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Incontinenza urinaria e fecale, Fondazione Italiana Continenza: “Riattivare in Sardegna la Rete regionale dei Centri”

Lettera della Fondazione Italiana Continenza alla Regione Sardegna per la richiesta di riattivazione della Rete regionale dei centri per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza urinaria e fecale.

Cagliari, 12 Aprile 2021 

L’effettiva attivazione della Rete dei Centri per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza urinaria e fecale, già costituita con Delibera della Giunta Regionale della Sardegna n. 2-8 del 22 gennaio 2014, ovvero la sua costituzione ex novo in virtù dell’Accordo Stato/Regioni sul “Documento tecnico ministeriale di indirizzo sui problemi legati all’incontinenza urinaria e fecale” firmato il 24 gennaio 2018, è stata chiesta dai vertici della Fondazione Italiana Continenza in una lettera inviata al Presidente della giunta regionale Solinas, all’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale Nieddu, e al direttore generale della sanità regionale Tidone.

Nell’Isola – si legge nella lettera – sono stimate essere tra le 70 e le 100mila le persone affette da incontinenza urinaria e fecale; per meglio rispondere alle esigenze di questi pazienti, la Regione Sardegna aveva istituito nel 2013 un Tavolo – coordinato per la parte scientifica dal professor Giuseppe Masnata, urologo pediatra dell’Ospedale Brotzu di Cagliari e presidente Unicef Sardegna – le cui conclusioni avevano portato alla individuazione delle strutture sanitarie che sarebbero andate a formare la Rete regionale dei Centri di primo, secondo e terzo livello”.

La costituzione della Rete dei Centri consentiva alla Sardegna di diventare dopo il Piemonte – riconosciuto capofila nazionale in tema di incontinenza – la seconda Regione italiana a dotarsi di questo importante strumento” ma “per il mutare dell’Amministrazione regionale e per il disinteresse mostrato al tema incontinenza da parte dei nuovi vertici regionali sardi, la Rete dei Centri non è mai stata resa operativa né essa è stata mai messa in condizione di funzionare, nonostante le sollecitazioni che la Fondazione Italiana Continenza ha ripetutamente rivolto agli Amministratori regionali”.

Nel successivo 2015 è stato il Ministero della Salute ad affrontare il tema costituendo a sua volta un Tavolo di lavoro ministeriale nel quale hanno preso parte, oltre che esperti, clinici, cattedratici, rappresentanti dei pazienti e di quattro Regioni e, tra queste, proprio la Sardegna con il compianto professor Francesco Maria Cossu; dal Tavolo è scaturito l’Accordo Stato/Regioni che prevede proprio l’attivazione di una Rete regionale dei Centri per l’incontinenza”.

Mai come in questo periodo di grave emergenza sanitaria – prosegue la lettera – è indispensabile che medici e pazienti abbiano a disposizione i più idonei strumenti per consentire di affrontare in modo adeguato gli effetti dell’incontinenza urinaria e fecale: appropriatezza prescrittiva, idonei percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali, accesso ai più adeguati ausili attraverso il principio – già fatto proprio dalla stessa Regione Sardegna – della libera scelta”.

Da qui la richiesta rivolta ai vertici regionali: provvedere a ricostituire il Tavolo di lavoro regionale incontinenza recuperando il lavoro svolto a suo tempo, ovvero istituire un nuovo Tavolo di lavoro come prevede l’Accordo Stato/Regioni del 24 gennaio 2018 per la costituzione della Rete dei Centri.

La Fondazione Italiana Continenza – conclude la lettera – è pronta a mettere a disposizione tutte le esperienze maturate in questi anni, convinta che solo con un approccio innovativo – quale la Rete dei Centri per l’incontinenza e grazie alle innumerevoli opportunità terapeutiche e assistenziali che ne discendono – sarà davvero possibile affrontare in modo nuovo le conseguenze derivanti dall’incontinenza”.

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