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L’olfatto dei cani riconosce il Covid-19

Alcuni cani accuratamente addestrati, sono riusciti a riconoscere dei ragazzi positivi al virus annusando le loro caviglie. Vediamo di cosa si tratta.

OLFATTO DEI CANI: CARATTERISTICHE

I cani hanno la capacità di riconoscere gli odori fino a 100 mila volte superiore rispetto agli umani. Il cosiddetto tartufo del cane, è il nome corretto per identificare il naso, è in grado di percepire circa mezzo milione di composti odorosi, presenti  anche in bassissime concentrazioni che gli permetterebbero perfino di fiutare un tumore in fase precoce.

A seconda di quanto è stato allenato l’olfatto del cane, questo può arrivare a percepire determinati odori a più di 1 km e mezzo di distanza. In media può fiutare tra distanze comprese tra 300 e 500 metri.

Queste doti incredibili sono da attribuire a due ordini di fattori:
da un lato il cane dispone di 300 milioni di recettori olfattivi, l’uomo ne ha 6 milioni, il gatto 200 milioni,
dall’altro la corteccia olfattiva canina occupa il 12,5% della massa totale del cervello dell’animale mentre quella umana ne ricopre appena l’1%.

Non tutti i cani però sono uguali. Alcuni cani hanno un olfatto più sviluppato di altri. In generale i lupoidi, i segugi e i cani da caccia, hanno una canna nasale più estesa e più “performante” dei brachicefali, quelle razze di cani in cui la mascella è più corta del normale.

 

L’OLFATTO DEI CANI RICONOSCE IL COVID-19

L’aspetto impressionante legato all’olfatto del cane è che oltre alla distanza, il cane è anche in grado di individuare più odori e l’esatta provenienza di questi contemporaneamente. Forse per questo proprio il cane è stato al centro di uno studio condotto in California su 1.558 studenti di 27 scuole diverse.

L’obiettivo era quello di riconoscere la presenza del Covid-19 e nel 90% dei casi gli amici a quattro zampe ce l’hanno fatta, semplicemente “sniffando” le caviglie degli studenti.

Lo studio realizzato dal Dipartimento di salute pubblica dello Stato, dal gruppo Kaiser Permanente e dalla associazione che addestra cani “Early Alert Canine” ha aperto scenari sul futuro coinvolgimento degli amici animali sulla diagnosi precoce di alcune malattie.

 

LA RICERCA

Pubblicata su JAMA Pediatrics, vediamo quali sono i dettagli della ricerca: durante i test i cani, hanno diagnosticato la presenza del Covid-19 in 383 ragazzi mancandone 18.

Alla sperimentazione, i ragazzi erano schierati in piedi a distanza di metri l’uno dall’altro e giravano le spalle ai cani, in modo da proteggere la privacy di chi venisse “diagnosticato” positivo al Covid-19 dall’animale.

Gli amici a quattro zampe erano stati addestrati a sedersi quietamente per un paio di minuti di fronte ai malati nei casi in cui annusassero il virus SARS-CoV-2 e così hanno fatto, dimostrando le loro straordinarie capacità.

Allo stesso risultato è giunto anche uno studio “C19-screendog“, coordinato dall’Università Politecnica delle Marche. Il presupposto era, anche qui, la dote canina capace di identificare i “VOC“, Composti Organici Volatili, contenuti in campioni di saliva, secrezioni tracheobronchiali o sudore ascellare di soggetti con Covid-19.

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