Home » La sentenza emessa dal giudice ha stabilito che non vi è la necessità di procedere nei confronti dei sanitari accusati


La sentenza emessa dal giudice ha stabilito che non vi è la necessità di procedere nei confronti dei sanitari accusati di aver causato la morte di Rosa Castiglione per insufficienza renale non diagnosticata. Dopo 9 anni di processo, le accuse sono state cancellate in quanto il reato è prescritto.

Nove anni dalla morte della paziente alla sentenza di primo grado: troppo tempo perchè si possa arrivare a una pronuncia nel merito. Il giudice monocratico Fulvia Veneziano ha, quindi, dichiarato la prescrizione, dall’accusa di omicidio colposo, nei confronti di tre medici dell’ospedale San Giovanni di Dio coinvolti nell’inchiesta per il decesso di Rosa Castiglione, 53 anni, avvenuto il 2 luglio del 2013.

La donna, secondo quanto ipotizzava la procura, sarebbe morta a causa di un’insufficienza renale non diagnosticata. A seguito di una denuncia presentata dai familiari sono finiti a processo Marcella Indelicato, 49 anni, medico del pronto soccorso; Antonio Granata, 53 anni, primario del reparto di Nefrologia e Pasquale Zicari, 65 anni, medico chirurgo, tutti in servizio all’ospedale di Agrigento. 

I sanitari erano accusati di avere provocato la morte della donna perché avrebbero effettuato una terapia idratante omettendo, invece, di predisporre una tac che avrebbe potuto rimediare allo scompenso metabolico. La cinquantenne riferì di accusare dolore addominale e vomito. I sanitari prescrissero una serie di accertamenti per mettere meglio a fuoco la situazione. Gli esami ematochimici, in particolare, evidenziarono una insufficienza renale acuta. Un corretto approccio, sosteneva l’accusa, avrebbe potuto evitare il decesso della donna.

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