Home » Le crisi epilettiche come modello di studio della coscienza umana

In campo neurologico – spiega la Dott.ssa Laura Tassi, presidente della LICE – Lega Italiana Contro l’Epilessiaper coscienza si intende la consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante, con conservata responsività ai diversi stimoli e di memorizzazione degli eventi, mentre la consapevolezza non è necessariamente associata ad una responsività più o meno adeguata. Sulla base di questi presupposti distinguere le crisi con coscienza e/o consapevolezza preservata ha implicazioni molto pratiche. Le crisi che non provocano una alterazione della coscienza dovrebbero essere considerate in modo diverso da quelle con deficit della coscienza, ad esempio riguardo la concessione dell’idoneità̀ alla guida di veicoli negli adulti, la capacità di svolgere alcune mansioni lavorative o l’interferenza con l’apprendimento nei bambini in età scolare”.

3 commenti

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  • […] Le crisi epilettiche irrompono nel vivere quotidiano in entrambi i sessi e hanno un impatto notevole in ambito scolastico, lavorativo e sociale, soprattutto nella vita delle donne, per il loro ruolo centrale nella cura dei figli. Inoltre, l’uso dei farmaci anticrisi può avere un impatto negativo a livello ormonale e riproduttivo: ciclo mestruale, utilizzo di contraccettivi, gravidanza, salute fetale e allattamento. […]

  • […] L’Epilessia, quindi, non è “una singola malattia“, meglio parlare di “Epilessie”: con un’attenta osservazione e descrizione delle manifestazioni cliniche, combinata ad un utilizzo ottimale degli strumenti diagnostici quali video-elettroencefalografia, neuro-diagnostica avanzata, analisi metaboliche e indagini genetiche, è possibile diagnosticare un numero crescente di Epilessie e sindromi epilettiche. […]

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