Il gruppo farmaceutico Neuraxpharm Italia promuove lo sradicamento di alcuni falsi miti che ancora oggi circondano l’epilessia e stigmatizzano le persone che ne soffrono. Lo fa attraverso la campagna “Minuti che cambiano la vita”. Ne parliamo con il direttore generale del gruppo Massimo Cappella.
RICONOSCERE L’EPILESSIA: CHE COS’È?
L’epilessia è un disturbo neurologico caratterizzato da una tendenza ricorrente a manifestare crisi epilettiche. Una crisi epilettica è una manifestazione improvvisa e transitoria di un’attività elettrica anomala nel cervello. Durante una crisi, si possono verificare sintomi e segni diversi a seconda delle aree cerebrali coinvolte e del tipo di crisi.
L’epilessia rappresenta uno dei disturbi neurologici più comuni nella popolazione pediatrica, con circa 100.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno in Europa tra bambini e adolescenti. Sebbene possa colpire persone di tutte le età, è più frequente tra i bambini dai 5 ai 9 anni e gli anziani oltre gli 80 anni.
Le manifestazioni dell’epilessia possono variare ampiamente e dipendono dalla zona del cervello coinvolta e dall’età del soggetto. Queste possono manifestarsi come convulsioni motorie, convulsioni non motorie o addirittura come stati epilettici prolungati.
RICONOSCERE L’EPILESSIA: COME AVVIENE LA DIAGNOSI?
La diagnosi di epilessia viene effettuata attraverso l’analisi dei sintomi, la storia clinica del paziente, l’esame neurologico e talvolta l’elettroencefalogramma (EEG) per registrare l’attività cerebrale. Il trattamento dell’epilessia prevede spesso l’utilizzo di farmaci antiepilettici, che aiutano a controllare le crisi epilettiche. In alcuni casi, potrebbe essere necessario ricorrere a interventi chirurgici o ad altre terapie, a seconda della gravità e delle specifiche esigenze del paziente.
È importante sottolineare che ogni persona con epilessia può sperimentare la malattia in modo diverso, e il trattamento deve essere personalizzato in base alle specifiche necessità del paziente. Una corretta gestione dell’epilessia, combinata con la consulenza di specialisti e un’adeguata educazione del paziente e dei suoi familiari, può consentire di affrontare la malattia in modo efficace e migliorare la qualità di vita delle persone che ne sono affette.
RICONOSCERE L’EPILESSIA: L’IMPORTANZA DI SFATARE I FALSI MITI
Fin dai tempi antichi, questa malattia è stata oggetto di pregiudizi e stigmatizzazione. Tuttavia, grazie alla ricerca e alla conoscenza scientifica, abbiamo compreso meglio le cause e i trattamenti dell’epilessia. Il sito web “www.conoscepilessia.it” è stato creato proprio per affrontare questi falsi miti e fornire informazioni affidabili sulla malattia.
Tra i falsi miti più diffusi vi è l’idea che le persone affette da epilessia non possano viaggiare o guidare, oppure che possano inghiottire la lingua durante una crisi. In realtà, queste credenze sono del tutto infondate. L’epilessia non rappresenta una condanna a vita, ma è una patologia che può essere gestita e tenuta sotto controllo. Grazie alle terapie farmacologiche disponibili e alla consulenza specialistica, molti pazienti sono in grado di condurre una vita normale e senza compromessi.
CI SONO NOVITÀ TERAPEUTICHE PER LA CURA DELL’EPILESSIA?
Si stanno compiendo progressi nella ricerca sulla cura dell’epilessia. È importante continuare a lavorare sulla ricerca e sullo sviluppo di nuove alternative terapeutiche per migliorare la qualità di vita dei pazienti con epilessia. La collaborazione tra istituzioni, medici e aziende farmaceutiche è fondamentale per promuovere la ricerca e garantire che le persone siano informate sulle ultime novità e sulle opzioni di trattamento disponibili.
la Lega Italiana per l’Epilessia, sotto la guida del professor Beccarelli, si stia impegnando nella divulgazione e nell’informazione attraverso il loro sito web e altre iniziative. Fornire informazioni ai pazienti, ai loro familiari e ai caregiver è cruciale per aiutarli a comprendere la patologia e adottare i comportamenti adeguati.
È incoraggiante sapere che la ricerca sull’epilessia sta facendo progressi e che si stanno sviluppando nuove opzioni terapeutiche. Continuare a lavorare insieme e rimanere informati sulle ultime scoperte sono passi importanti per migliorare la vita delle persone affette da questa condizione.
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