Un gol della scienza non è per una o l’altra squadra. Un gol della scienza è per tutti. Anche se a produrlo sono in pochi. Gli studi sulle immunoterapie contro i tumori in questi anni hanno fatto passi da gigante. Se per alcuni tumori si intravede già una possibilità di cura, per altri la ricerca continua. Vediamo quali novità ci sono in campo terapeutico.
di Melania Sorbera
L’immunoterapia o anticorpi monoclonali: questa è la novità terapeutica che negli anni è balzata agli occhi della popolazione durante e dopo l’emergenza sanitaria contro il Covid-19. Eppure i successi ottenuti in questo campo erano già noti da tempo alla comunità scientifica, tanto che la rivista “Science” aveva premiato “l’immunoterapia contro il cancro” come il più importante traguardo scientifico del 2013. Il mestiere dello scienziato, come tutti i mestieri del resto, è una cosa seria si sa. I successi fanno ben sperare che questi approcci possano essere maggiormente utilizzati, in futuro, per tutti tumori. Quelli ottenuti oggi con le immunoterapie sono ristretti ad alcuni tumori dotati di determinate caratteristiche ma i risultati della ricerca fanno passi avanti, giorno dopo giorno. Per una casistica particolare di tumore al polmone, ad esempio, esiste già un farmaco immunoterapeutico specifico, lo stesso per il tumore al colon. Stessa cura con cellule immunitarie potenziate anche per leucemie, linfomi, melanomi e per una tipologia di cancro alla mammella.
Vediamo però in cosa consiste la cura quando si parla di anticorpi monoclonali. Il presupposto teorico da cui si parte quando si parla di anticorpi monoclonali è proprio il funzionamento degli anticorpi all’interno del nostro organismo. Le cellule tumorali presentano mutazioni nel loro DNA rispetto alle cellule sane. Questi cambiamenti genetici portano a modifiche nel repertorio di proteine della cellula. Il nostro sistema immunitario è capace di individuare queste alterazioni. Anzi. I tipi di tumore con un maggiore numero di anomalie sono quelli per cui si ritiene più probabile il riconoscimento da parte del sistema immunitario, semplicemente per il fatto che ci sono un maggior numero di proteine mutate.
Gli anticorpi monoclonali sono particolari tipi di anticorpi, prodotti con tecniche di DNA ricombinante a partire da un unico tipo di cellula immunitaria. Tali anticorpi – definiti anche come “proteine omogenee ibride” sono in grado di riconoscere e legarsi in maniera specifica solo ad una tipologia di “antigeni“, all’interno di una tossina, proteina, mediatore chimico, cellula maligna o agente patogeno che costituisce il target della terapia – e proprio per questo vengono definiti monoclonali.
I melanomi e i tumori polmonari sono stati i primi ad essere testati con approcci immunoterapeutici e grazie al lavoro fatto per trovare delle cure per queste patologie, ad oggi sappiamo che molto spesso questi tumori sono riconosciuti dalle cellule del sistema immunitario. Un approccio terapeutico simile a quello appena descritto, consiste nel bloccare l’inibizione immunitaria e riattivarla subito dopo. Questi sistemi di selfcontrol sono già utilizzati dal nostro organismo per completare la risposta immune dopo che l’infezione che l’ha generata è sotto controllo. Si è scoperto che le cellule tumorali possono esprimere delle proteine in grado di attivare questi meccanismi di blocco e quindi rendere i linfociti T – un gruppo di leucociti appartenenti alla famiglia dei linfociti – inefficienti. Alcuni scienziati hanno scoperto che bloccando queste proteine con degli anticorpi monoclonali non solo si ripristina l’attività dei linfociti T, ma la si potenzia, ottenendo anche una risposta antitumorale in alcuni casi molto più efficace. Ecco trovata la cura per alcune tipologie di tumori.
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