L’obiettivo del collare cervicale è quello di prevenire o limitare il movimento delle vertebre cervicali di chi lo indossa. Quanti tipi ne esistono e perché si indossa?
Di Melania Sorbera
Questo tipo di presidio medico può essere utilizzato per diversi motivi. I casi più comuni riguardano la limitazione dei danni conseguenti a traumi cervicali di lieve e media entità, per esempio il cosiddetto colpo di frusta, una distorsione che si verifica in seguito a tamponamenti automobilistici oppure nel caso di nevralgie, di lieve entità, che portano dolore non solo al collo ma anche al braccio e alla mano. Questa condizione può verificarsi se c’è una sofferenza del nervo dovuta a una discopatia, come un’ernia del disco o ad artrosi cervicale, patologia che può provocare la formazione di escrescenze ossee che entrano in contrasto col nervo. Per curare il colpo di frusta il collare cervicale si deve indossare, in genere, per 10-15 giorni. In medicina d’urgenza, invece, può essere indossato se si sospetta fortemente un trauma alla colonna cervicale; in ortopedia e fisiatria si indossa durante la cura di numerose patologie e in alcuni sport, ad esempio durante il motocross, può essere indossato per prevenire danni al rachide in caso di incidenti. Esistono 3 tipologie di collare cervicale: il collare rigido, quello semirigido e quello morbido.
Per posizionare correttamente il collare rigido, la prima volta, si consiglia di rivolgersi al personale sanitario medico o paramedico che lo regolerà al meglio affinché il dispositivo risulti efficace.
Il collare cervicale morbido può essere di due tipi: basso o medio, a seconda del suo utilizzo. In genere è consigliato per il comune torcicollo causato da contratture muscolari o infiammazioni e può essere indicato per chi soffre di cervicoartrosi, quando la patologia è in fase acuta. La morbidezza del collare agisce in funzione di sostegno della colonna cervicale, sostegno che aiuta ad alleviare il dolore. Non solo. Il collare morbido può essere utilizzato anche per combattere il sintomo delle vertigini. Queste si verificano spesso quando ci si mette o quando ci si alza dal letto, per cui risulta utile averlo a portata di mano in modo da mantenere il collo nella corretta postura durante questi movimenti. Qualora vi fosse la necessità potrebbe essere indossato durante la notte.
Il collare semirigido è una via di mezzo tra il rigido e il morbido, presenta una fascia rigida che aumenta il livello di sostegno. Può anch’esso servire per le nevralgie alla cervice, per l’artrosi cervicale e per il torcicollo, a volte è indicato durante il periodo di rieducazione funzionale della cervicale.
Per tutte le tipologie di collare va detto che il loro uso ha, comunque, delle controindicazioni e degli effetti collaterali che devono essere tenuti presenti, soprattutto se vengono indossati per un periodo di tempo prolungato. Un collarino rigido su un paziente affetto da spondilite anchilosante, ad esempio, in alcuni casi può provocare parestesia, alterazione della sensibilità degli arti e tetraplegia, la paralisi completa della muscolatura volontaria dei quattro arti e del tronco. Inoltre i collarini rigidi possono aumentare la pressione del fluido cerebrospinale, ridurre il volume tidale e provocare disfagia, la difficoltà a deglutire.
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