L’infezione da Covid-19 si manifesta spesso con delle eruzioni cutanee che sembrano comuni malattie della pelle ma che talvolta assumono una morfologia anomala e del tutto peculiare.
La scoperta del gruppo di Dermatologia dell’Ospedale di Circolo è stata pubblicata sul prestigioso JEADV (Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology).
Varese, 3 Maggio 2021
Sono circa 100 i melanomi della pelle che ogni anno vengono curati nel reparto di Dermatologia dell’Ospedale di Circolo. In dieci anni si sono quasi triplicati: erano infatti 38 solo dieci anni fa.
“Si tratta di un’incidenza importante – dice il Direttore facente funzione del reparto Dottor Maurizio Lombardo – 22 casi ogni 100.000 abitanti contro una media nazionale di solo 13 casi sempre ogni 100.000 abitanti, quindi da noi sono quasi il doppio. Per gestirli al meglio abbiamo articolato un percorso diagnostico terapeutico che coinvolge decine di professionisti delle varie specialità dell’ospedale diventando una struttura di riferimento in collegamento con molti centri italiani. Gestiamo in totale più di 1000 pazienti oncologici con una percentuale di remissione totale del melanoma elevatissima. Per chi invece sta ancora combattendo abbiamo introdotto da alcuni anni nuove terapie “intelligenti” che riducono l’impatto complessivo sul paziente ed hanno una elevata efficacia curando anche definitivamente la malattia avanzata nel 50% dei casi, invece che nel 4% come fino a pochi anni orsono. Il Covid – prosegue Lombardo – non ha determinato una diminuzione dei casi ma siamo comunque riusciti a curare con successo tutti i casi gravi. Questo vuol dire che i pazienti possono stare tranquilli: a Varese pur tra mille difficoltà anche nella tragedia Covid la loro malattia viene seguita normalmente.“
L’infezione da Covid-19 si manifesta spesso con delle eruzioni cutanee che sembrano comuni malattie della pelle ma che talvolta assumono una morfologia anomala e del tutto peculiare. Il gruppo di Dermatologia varesina, in stretta sinergia con i patologi, ha scoperto, tra i primi al mondo insieme ad un gruppo di scienziati spagnoli, il virus annidato nella pelle. Addirittura due virus di specie diverse nella stessa cellula (vedi foto all.ta). La scoperta è stata pubblicata sul prestigioso JEADV (Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology)
“Molte – riprende Lombardo – sono le esigenze che una moderna dermatologia deve affrontare. Per fortuna la sinergia tra il nostro gruppo e molti colleghi di altre specialità dell’ospedale, gli avanzamenti scientifici, e non da ultimo l’amministrazione ospedaliera che ci ha molto aiutati assumendo nuovi giovani dermatologi, ci permette di essere più vicini alla gente. Quest’anno infatti abbiamo iniziato ad operare e visitare presso i presidi di Tradate, Luino, Angera ed Arcisate, in modo da offrire soprattutto agli anziani, la possibilità di avere vicino a casa lo stesso livello di cura che avrebbe venendo a Varese. Molto gradita dagli utenti è anche l’esperienza dell’Ambulatorio di Dermatologia pediatrica all’Ospedale Del Ponte che ogni giovedì vede sempre pieni i suoi slot.”
E’ in corso anche un progetto di teledermatologia basato sulle nuove tecnologie e basato sulla diagnosi a distanza in sinergia tra il medico di medicina generale che si trova presso il paziente e lo specialista collegato in remoto. Sono ormai di uso comune i nuovi farmaci biologici per le malattie della pelle introdotti da alcuni anni così come alcune terapie non invasive per i tumori che permettono di curare senza intervenire chirurgicamente.
“La Dermatologia di Varese – conferma Lorenzo Maffioli, Direttore Sanitario di ASST Sette Laghi – garantisce un alto livello di risposta ai bisogni dermatologici, soprattutto per le malattie più gravi. La sinergia con il mondo universitario, la presenza nel direttivo nazionale della Società Italiana di Dermochirurgia (SID), il costante aggiornamento scientifico (solo nei primi 4 mesi del 2021 sono stati pubblicati ben 5 lavori “varesini” sulle più autorevoli riviste internazionali), le continue richieste di giovani medici di venire a lavorare con il nostro team, unite al gradimento manifestato dai pazienti sono elementi che costituiscono per noi fattore di grande soddisfazione.”
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