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Il cervello al tempo del Covid: A.L.I.Ce. Italia aderisce alla Settimana Mondiale del Cervello e sottolinea l’importanza della vaccinazione

Prende il via la “Settimana Mondiale del Cervello”, iniziativa annuale realizzata dalla Società Italiana di Neurologia che ha come obiettivo quello di far aumentare la consapevolezza sull’importante ruolo che la Neurologia svolge.

Roma, 15 Marzo 2021

Al via oggi la “Settimana Mondiale del Cervello”, iniziativa annuale realizzata dalla Società Italiana di Neurologia (SIN) che ha come obiettivo quello di far aumentare la consapevolezza sull’importante ruolo che la Neurologia svolge e di fare il punto sui progressi della ricerca scientifica in questo ambito. Anche per l’edizione 2021, il cui tema “Il Cervello al tempo del Covid” è inevitabilmente legato alla pandemia che ci ha travolto dallo scorso febbraio, A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) conferma il proprio impegno, sottolineando in particolare quanto sia importante, anche in questo periodo, rivolgersi ai servizi di emergenza in presenza di chiari e riconoscibili sintomi di ictus (patologia che ogni anno colpisce, nel nostro Paese, circa 150.000 persone) e quanto sia fondamentale e indispensabile, per tutti, prevenire il contagio e proteggersi con il vaccino.

L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e le conseguenti problematiche organizzative hanno determinato grandi difficoltà nella cura dei pazienti con ictus acuto, senza considerare che molte persone, spaventate dal possibile rischio di contagio in Pronto Soccorso o nei Reparti, hanno proprio evitato di rivolgersi ai servizi di emergenza: un comportamento che – di fatto – ha causato una minore ospedalizzazione (circa il 40%-50% di accessi in meno al Pronto Soccorso durante la prima “ondata pandemica” rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) o comunque un ritardo nella possibilità di intervenire. Ma un intervento in ritardo o addirittura un mancato intervento possono peggiorare una prognosi e causare, quindi, esiti più invalidanti della malattia vascolare cerebrale.

Non solo: l’infezione da SARS-CoV-2 determina un aumento della coagulabilità del sangue, comportando quindi un rischio di ictus ischemico, con una frequenza che raggiunge il numero di 8 pazienti su 100 affetti da Coronavirus. Inoltre, gli ictus che avvengono nei soggetti colpiti da questa malattia infettiva sono di maggiore gravità rispetto a quelli dei soggetti non-Covid. Uno scenario drammatico tale da causare un danno notevole per la salute delle persone colpite da ictus, non solo nel nostro Paese, ma anche in Europa e in molti altri Paesi.

La mancata segnalazione di ictus, il ritardo con cui si chiama il 112 e con cui di conseguenza avviene il trasporto in ospedale, l’aumento della frequenza di ictus direttamente collegata all’infezione da Covid e la gravità degli ictus nelle persone positive a questa malattia virale hanno determinato un risultato decisamente negativo in termini di esiti clinici.

La pandemia da Covid-19 non deve distogliere l’attenzione dalle malattie cerebrovascolari che continuano ad essere presenti – dichiara Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale). È necessario che, anche in questo periodo, non si verifichi un ulteriore calo degli accessi al Pronto Soccorso di chi manifesta sintomi che possono essere “campanelli d’allarme” riconducibili a questa patologia: le Unità Neurovascolari o Centri Ictus (Stroke Unit) sono riuscite fin dall’inizio a rispondere al meglio alla situazione di emergenza, garantendo percorsi diagnostici e terapeutici efficienti ed efficaci. I pazienti infatti sono stati gestiti in totale sicurezza, durante tutto il percorso clinico assistenziale grazie alla differenziazione di “corsie” dedicate, con estrema attenzione al distanziamento e all’isolamento tra chi è risultato positivo al Covid e chi ha avuto esito negativo al tampone. Vogliamo ribadirlo: in caso di ictus non si deve rimanere a casa, non solo per usufruire delle terapie disponibili, ma anche per evitare conseguenze molto più gravi, derivate da possibili danni collaterali cui spesso, purtroppo, perdendo tempo prezioso, non si può rimediare. Inoltre, in ospedale adesso i medici sono vaccinati e questo deve aiutare a essere ancora più tranquilli, nonostante il periodo sia ancora difficile”.

A.L.I.Ce. Italia sottolinea come la gestione del percorso territorio-ospedale vada ottimizzata tramite chiamata al 112 che, pur essendo indubbiamente resa più complicata da questo momento storico, deve prevedere sempre il trasporto verso gli ospedali dotati di Stroke Unit, con una copertura numerica che sia adeguata e omogenea sul tutto il territorio nazionale. Così come dovrebbero essere strutturati tutti gli interventi necessari alla presa in carico del paziente nella gestione del post-ictus e della cronicità. E su questo l’Associazione si augura si concentri l’attenzione futura dei decisori, affinché venga finalmente attivata una programmazione sanitaria che risponda ad esigenze comprovate e che non colga mai più impreparati, come nel caso dell’emergenza che stiamo ancora vivendo.

Per maggiori informazioni www.aliceitalia.org

 

A.L.I.Ce. Italia Odv è una Federazione di associazioni di volontariato diffuse su tutto il territorio nazionale, oltre 80 tra sedi e sezioni regionali e locali, senza scopo di lucro, democratiche, apolitiche le quali, pur autonome e indipendenti nelle proprie attività, collaborano al raggiungimento di comuni obiettivi statutari a livello nazionale, tra cui: diffondere l’informazione sulla curabilità della malattia, sul tempestivo riconoscimento dei primi sintomi e sulle condizioni che ne favoriscono l’insorgenza anche attraverso i media; sollecitare gli addetti alla programmazione sanitaria affinché provvedano ad istituire centri specializzati per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle persone colpite da ictus e ad attuare progetti concreti di screening; tutelare il diritto dei pazienti ad avere su tutto il territorio nazionale livelli di assistenza, uniformi ed omogenei.

Loro peculiarità è quella di essere le uniche ad essere formate da persone colpite da ictus, dai loro familiari e caregiver, da neurologi e medici esperti nella diagnosi e trattamento dell’ictus, medici di famiglia, fisiatri, infermieri, terapisti della riabilitazione, personale sociosanitario e volontari.

A.L.I.Ce. Italia è membro della WSOWorld Stroke Organization e di SAFEStroke Alliance for Europe, organizzazioni che riuniscono le Associazioni di persone colpite da ictus a livello mondiale ed europeo, diffondendo linee guida per la prevenzione, la miglior cura e la riabilitazione dell’ictus, oltre che delle Società Scientifiche ISOItalian Stroke Organization ed ESOEuropean Stroke Organization.

Nel 2016 A.L.I.Ce. Italia ha promosso la costituzione dell’Osservatorio Ictus Italia insieme all’Intergruppo Parlamentare sui Problemi Sociali dell’Ictus, ISO, ESO, ISSDipartimento Malattie Cardiovascolari, Dismetaboliche e dell’Invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità e SIMGSocietà Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. L’Osservatorio opera per favorire una maggiore consapevolezza sulle problematiche legate all’ictus a livello istituzionale, sanitario-assistenziale, scientifico-accademico e sociale, in particolare sulle modalità di prevenzione e di cura di tale devastante malattia e si pone, come obiettivo condiviso, quello di far adottare in tutto il Paese criteri scientificamente basati e uniformi in materia.

Nel novembre 2017, grazie all’azione di A.L.I.Ce. Italia e dell’Intergruppo Parlamentare sui Problemi Sociali dell’Ictus, la XII Commissione Affari Sociali della Camera, ha approvato la Risoluzione sulla diagnosi e la prevenzione dell’Ictus cerebrale: Governo e Parlamento sono chiamati a promuovere e sostenere il più appropriato ed avanzato sistema di cura per l’ictus su tutto il territorio nazionale.

A.L.I.Ce. Italia, promotrice e in prima linea fin dall’inizio nel contribuire alla definizione di questo documento di straordinaria rilevanza, avrà adesso il compito di stimolare e monitorare l’impegno dei servizi sanitari regionali nell’applicazione e nella rapida implementazione organizzativa delle misure specifiche, declinate in 19 punti, la cui attuazione è stata già promossa a livello del Governo nazionale.

Nel dicembre 2018, l’Osservatorio Ictus ha presentato alla Camera i risultati del “Rapporto sull’Ictus in Italia. Una fotografia su prevenzione, percorsi di cura e prospettive”, che offre per la prima volta una descrizione completa della patologia nel nostro Paese. Nel dicembre 2019, infine, l’Osservatorio Ictus ha presentato il “Manifesto sociale contro l’ictus”, una call to action in 10 mosse per richiamare l’attenzione delle Istituzioni sul lavoro fondamentale ancora da fare, con la necessità di far collaborare Istituzioni, cittadini e società scientifiche.

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