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Macchie sulla pelle: come si curano?

Parliamo ancora di macchie sulla pelle o cheratosi attinica. Come si cura questa malattia così diffusa tra i pazienti dermatologici? Ne parliamo con Fabio Ayala, professore emerito di Dermatologia dell’Università “Federico II” di Napoli

Di Melania Sorbera

Come viene considerata oggi questa patologia? Oggi una cheratosi attinica è già considerata un tumore cutaneo in situ e non più una precancerosi cutanea, come si riteneva fino a poco tempo fa – spiega il professore Ayala – in situ vuol dire che le cellule anomale sono tutte presenti nell’epidermide e non hanno ancora raggiunto lo strato più profondo della pelle, ovvero il derma. La presenza di dolenzia o infiammazione nella sede della cheratosi può essere segno di approfondimento del tumore. La diagnosi di carcinoma già invasivo è indicata spesso dall’indurimento della cheratosi, dalla sua estensione periferica, dalla comparsa di un nodulo o, ancor più, dal sanguinamento e ulcerazione. In questi casi spesso è indicata l’asportazione chirurgica tradizionale. Per tutto quanto detto e nell’ottica della prevenzione dei tumori maligni, è oggi necessario procedere il più presto possibile ad una terapia adeguata delle cheratosi attiniche“.

Qual è lo scopo del trattamento contro le cheratosi attiniche?Lo scopo di ogni trattamento delle cheratosi attiniche – aggiunge il dermatologo – è quello di distruggere o asportare le cellule atipiche che costituiscono una singola cheratosi. E’ vero che la regressione o scomparsa completa di una cheratosi attinica è possibile, ma è un evento poco frequente ed il rischio di andare incontro ad una lesione tumorale invasiva è troppo alto per poter consigliare al paziente un’attesa, sia pur vigile, senza effettuare alcun trattamento. La decisione circa il trattamento migliore dipende da molti fattori ma uno dei più importanti è il numero: la lesione singola è spesso trattata trattata in modo diverso dalle lesioni multiple. Se, ad esempio, il soggetto presenta al viso o allo scalpo calvo 8 o 10 cheratosi, ciò vuol dire che l’esposizione ai raggi solari è stata lunga e duratura, e quindi anche la pelle apparentemente normale tra una cheratosi e l’altra è certamente stata danneggiata e, anche se non visibili a occhio nudo, certamente gruppi di cellule anomale sono già presenti in tali aree apparentemente sane ed emergeranno come nuove cheratosi visibili entro tempi brevi.

La cheratosi singola è spesso trattata con crioterapia, elettrocoagulazione, curettage o laser, mentre le lesioni numerose vengono trattate con creme contenenti 5-fluorouracile, imiquimod o con terapia fotodinamica, utilizzando acido 5-aminolevulinico o sostanze simili. Questi ultimi trattamenti sono più indicati perché, applicati su tutta l’area in cui sono presenti le cheratosi, agiscono efficacemente anche in quelle zone della pelle apparentemente sane, effettuando un’azione di prevenzione su lesioni future“.

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