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Ecco la sepsi: la madre di tutte le infiammazioni

Ogni anno in Europa si registrano almeno 700 mila casi di sepsi, di questi almeno 1 su 5 ha esito mortale. In cosa consiste questa sindrome, così importante, caratterizzata da una eccessiva risposta infiammatoria?

di Melania Sorbera

La sepsi, dal greco “putrefazione“, è una condizione clinica grave caratterizzata da un insieme di alterazioni immunologiche, metaboliche, emodinamiche, respiratorie, secondarie ad un processo infettivo. E’ una risposta sistemica ad un attacco esterno. Se non curata in tempo, può danneggiare tessuti e organi compromettendone il funzionamento e senza una cura immediata può provocare, addirittura, la morte.

Quando la sepsi è accompagnata dalla presenza di un batterio nel sangue si parla, più specificatamente, di setticemia. Questa infiammazione generalizzata, può colpire chiunque abbia contratto un’infezione, tuttavia, è più frequente nei neonati, nei bambini, negli anziani e nelle persone con malattie persistenti nel tempo, malattie croniche o che vivono in condizioni tali da indebolire il sistema immunitario. A volte anche i degenti, ricoverati nelle strutture sanitarie, se hanno appena subito un intervento chirurgico o sono stati sottoposti all’impianto di un dispositivo medico, come il catetere urinario o il catetere venoso, possono essere a rischio di sepsi. Più è lunga la degenza, maggiore è il rischio che l’infezione si manifesti in infiammazione cronica.

I sintomi sono prodotti dai prodotti tossici dei batteri, virus o miceti e dalla risposta dell’ospite. I sintomi sono aspecifici purtroppo. Tra questi vi sono sintomi abbastanza comuni come febbre, tachicardia, discromie cutanee ed aumento della frequenza respiratoria. Per essere diagnosticata devono essere presenti almeno due dei seguenti requisiti: temperatura corporea superiore ai 38 gradi o inferiore ai 36 gradi; frequenza cardiaca superiore ai 90 battiti al minuto o di 2 deviazioni standard superiore al valore normale per l’età; iperventilazione con frequenza respiratoria superiore a 20 atti per minuto; presenza di leucocitosi o leucopenia. Se a questi sintomi si aggiunge anche uno dei seguenti segni, si può invece parlare di sepsi severa: significativa diminuzione della produzione di urina; cambiamento dello stato mentale; difficoltà respiratorie; attività cardiaca anomala; riduzione del numero di piastrine nel sangue; comparsa di piccole chiazze rosso scure sulla pelle o arrossamenti più generalizzati.

Più è tempestiva la diagnosi, maggiori sono le possibilità di cura. La terapia consiste nel trattare l’infezione con antibiotici mirati e nel sostenere gli organi eventualmente danneggiati. Se possibile bisogna rimuovere la fonte infettata chirurgicamente.

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