Home » Covid-19, report monitoraggio regioni: “Oltre 70.000 prime dosi vaccino somministrate ieri”
Dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità il risultato del monitoraggio degli indicatori per la Fase 2 relativi alla settimana tra il 4 e il 10 ottobre 2021.
Il commento del Prof. Giovanni Rezza, Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute.

Roma, 15 ottobre 2021

E’ positivo, anche questa settimana, l’andamento della situazione epidemiologica nel nostro Paese e l’incidenza di Covid-19 è di circa 29 casi per 100.000 abitanti. Per quanto riguarda l’Rt c’è un piccolissimo aumento, ma sostanzialmente possiamo considerarlo stabile, intorno a 0,85. Il tasso di occupazione sia dei posti di area medica che dei posti di Terapia Intensiva è ancora basso, intorno al 4%, quindi ben al di sotto di quella che viene considerata essere la soglia critica. Ieri si sono somministrate più di 70.000 prime dosi di vaccino, il che è un ottimo risultato e ci dice di come stia andando bene la campagna di vaccinazione, con oltre l’85% della popolazione eleggibile che ha fatto già la prima dose e oltre l’80%, per la precisione l’81%, che ha fatto la seconda dose. Quindi, la campagna di vaccinazione, che sta andando così bene insieme al mantenimento di alcune norme precauzionali, rende conto di quella che è un’incidenza più bassa rispetto a quella di altri Paesi europei“.

Lo afferma il Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, commentando i dati del monitoraggio sullo stato epidemiologico nelle regioni d’Italia.

 

Punti chiave:

Si riporta una analisi dei dati relativi al periodo 4 ottobre – 10 ottobre 2021. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione nella seconda metà di settembre.

Diminuisce ancora l’incidenza settimanale a livello nazionale: 29 per 100.000 abitanti (4/10/2021 – 10/10/2021) vs 34 per 100.000 abitanti (27/09/2021 – 3/10/2021), dati flusso ISS. L’incidenza si trova al di sotto della soglia settimanale di 50 casi ogni 100.000 abitanti che potrebbe consentire il controllo della trasmissione basato sul contenimento ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti.

Nel periodo 22 settembre – 5 ottobre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,85 (range 0,82 – 0,87), al di sotto della soglia epidemica e in leggero aumento rispetto alla settimana precedente. Aumenta lievemente l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt=0,83 (0,78-0,88) al 5/10/2021) vs Rt=0,80 (0,76-0,85) al 28/9/2021). La elevata proporzione di soggetti giovani e asintomatici evidenziata dai dati epidemiologici pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità va considerata nella lettura di queste stime di trasmissibilità. Per dettagli sulle modalità di calcolo ed interpretazione dell’Rt riportato si rimanda all’approfondimento disponibile sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva è in diminuzione al 4,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute del 12/10/2021), con una lieve diminuzione del numero di persone ricoverate da 433 (5/10/2021) a 370 (12/10/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale diminuisce al 4,6%. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in diminuzione da 2.968 (5/10/2021) a 2.665 (12/10/2021).

3 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato, secondo il DM del 30 Aprile 2020. Le restanti 18 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio basso.

Due Regioni/PPAA riportano un’allerta di resilienza. Nessuna riporta molteplici allerte di resilienza.

In diminuzione il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (4.551 vs 5.903 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve aumento (34% vs 33% la scorsa settimana). È stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (47% vs 47%). Diminuisce la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (19% vs 21%).

La variante delta rappresenta la quasi totalità dei casi in Italia. Questa variante è anche dominante nell’intera Unione Europea ed è associata ad una maggiore trasmissibilità.

Una più elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria, in particolare nelle categorie a rischio, rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenuta da varianti emergenti.

È opportuno realizzare un capillare tracciamento e contenimento dei casi, mantenere elevata l’attenzione ed applicare e rispettare misure e comportamenti per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale.

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