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Giornata Mondiale del Rene, la parola d’ordine è prevenzione attiva. Obiettivo: scongiurare la dialisi che assorbe fino al 2% delle risorse del SSN

Diabetici, ipertesi e anziani sono i “sorvegliati speciali” perché più a rischio di sviluppare malattia renale. È essenziale rafforzare la prevenzione e rallentare il decorso della patologia per renderne sostenibile il trattamento. Anche le farmacie possono dare un importante contributo a intercettare precocemente i soggetti più a rischio.
La Terapia Dietetica Nutrizionale è un potente strumento per ritardare la progressione del danno renale e l’ingresso in dialisi. Con il progetto “DietistaRisponde”, che sta già riscuotendo ampio successo, ANDID è a disposizione dei pazienti per supportarli nella dieta di tutti i giorni.

Roma, 5 Marzo 2020

Un adulto su dieci, in tutto il mondo, ha una malattia renale cronica, che diventerà la quinta causa più comune di anni di vita persi entro il 2040 e una delle patologie caratterizzate dal maggior impatto economico sui Servizi sanitari nazionali. Grazie a diagnosi e trattamento precoci, la malattia renale può essere prevenuta e la sua progressione ritardata. L’obiettivo della Giornata Mondiale del Rene 2020, che si celebra il 12 marzo, è proprio quello di aumentare la consapevolezza dell’importanza delle misure preventive. Sul fronte delle azioni che possono essere messe in campo, una volta che la patologia risulti conclamata, la Terapia Dietetica Nutrizionale (TDN) si è dimostrata in grado di rallentare la progressione dell’insufficienza renale cronica e le sue co-morbilità, riducendo il rischio di “escalation” verso la dialisi, con risparmi sostanziali e un significativo miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Per promuovere maggiormente questo prezioso strumento terapeutico, l’Associazione Nazionale Dietisti (ANDID), con il grant di Aproten (Gruppo Kraft Heinz), sostiene il progetto ‘DietistaRisponde’: consulenze telefoniche gratuite ai pazienti, per supportarli nel loro percorso dietetico.

In Italia la malattia renale ha una prevalenza che oscilla tra il 7 e il 10 % della popolazione, interessando fra i 3 e i 5 milioni di persone”, spiega Giuliano Brunori, Direttore UO Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Trento e Presidente della Società Italiana di Nefrologia. “Di questi, circa la metà è in fase iniziale di insufficienza renale, mentre meno di 600.000 sono prossimi all’insufficienza renale terminale. I soggetti più a rischio sono gli anziani (fino all’85% degli over65 può soffrire di una qualche forma di malattia renale), i diabetici e gli ipertesi. Sono questi i target su cui dovrebbe essere intensificata la prevenzione, che si attua sottoponendosi ai dovuti controlli (esami del sangue e delle urine per rilevare eventuali marcatori di danno renale), adottando un sano stile vita, seguendo la dieta mediterranea, limitando il consumo di sale, evitando il fumo, praticando attività fisica e, per chi soffre di diabete e ipertensione, tenendo sotto controllo queste patologie”.

Dati i costi della malattia renale – prosegue Brunoriprevenirne l’insorgenza e intervenire attivamente per rallentarne il decorso è fondamentale. Quando la funzionalità renale è definitivamente compromessa, a parte un numero ristretto di soggetti eleggibili al trapianto, l’unica strada percorribile è la dialisi. Oggi i 50.000 pazienti dialitici italiani (un millesimo della popolazione generale) costano ogni anno al SSN 2,5 miliardi di euro, circa il 2% delle risorse totali destinate alla sanità. Pena l’insostenibilità delle cure, occorre scongiurare che il numero delle persone con necessità di dialisi continui a crescere nei prossimi anni”.

La Terapia Dietetica Nutrizionale può fornire un valido contributo al controllo della malattia renale cronica”, afferma Ersilia Troiano, Past President dell’Associazione Nazionale Dietisti (ANDID). “Affinché i pazienti aderiscano alla dieta e questa sia davvero efficace, è essenziale un approccio quanto più personalizzato. Viste le numerose limitazioni imposte dal trattamento (ad esempio la necessità di ridurre o eliminare alimenti di abituale consumo e di introdurne di nuovi, e quindi la complessità di inserire la dieta nella vita professionale e sociale, come pure la difficoltà di integrarla con la cucina tradizionale e della famiglia), è indispensabile che la dieta sia costruita sulle esigenze del singolo paziente, e non solo sulla diagnosi”.

Poiché gli interventi di teleassistenza hanno dimostrato di favorire una maggiore accessibilità ai percorsi di cura, abbiamo sviluppato il progetto ‘Dietista Risponde’, che fornisce al paziente e alla sua famiglia una consulenza telefonica per il corretto utilizzo dei prodotti aproteici e indicazioni pratiche per la gestione quotidiana della terapia nutrizionale”, spiega Marco Tonelli, Presidente ANDID. “Il contributo in termini di salute pubblica di un servizio di questo tipo è notevole: la compliance del paziente alla dieta aumenta e questo, secondo le evidenze scientifiche, migliora le sue condizioni cliniche e ne posticipa l’ingresso in dialisi”.

Anche le farmacie giocheranno un ruolo cruciale nel contrastare l’insorgenza e la progressione dell’insufficienza renale. “Contribuire alla prevenzione di importanti patologie rientrerà sempre più spesso nella sfera d’azione delle farmacie”, sottolinea Antonello Mirone, Presidente di Federfarma Servizi. “I farmacisti, conoscendo lo stato generale di salute dei propri utenti, e opportunamente formati secondo le indicazioni delle Società Scientifiche, possono aiutare a intercettare i pazienti ancora ignari di soffrire di una determinata patologia, in particolare quella renale, che presenta diverse comorbidità. D’altronde la farmacia nasce proprio con questo ruolo di presidio sanitario, distribuito in modo capillare sul territorio. Per quanto riguarda la malattia renale, le farmacie potranno supportare i pazienti anche sul fronte dell’aderenza terapeutica, aiutandoli a seguire indicazioni dietetiche e terapia farmacologica”.

Gli studi di farmacoeconomia applicati alla Terapia Dietetica Nutrizionale (TDN) evidenziano che questa rappresenta un vantaggio economico per il Servizio sanitario nazionale”, afferma Luigi Cimmino Caserta, Medical Detailing Manager e Responsabile dei rapporti istituzionali di Plasmon-Aproten. “Il costo annuale dell’utilizzo di prodotti ipoproteici si attesta intorno 1.400/1.500 euro a paziente, contro i quasi 45.000 del trattamento con dialisi. L’Evidence Based Medicine conferma la necessità di rendere la TDN centrale nel percorso di cura del paziente nefropatico. Proprio con l’obiettivo di promuovere maggiormente la Terapia Dietetica Nutrizionale e il ruolo del dietista in quanto garante di un piano terapeutico personalizzato e realmente efficace, Aproten sostiene il programma ‘DietistaRisponde’ che affianca i pazienti alle prese con TDN. Un professionista dell’ANDID, tramite un intervento di teleassistenza effettua una consulenza gratuita utile per fornire risposte e consigli per il corretto utilizzo dei prodotti aproteici nella dieta di tutti i giorni, dalla colazione alla cena, accompagnandoli lungo il loro percorso dietetico. Questo servizio di teleassistenza mette il paziente al centro ed è molto apprezzato e di supporto anche per la sua famiglia”.

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