Home » Emergenza sanità siciliana: prospettive e soluzioni per uscire dalla crisi
Le criticità e le prospettive della sanità siciliana al centro del convegno che si è svolto all’ARS. Carenza di medici negli ospedali, lunghe liste d’attesa, potenziamento dell’assistenza territoriale, investimenti sull’innovazione tecnologica tra i temi affrontati.

Emergenza Sanità: prospettive e soluzioni per uscire dalla crisi” è stato il tema del convegno organizzato da Giuseppe Laccoto, presidente della VI Commissione dell’ARS, nella Sala Mattarella dell’Assemblea Regionale Siciliana, giovedì 18 gennaio, a cui hanno partecipato le maggiori cariche istituzionali e mediche. Molte le tematiche trattate anche con i referenti del Ministero della Salute e Agenas. Un appuntamento che ha voluto essere un’occasione di confronto nel segno della concretezza per affrontare e dare indicazioni per superare le criticità che affliggono la sanità siciliana. In primo luogo la carenza di medici, il tema della responsabilità penale per i medici specialmente quelli in servizio nei pronto soccorso.

Ed ancora la necessità di aprire un confronto con il privato convenzionato che deve essere di totale supporto al pubblico con integrazioni condivise ed organizzate anche per quanto riguarda gli aspetti legati all’emergenza.

La necessità di ridefinire le governance delle aziende del Servizio Sanitario Regionale in modo da avere direttori generali con un mandato di tre anni che possano attuare una programmazione adeguata a breve e medio termine con obiettivi ben delineati.

Ma si è posta attenzione anche la necessità di guardare con grande attenzione alla definizione della nuova rete ospedaliera e all’applicazione di alcuni provvedimenti normativi tra cui il DM 77 in cui, tra l’altro, sono state previste le Case di comunità. Queste rappresentano il vero fulcro della nuova rete territoriale, dove i cittadini potranno trovare assistenza h24 grazie ad un modello organizzativo integrato e multidisciplinare. Le strutture degli ospedali di comunità verranno completati entro il 2026 per cui il personale dovrà essere messo a disposizione proprio entro il 2026 e oggi siamo già in ritardo rispetto alle azioni positive da compiere per garantire che l’assistenza territoriale immaginata dal D.M. 77 non si risolva nella costruzione di cattedrali nel deserto.

Nel corso del convegno si è sottolineata anche la necessità di andare oltre il Decreto Balduzzi. Necessario procedere con l’organizzazione interna delle varie discipline strutturando protocolli gestionali a garanzia dell’utenza e degli stessi ospedali.

Oltre che concentrarsi sulla nuova rete ospedaliera, bisogna rinnovare un piano sanitario regionale ormai scaduto e superato, bisogna procedere rapidamente alla ricognizione del fabbisogno regionale fermo da moti anni.

Ed infine si è evidenziato il problema che riguarda i medici di medicina generale: In Sicilia, nei prossimi cinque anni, andranno in pensione circa 2.800 medici di base. Parte della popolazione rischia di rimanere scoperta. D’altra parte, c’è un’eccessiva burocratizzazione che pesa sui medici di base a discapito dell’assistenza reale.

Dunque un accorato appello a tutto il Governo a superare le difficoltà, per costruire una nuova fase di riorganizzazione e di rilancio dei servizi su tutto il territorio siciliano, partendo proprio dal potenziamento dell’assistenza territoriale.

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