinson hanno avuto molte difficoltà ad accedere alle cure e agli ambulatori. Tuttavia, la pandemia ha portato anche a un cambiamento nell’approccio alla cura dei pazienti, con lo sviluppo di nuove modalità di telemedicina che permettono di essere ancora più vicini ai pazienti nei loro domicili.

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