Home » Invecchiamento cerebrale: quando preoccuparsi

L’invecchiamento cerebrale, quando siamo di fronte ad un processo fisiologico e quando si tratta invece di una patologia? Quando si tratta di un processo fisiologico, come rallentarlo? Ne parliamo con Sebastiano Bucello, neurologo, dirigente dell’ospedale Muscatello di Augusta, Asp 8 di Siracusa e Vanessa Moscuzza, neuropsicologa e psicoterapeuta che si occupa di riabilitazione cognitiva.


QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA DECORSO NORMALE E PATOLOGICO

L’invecchiamento cerebrale è un processo fisiologico che coinvolge anche il cervello, come il resto del nostro corpo. Mentre l’invecchiamento fisico è spesso percepito come normale e accettato, il rallentamento cognitivo può essere molto preoccupante, poiché le richieste sulle prestazioni cognitive rimangono molto alte. Inoltre, il declino cognitivo dipende dal grado di maturità del cervello e dal grado di impegno richiesto.

Il primo sintomo del declino cognitivo è spesso un problema di memoria, che può includere dimenticanze minori, come dimenticare dove si è parcheggiata l’auto o dove sono state posate le chiavi. Questi sintomi possono essere causati dall’invecchiamento normale o dal decorso patologico dell’invecchiamento cerebrale.

Non tutte le abilità cognitive sono influenzate dall’invecchiamento, ma alcune possono essere influenzate dall’invecchiamento normale, come la memoria di lavoro, la capacità di rispondere velocemente alle domande o la capacità di immagazzinare un’informazione nuova.

Quando queste abilità vengono accompagnate da una difficoltà nel funzionamento quotidiano, il decorso dell’invecchiamento cerebrale può diventare patologico.

Il decadimento cognitivo lieve è uno stato di confine tra l’invecchiamento normale e la demenza. In questo stato, si verificano prestazioni deficitarie nella memoria, nel linguaggio e nell’attenzione, che compromettono il funzionamento quotidiano.

Tuttavia, questo tipo di decadimento cognitivo spesso non viene rilevato nel quotidiano perché viene compensato da altre strategie apprese nel corso della vita, come la scolarità.

In generale, è importante distinguere tra l’invecchiamento normale e il decorso patologico dell’invecchiamento cerebrale. Mentre l’invecchiamento normale è un processo naturale, il decorso patologico dell’invecchiamento cerebrale può portare alla demenza e ad altre malattie neurodegenerative.

È importante rilevare tempestivamente i sintomi del decorso patologico dell’invecchiamento cerebrale per prevenire e trattare la demenza e altre malattie neurodegenerative.

COME PREVENIRE L’INVECCHIAMENTO CEREBRALE?

L’invecchiamento cerebrale è un processo naturale che coinvolge la riduzione delle funzioni cognitive e la diminuzione delle capacità di apprendimento. Tuttavia, ci sono molte strategie che possono aiutare a mantenere il cervello attivo e prevenire l’invecchiamento cerebrale. In questo articolo, esploreremo alcune di queste strategie.

Per prevenire l’invecchiamento cerebrale, è importante tenere il cervello impegnato. Ci sono diverse attività che possono aiutare a stimolare il cervello, come memorizzare numeri, leggere un nuovo libro o farsi delle domande di conoscenza generale. Questi esercizi possono essere fatti quotidianamente per mantenere il cervello attivo e sollecitato.

L’attività fisica non è solo importante per il benessere del corpo, ma anche per quello del cervello. Le attività fisiche possono stimolare e alzare i livelli di benessere, contribuendo a prevenire il decadimento cognitivo. Fare regolarmente attività fisica può aiutare a mantenere il cervello attivo e prevenire l’invecchiamento cerebrale.

RIABILITAZIONE COGNITIVA: È POSSIBILE RECUPERARE LE ABILITÀ COGNITICE COMPROMESSE?

In caso di patologie o danni cerebrali, la riabilitazione cognitiva può aiutare a riabilitare le abilità cognitive che sono state perse o compromesse. Questo tipo di riabilitazione utilizza interventi mirati e strutturati, che hanno un’intensità crescente. Inoltre, la riabilitazione cognitiva può favorire il rallentamento nel decadimento cognitivo e stimolare globalmente l’attività mentale del soggetto.

Anche in un soggetto normale, è possibile fare della stimolazione cognitiva per mantenere il cervello attivo. Questo può essere fatto quotidianamente con piccoli accorgimenti o utilizzando degli strumenti computerizzati o carte e matite per lavorare in modo mirato sulle funzioni cognitive.

Inoltre, è possibile fare delle sessioni di stimolazione, dove il paziente viene simulato attraverso una propria simulazione quotidiana con l’uso di lenti che vanno a stimolare entrambi gli emisferi cerebrali.

TONO DELL’UMORE E INVECCHIAMENTO CEREBRALE: COME LA DEPRESSIONE PUÒ INFLUIRE SULLA MEMORIA?

Il tono dell’umore è un elemento fondamentale nella valutazione dell’attenzione e della memoria. Molto spesso, infatti, un deficit di attenzione viene scambiato per un deficit di memoria, quando invece la mancanza di attenzione impedisce la memorizzazione delle informazioni. È quindi importante comprendere le cause del deficit attentivo, soprattutto all’interno dei disturbi dell’umore.

La depressione, ad esempio, può essere sia una causa che una conseguenza di uno stato dementigene iniziale. Se la depressione è la causa principale, la cura della depressione può migliorare la capacità mnemonica del paziente. Al contrario, se la depressione è secondaria alla degenerazione cerebrale, la cura della depressione può solo modulare il sintomo senza correggere il quadro clinico.

All’interno della valutazione neuropsicologica, è importante interagire con i caregiver per ottenere informazioni attendibili sul paziente. La depressione, infatti, non riguarda solo il paziente, ma anche la famiglia che si prende cura di lui. I familiari hanno bisogno di sostegno e di informazioni pratiche per gestire le situazioni quotidiane.

L’approccio migliore è quello di minimizzare senza ignorare i sintomi, per evitare di compromettere l’umore del paziente e la sua capacità mnemonica. È importante fornire supporto e indicazioni funzionali, accompagnando il paziente e il caregiver in un percorso di cambiamento delle abitudini quotidiane.

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