Molti ci sperano ma non è ancora realtà se non in Cina. Tanto che, secondo la rivista online “Nature” quello approvato da Pechino è solo “uno degli oltre 100 vaccini orali o nasali in sviluppo nel mondo”. Vediamo di cosa si tratta.
di Melania Sorbera
Sono tantissime le aziende che stanno sperimentando la creazione di farmaci spray contro la diffusione del Covid-19. Gli attuali vaccini sono efficaci nel ridurre il contagio, l’aggravarsi della patologia e il ricovero ma avere un dispositivo che possa proteggere l’individuo da una trasmissione del virus in un momento ad hoc non è ancora successo se non in Cina, appunto.
Lo scopo dei vaccini intramuscolari è quello di indurre una risposta immunitaria attraverso i linfociti T e i linfociti B, circolanti nel sangue. I linfociti però non sono sufficientemente presenti nelle prime vie respiratorie e quindi nella sede d’inizio del contagio. Non sono capaci in questo modo di produrre una protezione rapida. Il tempo che impiegano ad arrivare attraverso il flusso sanguigno al resto del corpo è veloce e la persona si ammala. I vantaggi di tale via di somministrazione sono invece: il massimo effetto a livello locale e una rapida azione terapeutica; la biodisponibilità topica del farmaco notevolmente aumentata; i dosaggi ridotti del farmaco per far avvenire l’effetto terapeutico; una minima incidenza di eventuali effetti collaterali, sicuramente inferiori rispetto a quelli determinati dalla somministrazione sistemica; un facile uso domiciliare, anche per bambini ed anziani.
Vi sono anche alcune variabili o fattori che possono determinare l’efficacia terapeutica dei vaccini spray, ad esempio, le caratteristiche delle particelle nebulizzate: dimensione, densità, velocità e carica elettrica; caratteristiche del dispositivo di somministrazione: velocità di nebulizzazione, pressione e condizioni di erogazione; le caratteristiche del paziente: sesso, età, morfologia dell’albero respiratorio, pervietà delle vie aeree e patologie presenti.
Al di là delle caratteristiche future di questi dispositivi, la motivazione maggiore che spinge le aziende farmaceutiche a realizzare prototipi è sicuramente quella che riguarda l’immediata attivazione delle cellule immunitarie presenti nelle mucose che rivestono le cavità del naso e della bocca. Queste cellule localizzate “agiscono come sentinelle nel sito dell’infezione“, afferma Benjamin Goldman-Israelow, medico della Yale School of Medicine di New Haven, nel Connecticut, quindi “possono agire molto più rapidamente nel fermare i patogeni“, prima che si diffondano.
Gli sviluppatori di vaccini spray sperano che questi vaccini prevengano anche casi lievi di malattia e blocchino la trasmissione, ottenendo quella che è nota come immunità sterilizzante. Attualmente, almeno 20 di questi vaccini spray in sviluppo hanno raggiunto studi clinici sull’uomo e 4 – in India, Iran e due in Cina – hanno completato o in corso studi di fase III per testare sicurezza e funzionamento rispetto ad altri vaccini.
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