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Che cos’è l’ipertrofia prostatica benigna? Come si può curare? Quali sono i sintomi? Perché viene? Quando si deve operare per ipertrofia prostatica? Ne parliamo con il prof. Salvatore Sansalone, Urologo-Andrologo dell’Università Tor Vergata di Roma e direttore del Poliambulatorio GI.SA. Catania.

Ipertrofia prostatica benigna

L’ipertrofia prostatica benigna non è altro che un aumento di volume della prostata che comporta una serie di disturbi da un punto di vista minzionale, una condizione che negli uomini si presenta al di sopra dei 50 anni intorno al 50 % e con l’aumentare dell’età aumenta anche la percentuale di presenza.

Superata una certa età nell’uomo ci sono dei controlli necessari da fare per accorgersi di questo problema, ma ciò che è veramente significativo è che nell’uomo cambia la qualità della vita.

I disturbi dell’ipertrofia prostatica benigna

Cominciano a presentarsi una serie di disturbi tra i quali l’alzarsi la notte iniziando con 1-2 volte nel corso della nottata fino a quei pazienti dove il volume prostatico è molto grande e addirittura si possono alzare anche 5 volte a notte.

Il getto è diminuito (esitazione minzionale) e i pazienti non svuotano completamente la vescica, quindi si ha un ristagno vescicale che determina quelle che sono una serie di infezioni urinarie. Questi sono i disturbi che alterano la qualità della vita.

Gli esami da fare per l’ipertrofia prostatica benigna

Al di sopra dei 50 anni i pazienti fanno dei controlli, principalmente il PSA – acronimo di Prostate Specific Antigen, italianizzato in Antigene Prostatico Specifico – un antigene prostatico che ci permette di fare una distinzione.

Perchè magari l’aumento di volume della prostata può portare a quello che è un tumore della prostata, però non è una conseguenza certa, infatti il tumore alla prostata non ha un marker specifico.

Successivamente a questo esame è poi importante fare un’ecografia: L’ecografia principale e l’ecografia prostatica trans-rettale.

Questo ci permette di individuare e di quantificare la eventuale presenza di un terzo lobo e di valutare il volume della prostata

Molto spesso l’uomo ha la tendenza a posticipare l’appuntamento con lo specialista mentre poi è la moglie che spinge il marito ad andare dall’urologo o andrologo, c’è anche da considerare che dai 10 secondi – 15 secondi per urinare, si ci mette qualche minuto ad andare in bagno.

Quindi la moglie si accorge di questo e spinge il marito verso un controllo specialistico.

Il campanello d’allarme per capire l’ipertrofia prostatica benigna

Il prolungamento e la difficoltà ad urinare è dunque un altro importante campanello d’allarme da sottolineare assolutamente, perché questo aumento di volume prostatico, ovvero questa presenza dei 2 lobi prostatici determinano una ostruzione e questa ostruzione determina appunto un mancato svuotamento delle urine dalla vescica.

Molto spesso il paziente spinge con la pancia (torchio addominale) cioè spinge forte per poter espellere la pipì o le urine ma resta ancora la sensazione di non essere riusciti a pieno, perché appunto c’è un ristagno all’interno ed è un’altro motivo per non ritardare la visita specialistica perché la vescica è dotata di un muscolo che si chiama detrusore.

La vescica da una capacità di 200 -300 cc all’interno e a lungo andare, se il paziente non fa una visita specialistica e questa vescica non riesce a svuotarsi completamente, può avere un affiancamento del muscolo e avrà un ulteriore ristagno all’interno della vescica e delle vie urinarie.

Quando gli specialisti dicono ipertrofia prostatica benigna, lo affermano perché hanno la tendenza ad escludere che ci siano altri problemi. Questo PSA è suddiviso in 3 tipi:

  • totale
  • il libero
  • il rapporto

Questi sono tre valori fondamentali perché ci permettono di fare un’iniziale distinzione se c’è un processo infiammatorio come può essere quella che è una prostatite (perché anche la prostatite porta ad un innalzamento del PSA).

Ecografia prostatica transrettale

Successivamente facciamo un ecografia prostatica transrettale che ci permette di valutare il volume prostatico; se ci sono delle piccole aree sospette che possono indurre ad effettuare altre indagini abbiamo anche la fortuna di avere un ulteriore esame cardine prima di fare quella che è la biopsia prostatica.

La risonanza magnetica multi-parametrica: è un esame fondamentale perché ci permette di ridurre il numero delle biopsie prostatiche, infatti grazie alla risonanza magnetica multiparametrica anche se ovviamente non si ha la certezza del 100 % ci dà un grande aiuto per fare un’indagine per escludere una patologia tumorale.

Nei soggetti senza familiarità al tumore alla prostata dai 50 anni si fa una volta all’anno, nei soggetti che hanno una familiarità con tumore della prostata questa età scende intorno ai 40 anni però è doveroso fare una una grossa distinzione tra quello che è la forma tumorale da quella che l’ipertrofia prostatica benigna.

Il paziente che soffre di ipertrofia prostatica benigna che cosa si deve aspettare dal trattamento?

Si inizia da una terapia farmacologica e nel caso in cui questa terapia non dovesse funzionare si procede a quello che è un intervento chirurgico.

Fino a qualche anno fa si eseguiva la TURP, o resezione transuretrale della prostata ed era l’intervento chirurgico gold-standard che necessitava circa di 3 giorni di ricovero e già dal quarto giorno a casa.

C’era però una problematica di sanguinamento, in alcuni casi anche rischio di incontinenza ma ciò che era importante, che nel 100 % dei casi c’era l’eiaculazione retrograda che significa avere il liquido seminale durante i rapporti sessuali che non usciva più verso l’esterno.

La tecnica REZUM per l’ipertrofia prostatica benigna

Oggi fortunatamente grazie alla chirurgia innovativa abbiamo una nuova tecnica che si chiama REZUM: una tecnica a detta del Dr. Sansalone fantastica perché effettuabile in ambulatorio.

La durata di circa un quarto d’ora e dopo un paio di ore il paziente può tornare a casa senza necessità di un’anestesia generale o spinale, ma semplicemente con una piccola sedazione.

Non ha perdita di sangue e quasi nell’80% dei casi c’è la preservazione dell’eiaculato. è un intervento in day hospital senza anestesia totale, bensì locale e che in poche ore riesce a risolvere un problema che genera molte più problematiche rispetto al tempo che si si spende per risolverlo.

La procedura REZUM dura circa 10 – 15 minuti e si tratta di iniettare all’interno della prostata del vapore acqueo, questo permette una disostruzione della della prostata e nell’arco di circa un mese il paziente abbandona immediatamente la terapia farmacologica.

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