L’accessibilità alle strutture sanitarie da parte dei disabili è un verso problema. Cosa accade per le donne in particolare? Cosa fare? Ne parliamo con Francesca Arcadu, referente del Gruppo Donne UILDM e Ester Micalizzi, dottoranda in Sociologia dell’Università di Genova.
DONNE E DISABILITÀ: LE SFIDE DELL’ACCESSO AI SERVIZI SANITARI DURANTE LA PANDEMIA
Negli ultimi due anni, la pandemia da COVID-19 ha causato enormi ritardi e cancellazioni di visite mediche, rendendo difficile per i pazienti seguire i protocolli delle proprie cure. Le persone con disabilità, e in particolare le donne con disabilità, hanno dovuto affrontare difficoltà ancora maggiori a causa della loro condizione di fragilità.
Le donne si trovano spesso ad affrontare lunghe attese per le visite ginecologiche ostetriche e vivere in isolamento a causa della mancanza di servizi e assistenza socio-sanitaria. Inoltre, la mancanza di assistenza durante la visita, la mancanza di informazioni adeguate e l’accesso limitato alle cure sanitarie sono solo alcune delle sfide che le donne con disabilità affrontano nel contatto con la medicina e gli ospedali.
Durante la pandemia, queste difficoltà sono state esacerbate dalle restrizioni e dalla difficoltà di accesso agli ospedali, aumentando la discriminazione intersezionale che le donne con disabilità vivono quotidianamente. Le difficoltà nell’identità personale e geografica, insieme ai disagi principali rispetto ai servizi ginecologici ostetrici, rendono difficile per le donne con disabilità gestire le proprie difficoltà attraverso le proprie risorse personali e sociali.
DONNE E DISABILITÀ: L’IMPEGNO DELLA UILDM PER L’ACCESSIBILITà AI SERVIZI ECO-GINECOLOGICI
La disabilità rappresenta ancora oggi una barriera importante alla piena partecipazione sociale e alla realizzazione personale di molte donne. In particolare, l’accessibilità ai servizi eco-ginecologici risulta spesso difficoltosa a causa della mancanza di adeguate strutture e dell’impreparazione del personale medico ad accogliere le donne diversamente abili.
Il Gruppo Donne William, in collaborazione con i psicologi della UILDM, ha avviato nel 2021 un progetto di mappatura, analisi e riflessione sull’accessibilità dei servizi eco-ginecologici alle donne con disabilità, giunto alla sua seconda edizione dopo quasi dieci anni di distanza dal primo questionario del 2013.
Il quadro che emerge dalle ricerche condotte è preoccupante: si riscontra infatti una generale impreparazione degli ambulatori ostetrico-ginecologici ad accogliere le donne con disabilità di ogni tipo, sia dal punto di vista strutturale (a causa della presenza di barriere architettoniche e della mancanza di strutture adeguate), che da quello del personale medico (che spesso non sa come relazionarsi alle donne con disabilità, conoscere i loro bisogni e accogliere con competenza le specificità legate alla disabilità al femminile).
Le donne diversamente abili hanno gli stessi desideri e le stesse aspettative riguardo alla loro sfera sessuale e sentimentale delle donne senza disabilità, ma spesso incontrano difficoltà a esprimere liberamente questo aspetto, sia all’interno della propria famiglia (a causa di pregiudizi e mancanza di informazione), sia nel rapporto medico-paziente (dove la sessualità può essere negata o disincentivata).
QUANTO È IMPORTANTE L’ACCESSIBILITÀ DELLE DONNE DIVERSAMENTE ABILI ALLE INFORMAZIONI SULLA PROPRIA SESSUALITÀ?
Le donne spesso incontrano difficoltà nell’accedere ai servizi medici e alle informazioni sulla loro sessualità. Secondo un’indagine condotta dal gruppo “Donne With Me” in collaborazione con psicologi, ci sono ancora molte carenze nella disponibilità di questionari efficaci e nell’accessibilità alle strutture sanitarie.
Nonostante ci siano stati alcuni progressi, la situazione non sembra migliorare significativamente negli ultimi anni. Le strutture private sembrano essere più attente alle esigenze dei pazienti, ma manca ancora una cultura dell’accoglienza delle donne con disabilità.
In particolare, le donne con disabilità fisica spesso si trovano di fronte a strutture che non sono dotate delle attrezzature necessarie per facilitare l’accesso ai servizi medici, come ad esempio i lettini ribaltabili e i sollevatori. Anche per quanto riguarda la disabilità sensoriale e psichica ci sono enormi mancanze.
È fondamentale che le strutture sanitarie diventino più accessibili per le donne con disabilità, e che venga data maggiore attenzione ai loro bisogni sessuali. Ad esempio, il mammografo dovrebbe essere dotato di un meccanismo per abbassarsi fino all’altezza della carrozzina, e ci dovrebbero essere spogliatoi con dimensioni adeguate.
Ma l’accessibilità delle strutture sanitarie non è l’unica sfida per le donne con disabilità. La famiglia gioca un ruolo importante nella loro vita e nella loro capacità di avere relazioni romantiche e sessuali. È fondamentale che le famiglie supportino le donne con disabilità nel loro percorso verso l’età adulta e nell’esplorazione della loro sessualità.
Tuttavia, è importante abbattere il tabù che ancora circonda la sessualità delle persone con disabilità, e che sia data loro la possibilità di esplorare la propria sessualità senza giudizio o pregiudizio.
COME È POSSIBILE MIGLIORARE LA COMUNICAZIONE CON IL MEDICO?
Le donne spesso si trovano ad affrontare molte difficoltà nell’instaurare un rapporto adeguato con i medici, sia per quanto riguarda la necessità di spazi adeguati e comodi, sia per quanto riguarda la necessità di un aiuto per la spogliazione e rivestimento. Anche la posizione ginecologica può essere difficile da assumere, e molti medici non sono adeguatamente preparati per aiutare le donne con disabilità a gestire queste difficoltà.
Inoltre, spesso i medici tendono a parlare con i familiari invece che con le donne con disabilità stesse, trascurando così i loro bisogni e le loro esigenze. Questi problemi hanno un forte impatto sul benessere psicofisico delle donne con disabilità, che spesso si sentono invisibili e sottovalutate.
Per superare queste difficoltà, è importante che la comunicazione tra medico e paziente sia basata su un approccio olistico che tenga in considerazione la complessità dei bisogni delle donne diversamente abili, sia in ambito affettivo-sessuale-sentimentale che in ambito riproduttivo.
Inoltre, è fondamentale garantire alle donne con disabilità spazi adeguati e comodi per poter svolgere le visite mediche, sia per quanto riguarda gli spogliatoi che i lettini.
Infine, è importante diffondere una cultura di sensibilizzazione e uguaglianza per garantire un futuro migliore alle donne diversamente abili e ai loro figli.
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