Home » L’ictus cerebrale si può prevenire modificando il proprio stile di vita
#DontBeTheOne: il 29 ottobre si celebra la Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale

Roma, 26 Ottobre 2020

Tieni sotto controllo pressione, colesterolo, glicemia e malattie cardiache (soprattutto fibrillazione atriale che causa il 20% degli ictus); non fumare, non consumare alcolici in eccesso e non fare uso di droghe; svolgi un’attività fisica moderata e costante; segui una dieta sana ed equilibrata riducendo il sale che aggiungi negli alimenti, monitora il tuo peso. Poche, semplici indicazioni che però sono fondamentali per la prevenzione dell’ictus cerebrale: modificare il proprio stile di vita, curando alcune patologie che ne possono essere causa, significa effettuare una prevenzione attiva alla portata di tutti, mettendo in atto tutte le strategie necessarie per evitare l’ictus e le sue conseguenze.

Il 29 ottobre si celebra, come ogni anno, la Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale e la World Stroke Organization ha voluto – per questa edizione 2020 – accendere i riflettori sul tema della prevenzione, lanciando l’hashtag #DontBeTheOne: “1 persona su 4 verrà colpita da ictus nel corso della propria vita, non essere tu quella persona”, sottolineando il fatto che ben l’80% di tutti gli ictus può essere evitato, partendo dalla individuazione dei fattori di rischio sui quali ognuno di noi può intervenire.

Bisogna per prima cosa distinguere tra prevenzione primaria, quella di soggetti che non hanno sofferto di eventi cerebrovascolari e prevenzione secondaria, mirata invece a prevenire un nuovo episodio in chi è stato già colpito da ictus.

Alcuni dei fattori di rischio – quali ad esempio sesso, età e familiarità – non sono modificabili e non dipendono, quindi, dal comportamento del singolo; ma è anche vero che, fortunatamente, la maggior parte dei fattori di rischio ictus sono modificabili. Ecco qui di seguito i principali consigli:

1. Controllare periodicamente la pressione arteriosa, i valori di glicemia e colesterolemia, verificare l’eventuale presenza di fibrillazione atriale

2. Astenersi dal fumo

3. Non eccedere con il consumo di alcolici

4. Seguire la dieta mediterranea (ridurre il sale nei cibi ed evitare una dieta eccessivamente ricca di grassi di origine animale come i derivati del latte, carni grasse, salumi);

5. Svolgere regolare attività fisica (è sufficiente praticare abitualmente un moderato esercizio fisico, come camminare, fare le scale, ballare, andare in bicicletta o in piscina: attività praticabili a tutte le età).

 

Chi ha già avuto un ictus cerebrale dovrebbe:

Effettuare almeno 2 volte l’anno le visite di controllo programmate sia dal neurologo che da altri eventuali specialisti, come ad esempio il cardiologo

Eseguire, dove richiesto dal neurologo, esami strumentali di controllo, tra cui l’Ecocolordoppler dei vasi del collo, il Doppler Transcranico e l’Ecocardiogramma

La miglior prevenzione per eliminare i fattori di rischio elencati si basa soprattutto sull’adozione di corretti stili di vita: una dieta ipocalorica e iposodica, ad esempio, previene contemporaneamente il sovrappeso, l’ipertensione, il diabete e l’ipercolesterolemia, così come la cessazione dell’abitudine al fumo, all’alcool o sostanze stupefacenti riduce il rischio fino all’’80%. In caso di ipertensione conclamata, la terapia suggerita dal medico avrà una grande importanza preventiva, così come nel caso di soggetti affetti da diabete (in cui il rischio è aumentato circa del 50%) o da altre malattie croniche come ad esempio la fibrillazione atriale.

A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) fa proprio il messaggio definito a livello mondiale e ribadisce la necessità di prevenire una malattia che, per la sua elevata incidenza, rappresenta un problema assistenziale, riabilitativo e sociale di enormi dimensioni. L’azione preventiva contribuirebbe per circa l’80% dei casi ad una massiccia riduzione su scala dell’ictus e al raggiungimento di obiettivi globali per diminuire anche altre patologie quali le malattie cardiovascolari, il cancro, il diabete, e altre cause di invalidità e morte.

In occasione di questo importante appuntamento annuale, l’Associazione continua la sua battaglia contro questa malattia così complessa ricordando, ancora una volta, quali sono i sintomi che vanno riconosciuti tempestivamente:

non riuscire a muovere o avere minor forza ad un braccio, una gamba o entrambi gli arti dello stesso lato del corpo
avere la bocca storta
non riuscire a vedere bene metà o una parte degli oggetti
non essere in grado di coordinare i movimenti o di stare in equilibrio
non comprendere il linguaggio o non articolare bene le parole
 essere colpiti da un violento e molto localizzato mal di testa, diverso dal solito

Se improvvisamente compare anche uno solo di questi sintomi, occorre non aspettare. È necessario chiamare subito il 112 (in quelle regioni dove è attivo il Numero Unico di Emergenza) o il 118 perché, nel caso di sospetto ictus, il personale del centralino e quello dell’ambulanza sono in grado di attivare un particolare protocollo che indirizza velocemente all’ospedale più adeguato ovvero a quello in grado di gestire la fase acuta dell’ictus: è fondamentale infatti essere ricoverati nelle Unità Neurovascolari (Centri Ictus o Stroke Unit), reparti altamente specializzati per l’inquadramento clinico-diagnostico-terapeutico e la miglior gestione della malattia, dalla fase acuta alla riabilitazione neuromotoria e cognitiva precoce fino alla prevenzione delle possibili complicanze, con il trattamento dei fattori di rischio modificabili. 

L’ictus cerebrale, nel nostro Paese, rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Dei 150.000 italiani circa che ne vengono colpiti ogni anno, la metà rimane con problemi di disabilità di varia entità; attualmente sono circa 1 milione i sopravvissuti con esiti di ictus più o meno invalidanti.

Il fenomeno, però, è in crescita, anche per l’invecchiamento progressivo della popolazione, motivo per cui sarà sempre più necessario affidarsi alle strategie di prevenzione per gestire in modo sostenibile e adeguato la patologia nel lungo termine e in un contesto di cronicità e comorbidità.

Per maggiori informazioni www.aliceitalia.org.

 

A.L.I.Ce. Italia Odv è una Federazione di associazioni di volontariato diffuse su tutto il territorio nazionale, oltre 80 tra sedi e sezioni regionali e locali, senza scopo di lucro, democratiche, apolitiche le quali, pur autonome e indipendenti nelle proprie attività, collaborano al raggiungimento di comuni obiettivi statutari a livello nazionale, tra cui: diffondere l’informazione sulla curabilità della malattia, sul tempestivo riconoscimento dei primi sintomi e sulle condizioni che ne favoriscono l’insorgenza anche attraverso i media; sollecitare gli addetti alla programmazione sanitaria affinché provvedano ad istituire centri specializzati per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle persone colpite da ictus e ad attuare progetti concreti di screening; tutelare il diritto dei pazienti ad avere su tutto il territorio nazionale livelli di assistenza, uniformi ed omogenei.

Loro peculiarità è quella di essere le uniche ad essere formate da persone colpite da ictus, dai loro familiari e caregiver, da neurologi e medici esperti nella diagnosi e trattamento dell’ictus, medici di famiglia, fisiatri, infermieri, terapisti della riabilitazione, personale socio-sanitario e volontari.

A.L.I.Ce. Italia è membro della WSO, World Stroke Organization e di SAFEStroke Alliance for Europe, organizzazioni che riuniscono le Associazioni di persone colpite da ictus a livello mondiale ed europeo, diffondendo linee guida per la prevenzione, la miglior cura e la riabilitazione dell’ictus, oltre che delle Società Scientifiche ISO, Italian Stroke Organization ed ESOEuropean Stroke Organization.

Nel 2016 A.L.I.Ce. Italia ha promosso la costituzione dell’Osservatorio Ictus Italia insieme all’Intergruppo Parlamentare sui Problemi Sociali dell’Ictus, ISO, ESO, ISSDipartimento Malattie Cardiovascolari, Dismetaboliche e dell’Invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità e SIMGSocietà Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. L’Osservatorio opera per favorire una maggiore consapevolezza sulle problematiche legate all’ictus a livello istituzionale, sanitario-assistenziale, scientifico-accademico e sociale, in particolare sulle modalità di prevenzione e di cura di tale devastante malattia e si pone, come obiettivo condiviso, quello di far adottare in tutto il Paese criteri scientificamente basati e uniformi in materia.

Nel novembre 2017, grazie all’azione di A.L.I.Ce. Italia e dell’Intergruppo Parlamentare sui Problemi Sociali dell’Ictus, la XII Commissione Affari Sociali della Camera, ha approvato la Risoluzione sulla diagnosi e la prevenzione dell’Ictus cerebrale: Governo e Parlamento sono chiamati a promuovere e sostenere il più appropriato ed avanzato sistema di cura per l’ictus su tutto il territorio nazionale.

A.L.I.Ce. Italia, promotrice e in prima linea fin dall’inizio nel contribuire alla definizione di questo documento di straordinaria rilevanza, avrà adesso il compito di stimolare e monitorare l’impegno dei servizi sanitari regionali nell’applicazione e nella rapida implementazione organizzativa delle misure specifiche, declinate in 19 punti, la cui attuazione è stata già promossa a livello del Governo nazionale.

Nel dicembre 2018, l’Osservatorio Ictus ha presentato alla Camera i risultati del “Rapporto sull’Ictus in Italia. Una fotografia su prevenzione, percorsi di cura e prospettive”, che offre per la prima volta una descrizione completa della patologia nel nostro Paese. Nel dicembre 2019, infine, l’Osservatorio Ictus ha presentato il “Manifesto sociale contro l’ictus”, una call to action in 10 mosse per richiamare l’attenzione delle Istituzioni sul lavoro fondamentale ancora da fare, con la necessità di far collaborare Istituzioni, cittadini e società scientifiche.

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