Home » La sessualità e le patologie negli adolescenti

Varicocele, infezioni, fimosi, problematiche legate alla sfera sessuale. Ne parliamo con il prof. Bruno Giammusso andrologo.

In Italia, 8 maschi su 10 non sono mai andati dall’andrologo o dall’urologo per sottoporsi alla visita andrologica.
4 maschi su 10 ritengono che rivolgersi al medico sia inutile, a meno di non accusare disturbi;

Le patologie dell’apparato genitale maschile più diffuse sono:

– Tumore del testicolo (soprattutto tra i 20 ed i 40 anni)
– Tumore della prostata (35 mila nuovi casi all’anno in Italia)
– Ipertrofia prostatica benigna (che riguarda oltre la metà degli uomini sopra ai 60 anni)
– Varicocele
– Impotenza
– Prostatiti

In Italia il 14% dei diciottenni presenta un volume testicolare ridotto, condizione che aumenta il rischio di infertilità; un problema che dovrebbe essere oggetto di monitoraggio già dai primi mesi di vita.

Le citate patologie impattano sensibilmente sulla vita personale e relazionale di chi ne è affetto, ma, in molti casi, si possono prevenire o diagnosticare precocemente: la diagnosi e terapia precoce delle patologie andrologiche in età adolescenziale tutela la salute sessuale e riproduttiva dell’uomo.

Oggi, diversamente dalle ragazze che già in età adolescenziale si rivolgono al ginecologo, i ragazzi non si dedicano alla prevenzione sanitaria e moltissime patologie andrologiche sfuggono alla osservazione del medico (varicocele, testicoli ritenuti, ipospadie, ipogonadismi).

Anche in considerazione dell’innalzamento dell’età genitoriale a circa 40 anni, prevenzione, diagnosi e terapie tempestive diventano indispensabili per la salvaguardia della fertilità maschile e della futura coppia.

Occorre effettuare un colloquio informativo con lo Specialista
Visita Specialistica Andrologica
Ecografia testicolare (scrotale)
Analisi cliniche e Dosaggio ormonale specifico (ove necessario)
Accelerare i tempi in fatto di diagnosi e prevenzione, e sottoporsi a screening e visite mediche d’eccellenza consente di mantenere lo stato di buona salute, laddove necessario, di intervenire con terapie e/o cure non invasive – evitando l’insorgenza di problematiche più serie nel tempo – e di preservare da condizioni patologiche gravi più difficilmente risolvibili in fase avanzata.

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