Home » Gilead Sciences premia l’innovazione digitale al servizio della lotta all’HIV
Una app che si fa in cinque per far emergere il sommerso e facilitare l’accesso alle cure e un servizio di smart locker per avere i farmaci sempre a portata di mano. Sono questi i due progetti vincitori dell’hackaton di DEVS FOR HEALTH, promosso e organizzato da Gilead insieme a medici e pazienti.
La prima iniziativa di Open Innovation in HIV che “apre” alle competenze del digitale per trovare nuove soluzioni tecnologiche che migliorino la qualità di vita delle persone che vivono con HIV e facilitino la diagnosi precoce dell’infezione.
A ottobre i due team vincitori parteciperanno a 5 giornate di bootcamps per sviluppare le loro idee e trasformarle in vere e proprie soluzioni digitali.

Milano, 10 Settembre 2020 

Si è concluso l’hackaton online di DEVS for HEALTH, il primo progetto italiano di Open Innovation dedicato al mondo dell’HIV, promosso e organizzato da Gilead Sciences con medici e pazienti. A primeggiare sono stati UNLOCK 4/90 e fHIVe: due progetti che esprimono il migliore connubio tra innovazione, fattibilità e coerenza con gli obiettivi dell’hackathon, ovvero trovare soluzioni per migliorare la qualità di vita del paziente e contribuire all’emersione del sommerso. A sceglierle una Giuria multidisciplinare di esperti: medici, esperti di digital health rappresentanti di associazioni e delle istituzioni.

FHIVe è una app che mira a sensibilizzare l’utente, a informarlo sui rischi della mancata diagnosi e sui test: una soluzione che aiuterà a far emergere quei circa 18mila casi di infezione che si stima siano ancora non rilevati, per lo più persone giovani che hanno contratto l’HIV ma ne sono inconsapevoli. Non è raro, infatti, che l’infezione si palesi solo dopo diverso tempo dal contagio e che venga diagnosticata anche a distanza di anni (4,5-5 in media) – un ritardo che può condizionare in negativo il decorso dell’infezione e l’efficacia delle terapie, nonché aumentare le possibilità di trasmettere il virus ad altri.

UNLOCK 4/90 è un servizio che garantisce il ritiro dei farmaci antiretrovirali in un posto sicuro, comodo e lontano da occhi indiscreti. Un aiuto importante per migliorare la qualità di vita dei circa 120mila sieropositivi che vivono in Italia, persone che quotidianamente devono combattere contro lo stigma e il pregiudizio che l’infezione da HIV continua a portarsi dietro.

Assegnata inoltre una menzione speciale a un terzo progetto, PGP Medical Card, il cartoncino che ti salva la vita. Si tratta di una tessera che contiene una sintesi delle informazioni sanitarie relative al suo proprietario, scritte in modo crittografato. Uno strumento utile in situazioni in cui l’utente sia incapace di riferire direttamente le informazioni sul proprio stato di salute (malattie croniche, sindromi, sieropositività, terapie, etc) o la sua privacy non sia tutelata.

Ai membri dei team ideatori dei progetti vincitori sono stati assegnati 3.000 euro in buoni Amazon mentre ai vincitori della menzione speciale buoni per 1.000 euro. Tutti e tre i team avranno l’opportunità di partecipare il prossimo ottobre alla fase successiva di DEVS FOR HEALTH: 5 giornate di bootcamps durante cui, grazie a un supporto tecnico e formativo, potranno trasformare la loro idea in un prodotto digitale “pronto all’uso”.

DEVS FOR HEALTH è infatti un vero percorso di Open Innovation e come tale punta a innovare concretamente nella lotta all’HIV aprendo a nuove competenze professionali, creative e tecnologiche, sostenendole in tutto il processo, dalla fase ideativa dell’hackathon a quella realizzativa dei bootcamps. E’ in questo che DEVS FOR HEALTH differisce da altre iniziative simili: non ci si ferma all’hackathon che serve per generare le idee di progetto ma si va oltre per arrivare a strumenti digitali che una volta realizzati possano fare la differenza nella vita delle persone con HIV e nella lotta alla diffusione dell’infezione.

Come SIMIT non possiamo che essere soddisfatti delle idee presentate, improntate certamente alla concretezza ma molto ben focalizzate sull’obiettivo della competizione: fare in modo che il digitale possa aiutare chi è colpito dall’HIV e individuare precocemente i casi di positività, elemento fondamentale per arrestare il diffondersi dell’infezione”, dichiara Massimo Andreoni, Direttore Scientifico di SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali). “Ora attendiamo che le idee diventino strumenti concreti attraverso la seconda fase dell’iniziativa e che possano avere un’auspicabile diffusione nella pratica clinica, nella quotidianità del paziente e tra chi ha comportamenti a rischio”.

DEVS FOR HEALTH è un progetto ideato e organizzato insieme a pazienti e medici: è dall’ascolto di chi vive ogni giorno la sieropositività che sono emersi i due temi oggetto della competizione. A medici e rappresentanti di associazioni pazienti è stata inoltre affidata la mentorship durante l’hackathon, ovvero la consulenza e il supporto ai partecipanti in tema di HIV in modo che le idee e i prototipi potessero rispondere il più puntualmente possibile ai due temi proposti. Sempre a loro è spettata la scelta dei progetti finalisti, tra i quali la giuria dell’hackathon ha scelto i due vincitori. Il coinvolgimento terminerà con la mentorship dei vincitori nella fase dei bootcamps.

In Gilead guida l’innovazione: in 30 anni abbiamo messo a disposizione di pazienti e medici farmaci sempre più efficaci, oggi in grado di azzerare la carica virale e rendere l’infezione non trasmissibile. Ma la battaglia è tutt’altro che vinta”, dichiara Cristina Le Grazie, Direttore Medico Gilead Sciences Italia. “L’innovazione rimane la cifra del nostro impegno anche fuori dai laboratori di ricerca: con DEVS FOR HEALTH abbiamo voluto applicare l’Open Innovation nella lotta all’HIV insieme a medici e pazienti. Insieme a loro abbiamo aperto a nuove competenze e la qualità dei progetti vincitori ci dice che abbiamo preso la strada giusta per proseguire la lotta all’HIV anche al di là dell’ambito terapeutico”.

DEVS FOR HEALTH è realizzata in collaborazione con alcuni partner leader nel settore delle tecnologie digitali e patrocinata dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) e da numerose Associazioni operanti nell’area dell’HIV/AIDS: ALA (Associazione Lotta all’AIDS), Anlaids Onlus (Associazione Nazionale per la Lotta contro l’AIDS), Anlaids LombardiaAssociazione NADIR OnlusARCIGAY MILANOMilano CheckpointCentro d’iniziativa Gay OnlusARCOBALENO AIDSASA (Associazione Solidarietà AIDS Onlus), Circolo di cultura Omosessuale Mario Mieli, Omphalos LGBT Life PerugiaLILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS), NPS Italia Onlus (Network Persone Sieropositive), NPS Sezione LombardiaPLUS Onlus (Persone LGBT+ sieropositive). Ha inoltre il patrocinio del Comune di Milano.

 

Informazioni su Gilead Sciences

Gilead Sciences è una società biofarmaceutica basata sulla ricerca e impegnata nella scoperta, sviluppo e commercializzazione di farmaci innovativi per patologie molto gravi. Le aree terapeutiche sulle quali ci concentriamo comprendono HIV/AIDS, malattie epatiche, ematologia e oncologia, malattie infiammatorie e respiratorie. Gilead è presente da 20 anni in Italia e collabora attivamente con i partner istituzionali, scientifici, accademici, industriali e delle comunità locali per sviluppare e rendere disponibili le terapie ai pazienti italiani.

 

I progetti vincitori

Unlock 4/90: farmaci anti HIV a portata di mano

Un posto sicuro, dove poter ritirare i farmaci velocemente e lontano da occhi indiscreti. È Unlock 4/90, un servizio di smart locker (armadietti intelligenti informatizzati) per il ritiro programmato dei farmaci antiretrovirali. Per evitare così lunghi viaggi per il ritiro della terapia, code nelle farmacie ospedaliere e avere una maggiore tutela della privacy. Il ritiro dei farmaci, infatti, può essere difficile da gestire per i pazienti che lavorano o per chi abita lontano dall’ospedale che li dispensa. Tanto che, in molti casi, le difficoltà incontrate a ritirare i medicinali sono indicate da medici e pazienti come causa della mancata aderenza alla terapia e del peggioramento della condizione clinica. Con Unlock 4/90 l’utente, dopo essersi iscritto al servizio e aver effettuato la registrazione tramite app, può scegliere il centro ospedaliero più comodo e programmare giorno e ora del ritiro dei farmaci. Nel giorno e nell’ora prestabilita il paziente si recherà presso la farmacia ospedaliera designata e ritirerà tramite l’apposita procedura digitale i farmaci, collocati in precedenza dal farmacista in uno degli armadietti dello smart locker posizionato in una zona riservata dell’ospedale.

Unlock 4/90 è un progetto è a firma di Maria Floriana Alaia, Antonio Marino, Sonia Alaia, Dejan Trajkovic

 

fHIVe: cinque azioni contro la paura

Un’app semplice e intuitiva che nasce per risolvere due problemi, diversi ma comunque collegati tra loro: far emergere il sommerso e semplificare l’accesso alle cure. Per farlo fHIVe si fa in cinque: profila l’utente, lo sensibilizza, lo informa sul test, semplifica il rapporto con i medici, tutela la sua privacy. Grazie a un quiz iniziale l’app profila l’utente, nelle sue sezioni è possibile trovare informazioni sull’infezione, una mappa dei centri più vicini dove è possibile fare il test dell’HIV, e una guida su come fare il test di auto-diagnosi a casa.

Il core dell’App è la sezione dedicata a semplificare l’accesso alle cure, automatizzando la richiesta di farmaci e attivando servizi come il delivery sfruttando piattaforme esistenti (per esempio Glovo o shop.farmacia Italia), o l’ubicazione di lock dedicati (simili a quelli di Amazon). La app dà anche informazioni su attività e servizi forniti dalle associazioni di volontariato. fHIVe si presta ad ampliamenti futuri, come l’inclusione di un’équipe di medici per consulti online, e la realizzazione di programmi e corsi di educazione sessuale ad hoc per scuole e centri sportivi.

fHIVe è un’idea di Elena Pezzetta, Sabdi Valverde, Federico Bruno, Tommaso Ferrara, Doriana Santoro

 

PGP Medical Card: il cartoncino che ti salva la vita

Un biglietto da visita davvero speciale. Da tenere nel portafoglio e da mostrare solo al personale sanitario o a chi è autorizzato. Dentro c’è la sintesi dei dati sanitari del proprietario scritti in modo crittografato, a completa tutela della privacy. Così in caso di perdita di coscienza o in situazioni che non garantiscano la tutela della privacy, l’utente potrà comunicare in maniera sicura le informazioni rilevanti ed essere curato al meglio. Uno strumento semplice ma immediato, che non presenta problemi di accesso delle soluzioni digitali (device spento, bloccato o con batteria scarica).

Le informazioni contenute nella card possono essere decodificate da personale autorizzato mediante le comuni app di lettura di QRCode per smartphone: l’utente stampa mediante una applicazione web (senza scambio di dati via Internet ma funzionante solo lato client) il cartellino in cui sono riportati 2 QRCode. Sul primo viene registrato la chiave PGP pubblica dell’utente con la quale sono state crittografate le informazioni sanitarie contenute sul secondo QRCode. Una soluzione per tutti, non solo per le persone sieropositive.

PGP Medical Card è un progetto di Luca Innocenti, Gabriele Scaduto e Massimiliano Nocentini.

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