Il 92% dei pazienti con linfoma follicolare e linfoma della zona marginale – due forme di linfoma non-Hodgkin indolente – recidivanti o refrattari ha ottenuto una risposta ad axicabtagene ciloleucel, con il 76% che ha avuto una risposta completa.
Kite, società del gruppo Gilead, ha annunciato oggi i risultati dell’analisi primaria di ZUMA-5, uno studio clinico globale di fase II, multicentrico, a singolo braccio, condotto in aperto, che valuta l’uso di axicabtagene ciloleucel in pazienti adulti con linfoma non Hodgkin indolente (iNHL, indolent non-Hodgkin lymphoma) recidivante o refrattario dopo almeno due precedenti linee di terapia. Dopo una singola infusione di axicabtagene ciloleucel, il 92% dei pazienti con iNHL (valutabili per efficacia n=104) ha risposto, ivi incluso un 76% di pazienti che ha ottenuto una risposta completa (CR, complete response) a un follow-up mediano di 17,5 mesi. I dati sono in corso di presentazione nell’ambito di una sessione orale durante il 62° meeting annuale ed esposizione della American Society of Hematology (ASH) (Abstract #700). La presentazione è stata anche presa in considerazione per il Best of ASH (“il meglio di ASH”), ed è stata selezionata per essere inclusa nell’ASH Annual Meeting Press Program.
Sulla base di questi dati, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha accettato la domanda di licenza biologica supplementare (sBLA) e ha concesso ad axicabtagene ciloleucel la designazione di Priority Review per il trattamento del linfoma follicolare (LF) e del linfoma della zona marginale (MZL) recidivanti o refrattari dopo due o più linee precedenti di terapia sistemica, con una data operativa prevista ai sensi del Prescription Drug User Fee Act (PDUFA) fissata per il 5 marzo 2021.
Axicabtagene ciloleucel ha già ottenuto dalla FDA la designazione di “terapia fortemente innovativa” (BTD, Breakthrough Therapy Designation) per queste indicazioni. Se approvato, axicabtagene ciloleucel diventerebbe la prima terapia con recettore antigenico chimerico delle cellule T (CAR-T) approvata per il trattamento di NHL indolenti recidivanti o refrattari.
“È incoraggiante osservare questo livello di risposta alla terapia con cellule CAR-T in una popolazione di pazienti fortemente pretrattati e variamente recidivanti, nei quali si prevede una breve durata della risposta ad altre terapie disponibili”, ha affermato Caron A. Jacobson, MD, MMSc, Direttore Medico del programma di terapia cellulare immunitaria presso il Dana-Farber Cancer Institute e assistente Professore di medicina presso la Harvard Medical School. “Il nostro obiettivo terapeutico è quello di prolungare la sopravvivenza globale, e la notevole durata post-trattamento degli effetti di un singolo trattamento con axicabtagene ciloleucel è incredibilmente promettente per i pazienti recidivanti/refrattari, che sono spesso a più alto rischio di progressione precoce”.
Il 94% dei pazienti con LF recidivante o refrattario (n=84) ha risposto ad axicabtagene ciloleucel, compreso un 80% di pazienti che ha raggiunto una CR e un 64% di pazienti con risposta in corso a un follow-up mediano di 17,5 mesi. Dei pazienti con MZL recidivante o refrattario (n=20), l’85% ha risposto ad axicabtagene ciloleucel, mentre il 60% ha ottenuto una CR. La durata mediana della risposta (DoR, duration of response), la mediana della sopravvivenza libera da progressione (PFS, progression-free survival) e la mediana della sopravvivenza globale (OS, overall survival) non sono state raggiunte.
Nell’analisi di sicurezza (n=146), sindrome da rilascio di citochine (CRS, cytokine release syndrome) di grado 3 o superiore e eventi neurologici (EN) si sono verificati rispettivamente nel 7% e nel 19% dei pazienti. È stata osservata un’incidenza inferiore di EN di grado 3 o superiore nei pazienti con LF (15%) rispetto a quelli con MZL (41%), e le percentuali di CRS erano comparabili tra i due gruppi. Si sono verificati tre eventi avversi di grado 5, inclusi un paziente con insufficienza multisistemica nel contesto di CRS correlata al trattamento con axicabtagene ciloleucel, uno con dissezione aortica non correlata al trattamento con axicabtagene ciloleucel e uno con infezione da coccidioidomicosi non correlata al trattamento con axicabtagene ciloleucel.
Kite ha presentato i dati di sopravvivenza a quattro anni per axicabtagene ciloleucel nello studio ZUMA-1 su pazienti con linfoma refrattario a grandi cellule B. Sulla base di questi dati e di altri presentati ad ASH, Kite ritiene che axicabtagene ciloleucel possa portare speranze di sopravvivenza ai pazienti con diverse altre neoplasie ematologiche.
Axicabtagene ciloleucel non è ancora stato approvato da alcuna agenzia regolatoria per il trattamento del NHL indolente, incluso il linfoma follicolare (LF) o il linfoma della zona marginale (MZL, marginal zone lymphoma). La sua sicurezza ed efficacia non sono state stabilite in questi tipi di linfoma.
Axicabtagene ciloleucel è stata la prima terapia con cellule CAR-T a essere approvata dalla US Food and Drug Administration (FDA) e da EMA (European Medicines Agency) per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (diffuse large B-cell lymphoma, DLBCL) e linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (primary mediastinal large B cell lymphoma, PMBCL) refrattari o recidivanti, dopo due o più linee di terapia sistemica, incluso il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) non altrimenti specificato, il linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B e il linfoma a cellule B di grado elevato e il DLBCL derivanti da linfoma follicolare. Axicabtagene ciloleucel non è indicato per il trattamento di pazienti con linfoma primario del sistema nervoso centrale.
Il linfoma non Hodgkin indolente
Il linfoma follicolare (LF) e il linfoma della zona marginale (MZL) sono entrambi forme di linfoma non Hodgkin indolente (iNHL) in cui i tumori maligni crescono lentamente, ma possono diventare più aggressivi nel corso del tempo.
Il LF è la forma più comune di linfoma indolente, nonché il secondo tipo più comune di linfoma a livello globale. Rappresenta circa il 22% di tutti i linfomi diagnosticati in tutto il mondo. Il MZL è il terzo linfoma più comune, e rappresenta l’8 di tutti i NHL a cellule B.
Nonostante i progressi nella gestione e i sostanziali miglioramenti nella sopravvivenza a lungo termine, i pazienti con LF hanno esiti diversi. Attualmente, esistono opzioni limitate per il trattamento del LF e del MZL recidivanti/refrattari dopo due o più linee di terapia.
Lo studio clinico ZUMA-5
ZUMA-5 è uno studio di fase II a singolo braccio, multicentrico, condotto in aperto, che mira ad arruolare pazienti (età ≥18 anni) con iNHL recidivante o refrattario di sottotipo linfoma follicolare (LF) o linfoma della zona marginale (MZL) che hanno ricevuto almeno due precedenti linee di terapia sistemica, incluso un anticorpo monoclonale anti-CD20 combinato con un agente alchilante. L’obiettivo dello studio è quello di valutare l’efficacia e la sicurezza di una singola infusione di axicabtagene ciloleucel in questa popolazione di pazienti. L’endpoint primario dello studio è il tasso di risposta obiettiva (ORR, objective response rate) valutato da un comitato di revisione indipendente in base alla classificazione di Lugano del 2014. Gli endpoint secondari includono il tasso di CR e i livelli di DOR, PFS, OS, sicurezza e livelli di cellule CAR-T e di citochine. Lo studio è tuttora in corso.
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