Dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità il risultato del monitoraggio degli indicatori per la Fase 2 relativi alla settimana tra il 19 e il 25 ottobre 2020.
Il commento del Prof. Giovanni Rezza, Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute.
Roma, 30 Ottobre 2020
“Continua a crescere il numero di casi di Covid-19 nel nostro Paese, anzi tende all’incirca a raddoppiare ogni settimana. Per quanto riguarda l’Rt è di circa 1,7 a livello nazionale ma in alcune regioni tende a superare 2. Questa è la situazione nel nostro Paese in questo momento e non possiamo ancora osservare quello che è l’impatto delle misure prese con l’ultimo Dpcm. È quindi chiaro che bisogna continuare a mantenere comportamenti prudenti e a rispettare quelle che sono le raccomandazioni delle Autorità sanitarie anche in termini di isolamento e di quarantena laddove sia necessaria. Le regioni che hanno un Rt che superi il 2 possono anche valutare di prendere misure che siano ancora più stringenti“.
Lo afferma il Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, commentando i dati del monitoraggio sullo stato epidemiologico nelle regioni d’Italia.
Punti chiave:
• Si riporta un’analisi dei dati relativi al periodo 19-25 ottobre 2020. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione all’inizio di ottobre. Si tratta quindi di un quadro epidemiologico precedente all’adozione delle misure restrittive introdotte dal DPCM del 24 ottobre 2020.
• Si conferma che l’epidemia in Italia è in rapido peggioramento e ancora complessivamente compatibile con uno scenario di tipo 3 ma in evoluzione verso uno scenario di tipo 4. Si segnala che in alcune Regioni italiane la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4 con rischio di tenuta dei servizi sanitari nel breve periodo. Si conferma pertanto una situazione complessivamente critica sul territorio nazionale con impatto importante a breve termine in numerose Regioni/PA italiane.
• Nella settimana di monitoraggio 11 Regioni/PA sono classificate a rischio elevato di una trasmissione non controllata di SARS‐CoV‐2. Di queste, 5 sono considerate a rischio alto a titolo precauzionale in quanto non valutabili in modo attendibile perché la completezza del dato di sorveglianza è insufficiente al momento della valutazione. Altre 8 Regioni/PA sono classificate a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese.
• Questa settimana si osserva un ulteriore forte incremento dei casi che porta l’incidenza cumulativa (dati flusso ISS) negli ultimi 14 gg a 279,72 per 100,000 abitanti nel periodo 12/10-25/10 (vs 146,18 per 100,000 abitanti periodo 5/10-18/10). Nello stesso periodo, il numero di casi sintomatici è raddoppiato: da 27.117 (periodo 5/10‐18/10) a 54.377 (periodo 12/10-25/10). L’aumento di casi è diffuso in tutto il Paese, con tutte le Regioni/PPAA che riportano un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente (flusso MdS).
• Nel periodo 08 – 21 ottobre 2020, l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,70 (95%CI: 1,49 – 1,85). Si riscontrano valori di Rt superiori a 1,25 nella maggior parte delle Regioni/PA italiane con valori superiori a 1,5 in diverse Regioni/PA. Per dettagli sulle modalità di calcolo ed interpretazione dell’Rt riportato si rimanda all’approfondimento disponibile sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.
• Si segnala che sono state riportate allerte relative alla resilienza dei servizi sanitari territoriali in quasi tutte le Regioni/PPAA. Inoltre:
1. Si osserva un peggioramento nella qualità dei dati riportati al sistema di sorveglianza integrato sia per tempestività (ritardo di notifica dei casi rapportati al sistema di sorveglianza su dati aggregati coordinati dal Ministero della Salute) sia per completezza. Questo, di per sé, è un ulteriore elemento di criticità di resilienza e può portare ad una sottostima della velocità di trasmissione e del rischio.
2. Continua a scendere la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento di contatti (19,2%) mentre si continua ad osservare un aumento nella percentuale dei casi rilevati per la comparsa di sintomi (32,6%). Rimane relativamente stabile (28,3%) la percentuale dei casi che è stata rilevata attraverso attività di screening mentre si conferma l’aumento (19,9%) della percentuale dei casi per cui non è stato riportato il motivo dell’accertamento diagnostico.
3. Continua ad aumentare il numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (49.511 casi questa settimana vs 23.018 la settimana precedente) che supera l’80% dei nuovi casi segnalati in alcune Regioni/PA.
• Questa settimana, per la prima volta è stato segnalato il superamento in alcuni territori della soglia critica di occupazione in aree mediche (40%) ed esiste un’alta probabilità che 15 Regioni/PPAA superino le soglie critiche di terapia intensiva e/o aree mediche nel prossimo mese. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è salito da 750 (18/10) a 1.208 (25/10); mentre il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 7.131 (18/10) a 12.006 (25/10).
Conclusioni:
• La situazione descritta in questo report evidenzia forti criticità dei servizi territoriali e l’approssimarsi delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri.
• L’aumento rapido dell’incidenza è coerente con l’aumento dell’Rt nazionale che attualmente si colloca a 1.7 nel suo valore medio e a 1.49 nel sul intervallo di confidenza minore, indicando un avvicinamento allo scenario 4. Si conferma una situazione complessivamente critica sul territorio nazionale con impatto importante in numerose Regioni/PA italiane.
• Si osserva una rapida crescita dell’incidenza, impossibilità sempre più frequente di tenere traccia di tutte le catene di trasmissione e rapido aumento del carico sui servizi assistenziali con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri sia in area critica che non critica che sta limitando la fruibilità dei servizi assistenziali non legati a COVID-19.
• Si evidenza una forte difficoltà nel tracciare in modo completo le catene di trasmissione ed aumento in proporzione dei casi evidenziati per sintomi.
• Si conferma che è necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi.
• Si invitano le Regioni/PA a realizzare una continua analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e di considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette in base al livello di rischio e sulla base delle linee di indirizzo fornite nel documento “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale” trasmesso con Circolare del Ministero della Salute del 12/10/2020 Prot. 32732, in raccordo con il Ministero della Salute.
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