Home » In aumento le complicanze del diabete come cecità e dialisi

Aumentano le complicanze del diabete. Vediamo quali e come farvi fronte. Ne parliamo con Vincenzo Provenzano, presidente della SIMDO, Società Italiana Metabolismo, Diabete, Obesità.


LE COMPLICANZE DEL DIABETE SONO STATE IL TEMA DI UNA LETTERA INVIATA DALLA SINDO AL MINISTERO DELLA SALUTE

Abbiamo chiesto al ministro maggiore attenzione ai pazienti diabetici. Questi ultimi 3 anni di pandemia hanno allontano molti pazienti dagli ambulatori esponendoli alle complicanze del diabete.

Tra queste, quelle che meritano un’attenzione maggiore perché richiedono enormi risorse per la loro gestione, sono:

  • il rischio di malattie cardiovascolari in generale:
  • l’angina;
  • le vasculopatie periferiche;
  • l’insufficienza renale;
  • l’infarto;
  • l’ictus;
  • l’arteriosclerosi cerebrale e periferica;
  • il rischio di cecità;
  • l’amputazione degli arti inferiori;
  • malformazioni in gravidanza o aborto precoce.

Tra tutte le complicanze del diabete, l’insufficienza renale e i disturbi della vista purtroppo sono ancora in aumento. L’appello ai politici è quello di inserire al più presto il diabete, nella loro agenda, come una delle priorità fondamentali per il nostro Paese. Bisognerebbe intensificare la gestione completa del paziente, potenziando la sinergia tra ospedale e territorio.

IN COSA CONSISTE L’USO DELLA TECNOLOGIA NELLA CURA DEL DIABETE?

L’uso della tecnologia nella cura del diabete, purtroppo oggi, è a macchia di leopardo. E’ fondamentale l’utilizzo della cartella diabetologica, per poter condividere i dati tra gli operatori della medicina di base e lo specialista, tra cardiologi e nefrologi.

Bisogna creare un circuito vero e proprio per aggredire, in qualche modo, questa patologia. Se mettiamo in rete tutti i dati e le informazioni sulle persone con diabete, potremmo arrivare ad una sorta di carta di credito magnetica che il paziente porta con sé.

Questo significa leggere, in tempo reale, tutto quello che esiste sul problema diabete e permettere la creazione di un futuro “Registro del diabete”. Le piattaforme tecnologiche legate alla  telemedicina sono un’altra priorità. Se il paziente non può venire nei nostri ambulatori, bisogna raggiungerlo a casa. Occorre un modello di cura unico. Un modello di telemedicina regolamentato.

QUALORA NON FOSSERO CURATE LE COMPLICANZE DEL DIABETE COSA ACCADREBBE?

Stiamo purtroppo assistendo a ricoveri per gradi di ulcerazione del piede. L’Italia ha una mappa delle amputazioni del piede diabetico, questa mappa è veramente terribile, quattro, cinque anni fa il piede si amputava ancora. In questo momento il diabetico ha beneficiato dell’intervento medico precoce e cioè il controllo assiduo della glicemia, dei valori cardiovascolari. Per prevenire le complicanze del diabete bisogna sottoporsi ai controlli.

Ricordiamoci che spendiamo 20 miliardi di euro per l’assistenza al diabete, di questi soltanto 9 miliardi sono per la spesa diretta, cioè per farmaci e ospedalizzazione, ben 11 miliardi sono legati al pensionamento precoce o alla mancanza dal lavoro delle persone diabetiche, quindi come vedete i costi indiretti sono altissimi. Per abbassare questi costi bisogna monitorare continuamente lo stato di salute del paziente diabetico.

COSA SONO LE COMMISSIONI REGIONALI SUL DIABETE?

In Italia abbiamo 2000 specialisti in diabetologia però i punti di erogazione specialistica sono appena 650. Di questi 650 centri, soltanto 350 sono organizzati in strutture polifunzionali. Quindi l’assistenza specialistica in Italia è molto ridotta, pur essendo dimostrato  che l’assistenza specialistica riduce del 19% la mortalità del paziente diabetico.

Al governo, chiediamo l’istituzione di una commissione diabetologica nazionale. Esisteva ma adesso non più, non si riunisce da anni. Le commissioni regionali continuano a essere operative ma non bastano. Alcune regioni, per esempio, utilizzano tecnologia avanzata, altre sono indietro. Ci vuole una regia che permetta di organizzare al meglio l’assistenza al paziente.

Non è più possibile pensare una sanità regionalizzata, con disparità di accesso tra una regione e l’altra, con una diversa dotazione tecnologica, con un diverso accesso alle cure, anche perché il diabete è una malattia, purtroppo, ancora molto diffusa.

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