Circa l’8% della popolazione soffre di calcoli renali, un disturbo diffuso che colpisce trasversalmente le donne, gli uomini di ogni età e in casi molto rari anche i bambini.
Di Melania Sorbera
Sono leggermente più frequenti negli uomini che nelle donne con un picco di incidenza tra i 40 e i 60 anni ed è ben noto a chi li ha avuti il dolore che comportano. I calcoli renali sono una combinazione di sali inorganici come calcio, fosforo, ammonio oppure possono essere formati da composti organici come l’acido urico. In alcuni casi i calcoli sono, localizzati, stanno immobili, non danno alcun sintomo e li si score solo casualmente. Di solito però causano forti dolori, la cosiddetta colica renale, presenza di sangue o pus nelle urine con danneggiamento della funzione renale. Frequentemente i calcoli si localizzano nell’uretere, il canale che collega il rene alla vescia e sono questi a dare i dolori maggiori e a richiedere più spesso l’intervento chirurgico.
Perché si formano i calcoli renali? In alcuni casi si conosce l’esatta causa: per esempio, nella gotta si ha un’alta concentrazione di acido urico nel sangue e conseguentemente nelle secrezioni renali, il che provoca la precipitazione dell’acido urico fino a formare i calcoli. In modo analogo, nei disturbi del metabolismo del calcio, è una precipitazione di composti di calcio nell’urina e nei reni a dare i calcoli. Altre possibilità sono: una dieta inadatta, squilibri nella composizione chimica dell’urina; disturbi delle ghiandole endocrine, carenze vitaminiche, infezioni renali, scarso drenaggio in una o più parti delle vie urinarie.
Qual è la terapia? Alcuni calcoli non si muovono, non provocano dolori e infezioni. Questi possono essere lasciati stare. Altri, quelli troppo grossi per poter essere espulsi, che causano dolori costanti e acuti e che anche solo apparentemente provocano un danno progressivo alla funzione renale devono essere asportati. I calcoli formati dagli urati possono essere sciolti con un’opportuna terapia medica. Negli altri casi, vi sono alcuni regimi alimentari come la dieta a basso contenuto di fosforo, la dieta alcalina o anche una dieta acida che possono ritardare la crescita di un calcolo o contribuire a prevenire la formazione di nuovi calcoli.
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