Inchiesta “Vasi comunicanti”, interviene l’Associazione fornitori ospedalieri siciliani, AS.F.O. Sicilia: «Noi da sempre sentinelle di legalità del sistema, speriamo si possa fare presto chiarezza sulla vicenda».
«L’As.F.O. Sicilia, da sempre impegnata a preservare le piccole realtà imprenditoriali del territorio, monitorando il sistema delle forniture ospedaliere con l’obiettivo di garantire continuità di esercizio a decine di fornitori sanitari, nel rispetto della libera concorrenza, della legalità e del codice etico che regola il sistema, si mette a disposizione della magistratura per fornire tutte le informazioni utili sulle linee-guida in tema di organizzazione e buone prassi dei procedimenti relativi alle gare d’appalto centralizzate per la sanità pubblica». A parlare è Giacomo Guasone, presidente dell’Associazione fornitori ospedalieri siciliani – che riunisce micro, piccole e medie imprese fornitrici – afferente alla Federazione Nazionale dei Fornitori Ospedalieri (F.I.F.O.), in riferimento all’inchiesta “Vasi comunicanti” condotta da Procura e Guardia di Finanza di Catania.
«Occorre che si faccia luce al più presto su un’attività rilevante come quella delle forniture del sistema pubblico – continua Guasone – per non compromettere il rapporto di fiducia tra istituzioni e imprenditori e per fare chiarezza su una vicenda che ha coinvolto illustri medici e operatori economici associati ad As.F.O. Il tutto, anche in considerazione del fatto che le indagini riguardano la cardiologia: un’eccellenza della sanità siciliana. Il nostro settore è caratterizzato da forte concorrenzialità – continua il presidente di categoria – il primo caposaldo nel rispetto delle regole sugli appalti è la costante vigilanza che ogni impresa fa sulle altre, proprio per preservare una competizione leale. Abbiamo appreso con sconcerto e stupore la notizia del provvedimento dell’autorità giudiziaria e oggi la nostra priorità è dimostrare con quanto rigore e professionalità vengano eseguiti gli atti relativi alle procedure dei bandi di gara per l’affidamento di appalti pubblici, da cui dipende in maniera diretta la salute dei cittadini».
Guasone ci tiene a ribadire il lavoro svolto in questi anni: «Abbiamo creato un dialogo continuo e virtuoso con l’ufficio speciale CUC (centrale unica di committenza per l’acquisizione di beni e servizi) della Regione Siciliana, proprio a garanzia della qualificazione degli operatori, dell’accesso allargato del mercato sanitario e della correttezza della macchina degli acquisti, organizzata su un flusso strutturato di acquisizioni di necessità. Non possiamo essere messi alla gogna, né permettere che il sistema venga messo in discussione, dopo anni di duro lavoro nella direzione della legalità. Da qui scaturisce l’importante presa di posizione da parte della nostra Associazione che – esprimendosi con prudenza sul caso specifico – oggi più che mai ha necessità di chiarire ogni dubbio sul corretto operato degli imprenditori. Auspicando che le aziende coinvolte possano dimostrare la propria estraneità rispetto ai fatti contestati ed esprimendo al contempo piena fiducia nell’operato della magistratura – conclude Guasone – speriamo si possa fare chiarezza nel più breve tempo possibile, per ristabilire prioritariamente ordine e non arrecare danno agli assistiti del sistema sanitario regionale».
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