Nel 2009 l’IARC, “Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro” dell’OMS ha incluso l’esposizione ai dispositivi per l’abbronzatura che emettono radiazione UV nel Gruppo 1 dei “cancerogeni per gli esseri umani”. In molti Paesi sono stati introdotti divieti assoluti o restrizioni al loro uso. Vediamo cosa avviene in Italia.
Di Melania Sorbera
Abbronzarsi velocemente prima di recarsi al mare? Meglio aspettare il sole e farlo con cautela. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, l’uso intensivo delle lampade solari come l’esposizione intensiva ai raggi solari aumenta il rischio di tumori: 20 minuti di lampada solare equivarrebbero a 20 minuti al sole di mezzogiorno all’Equatore. Rischio cancerogeno accelerato insomma. I dati raccolti dal report IARC mostra un’idea più precisa della pericolosità: il rischio di tumore maligno della pelle aumenta del 20% ogni dieci anni a partire dalla prima esposizione alle radiazioni ultraviolette delle lampade solari. Un effetto aumentato del 75% in coloro che fanno uso di lampade abbronzanti al di sotto dei 30 anni.
Il Brasile, nel 2009, è stato il primo Paese al mondo a porre il divieto totale dei lettini solari, in Germania, è stato adottato un sistema meno invasivo, il divieto è soltanto ai minorenni. In Italia, il decreto legge 201/2011 è l’emanazione di un regolamento attuativo della legge del 4 gennaio 1990 per la “Disciplina dell’attività di estetista”. Nel decreto legge è previsto il divieto per i minorenni, per le donne in gravidanza e per coloro che soffrono di particolari patologie o si scottano facilmente al sole. Si dice, inoltre, che il miglioramento, nel corso degli anni, delle attrezzature utilizzate per “ridurre il rischio di danni a breve e a lungo termine” è dovuto al passaggio da lampade con raggi UV-B a quelle con raggi UV-A, “che hanno differenti spettri di emissione, cioè differenti rapporti fra le intensità” nelle radiazioni. Il decreto è rivolto alle operatrici e agli operatori che lavorano nei centri estetici sui quali ricade la responsabilità di osservare, e far osservare, quanto scritto, tra cui l’obbligo di fornire adeguate informazioni sui rischi che ogni persona può correre, in considerazione dell’età e delle particolari condizioni dell’utilizzatore, senza pubblicizzarne presunti “vantaggi” per la salute. Il decreto non si applica ai dispositivi abbronzanti liberamente venduti per l’utilizzo domestico che risultano, quindi, senza alcun controllo. Nel caso di decida di utilizzare quest’ultimi, occorrerebbe: utilizzare occhiali protettivi; evitare sedute troppo ravvicinate; togliere le lenti a contatto prima del trattamento, non utilizzare creme protettive. Secondo i dermatologi, ad essere veramente pericoloso è l’abuso e l’uso scorretto delle lampade solai. Una seduta di massimo 8 minuti con una lampada solare di buona qualità, a bassa pressione, ogni 2 mesi circa non è come l’esposizione continua e frequente che può indurre la formazione di tumori e formazioni maligne sulla pelle.
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